I Videogiochi Soft Porno degli anni 90

I Videogiochi Soft Porno degli anni 90

Si può discutere se sia etico o no, se possa essere un pericolo per gli adolescenti o meno, se ci debba essere più o meno controllo, ma una cosa rimane sicura e certa. Se oggi in internet, il 70% dei contenuti visitati dagli utenti, uomini o donne che siano, è il “porno” (che sia softporno, erotico o esplicito), vuol dire che il 70% della popolazione è quello che vuole e cerca. Il resto sono solo chiacchiere.

Non è un caso che il primo trasferimento di un file immagine tra due pc fosse quello di una PinUp di Playboy, non è un caso che tutti i videogiochi degli anni 90, anche se trattasse di corse di auto o astronavi, avessero donne più o meno nude in copertina per attirarne l’acquisto.

Anche agli albori della tecnologia moderna, come potevano i giochi esimersi dal trattare tematiche sessuali? Abbiamo deciso di elencare i 5 giochi anni 90 a cui segretamente tutti gli adolescenti dell’epoca hanno giocato almeno una volta

#1 Strip Poker

Nessuno escluso, ci hanno giocato tutti al primo strip poker per computer per il vecchio  e intramontabile Commodore 64. Aveva una potenza grafica pari a quella di un display di una moderna sveglia, ma nonostante tutto riusciva bene in quasi tutto.

Quando uscì questo giochino nessuno si sarebbe immaginato il grande successo. Si trattava molto semplicemente di giocare a poker contro una ragazza virtuale e via via che si vinceva, lei si spogliava. Semplice ma efficace al punto che dopo la prima versione ne uscirono ben altra.

Dalla prima in bianco e nero, a quella a colori, quella per Gay con uomini e infine la versione in cui fu ingaggiata persino Samantha Fox per mostrarsi come mamma l’ha fatta.

#2 Pocket Gal

Molto più soft di Strip Poker, ma ebbe un  notevole successo fu l’idea di associare l’idea dello Strip Poker al biliardo. Sceglievi un’avvenente avversaria e se vincevi al termine della partita rimaneva in lingerie.

Uscì anche una versione decisamente più “zozza” in cui il nudo era integrale ma non ricordiamo più sinceramente il nome del gioco.

#3 Gals Panic

Negli anni 90 andava tantissimo di moda un giochino in cui bisognava, seguendo una propria linea, chiudere dei riquadri senza essere presi da una scossa, fino a chiudere completamente lo schermo. Il nome del gioco originale era Qix. Ma se a questa idea aggiungiamo che, a riquadro chiuso, compare parte di un immagine sullo sfondo di una ragazza nuda, otteniamo Gals Panic.

#4 Lula The Sexy Empire

Indubbiamente il mio preferito. Sia per la giocabilità, per l’idea, per la presenza di una trama, ma soprattutto per l’avvenenza della protagonista virtuale del gioco. Lula Appunto

La storia è quella di un’aspirante modella che viene scartata dagli studi di Los Angeles e si ritrova in uno sperduto paesino di periferia senza un soldo e senza una speranza. Inizialmente si andrà a letto con degli ignari clienti di un fetido pub e poi li si ricatteranno con delle fotografie compromettenti, si parteciperà a dei film, fino a creare la propria industria per dominare il mondo del porno.

Non stiamo parlando del miglior gioco fatto per PC, ma del miglior gioco “soft-porno” dell’epoca.

Seguirono diverse altre versioni ma che non ebbero lo stesso successo.

#5 Leisure Suite Larry

La Sierra era una casa molto rinonata per i giochi, ma visto il successo degli erotic game, decise di entrarci anche lei con molta intelligenza creando un gioco V.M.18 in cui il protagonista passava in diversi ambienti e, attraverso il metodo click & find (cerca e clicca), doveva risolvere degli enigmi per poi riuscirci a portare a letto quante più donne possibili.

Il gioco non era facilissimo ma ebbe cos’ tanto successo che ne uscirono ben 10 sequel.

Entriamo in un locale per coppie scambiste “selezionate”

Entriamo in un locale per coppie scambiste “selezionate”

I locali per adulti non sono tutti uguali. Il sesso non è solo un atto riproduttivo e segue molto i gusti, le passioni e i desideri di tutte le persone. E’ qualcosa che piace a tutti, ma ognuno di noi ha un’idea diversa su cosa potrebbe renderlo eccezionale.

Ci sono Club con spogliarelliste, Topless Bar dove ti servono al tavolo ragazze senza troppi vestiti, ci sono locali da addio al celibato e ci sono anche Club Privè per scambisti, dove è possibile (e preferibile) andare in coppia con la propria partner e vivere il sesso come un’estensione del proprio rapporto in forma intensa ed estremamente erotica.

Guarda il nostro elenco di Locali in Italia (Clicca Qui)

Ma anche i Club per scambisti non sono tutti uguali. Ci sono quelli a entrata libera, quelli che invece richiedono una selezione e verifica prima di potervi accedere, quelli dove anche i singoli sono accettati e quelli dove invece bisogna per forza essere in coppia.

Ma come funziona un Club solo per coppie selezionate a cui ci si può accedere solo se scelti e verificati? Ecco a voi il racconto di una persona che ci ha descritto la sua visita a un famoso Club nel  Lazio.

La strada è male illuminata e io guido piano, fasciato dall’unico abito su misura che possiedo. Il dress code parla chiaro: “black pants and white shirt” per lui, “sexy snowqueen costume o white lingerie” per lei.

Le indicazioni che mi hanno mandato sono molto precise e le seguo scrupolosamente; perdersi qui è facilissimo.

Finalmente, Dietro una curva, due fiaccole incorniciano l’ingresso di una sontuosa villa di campagna. Un cancello di ferro si apre su un lungo viale alberato. In fondo, come in una fiaba appare la luce tremolante del  club.

Mi accoglie il proprietario del locale. 47 anni, porta un piccolo ciuffo alla “Tin Tin” e ha un’aria pacifica. Mi sorride e poi parla veloce con una collaboratrice dando disposizioni precise. La serata non è ancora cominciata ma ci siamo quasi.

Nella vita ha fatto di tutto ed è scambista praticamente da sempre.

“Ormai ho solo amici orizzontali”, dice senza scomporsi. “Chissà, magari fra quarant’anni saremo considerati dalla società quasi normali, come i gay oggi.E in questo, sono sicuro, quello che faccio avrà avuto un ruolo”.

“Quali sono le coppie che frequentano il club?”, gli chiedo.

“Negli ultimi cinque o sei anni l’età media di chi frequenta questo mondo si è abbassata tantissimo? È pieno di ragazzi di ventitré, ventiquattro anni che vengono qui”, è la risposta.

La selezione è abbastanza rigida.

Ma non avviene all’ingresso. I singoli non entrano se non in occasioni molto particolari in cui ogni coppia può portare un amico, e per le coppie che non sono mai venute vale la regola dell’autopresentazione: si manda una foto di entrambi (vestiti), e magari si fanno due chiacchiere al telefono con lui.

“Quando mi chiamano quelli che mi dicono che hanno problemi con la moglie e che magari sperano di risollevare un rapporto in crisi venendo qua, glielo sconsiglio fortissimamente. Qui può venire solo chi ha una relazione sana. Solo coppie solide e con una vita sessuale appagante. Se no la coppia può scoppiare”.

Arriva la prima coppia. Non hanno più di trent’anni. Lei è bionda, alta, gran fisico. Lui occhi piccoli capelli neri, piuttosto atletico.

Il proprietario mi guarda e sorride.

“Scusami ma mi devo ancora cambiare. È tardissimo, dammi cinque minuti”. Poi scompare dietro una porta. Torna poco dopo, vestito di tutto punto. Ci avviamo al bar. Nel locale ci sono ormai una decina di coppie. Chiacchierano e bevono sedute davanti al grande camino al centro della sala.

La coppia che è arrivata per prima se ne sta in disparte, al lato del bancone. Stanno insieme da tre anni, hanno lavori normali e non sono mai stati in un club per scambisti prima d’ora. Ma ne parlavano da un anno.

Ieri sera si sono decisi e sono saliti sul primo aereo . Sono curiosi, si guardano intorno.

Poi ci sono le coppie “storiche” che sono di casa. Salutano il proprietario come un vecchio amico, scherzano fra loro, si chiedono se arriverà quell’altra coppia, o che fine hanno fatto quei due della scorsa settimana.

Le donne indossano tutte intimo bianco sovrastato da mantelli dello stesso colore. In testa, una coroncina. Non distrarsi è difficile.

L’atmosfera è quella di una normalissima festa. Per ora.

Nel locale ci sono adesso una cinquantina di persone. È pronta la cena. Genni attraversa il salone facendo tintinnare un campanellino d’argento. Chi con un calice di prosecco, chi con un cocktail, tutti migrano verso la grande veranda che affaccia sulla piscina esterna.

Tavoli rotondi, cinque coppie per tavolo. Seduta libera. Le domande per rompere il ghiaccio sono quelle di rito: “Venite qui da molto?”, “Come avete iniziato?”, “Siete sposati?”.

C’è un’altra coppia alle prime armi. Mai stata in un privé neanche loro. “L’idea l’abbiamo sempre avuta”, mi raccontano, “ma la decisione di venire qui l’abbiamo presa nel mentre… Cioè, proprio dentro al letto, mentre lo facevamo”.

Le coppie parlano fitto fitto. Si comincia a capire quali sono le sintonie, chi proseguirà la serata con chi.

Risate femminili ogni tanto irrompono nella sala fra il tintinnio di bicchieri e il rumore di stoviglie, e rivelano l’ebbrezza crescente. La conversazione si fa via via più piccante e alla fine del primo piatto l’argomento è diventato “il gioco”.

È così che si chiama.

Il gioco lo conducono le donne. Qualcuna è dichiaratamente bisex, qualcuna ha gusti meno riconoscibili. Poche, pochissime sono esclusivamente etero.

Ma al Club non ci sono solo coppie. Anche qualche donna single, di tanto in tanto si fa vedere. E stasera ce n’è una. È molto bella e molto alta. Lunghi capelli neri. Non è italiana ma vive qui da una vita, fa un lavoro talmente nella norma da risultare quasi banale, è separata. Ha cominciato tardi a frequentare questo ambiente. Un ex fidanzato una volta l’ha portata in un altro club, senza dirle di quale tipo di locale si trattasse. “Appena entrata ho capito da sola che posto era, ma non sono scappata a gambe levate come io stessa mi sarei aspettata di fare”. Ha deciso, invece, di stare al gioco. E quel gioco piano piano è diventato anche suo.

“Mi piace mostrarmi, mi piace che gli altri mi guardino. Sono un po’ matta e purtroppo l’ho capito tardi. Qui mi diverto, sono tutti molto carini”.

Quando mi dice la sua età ho un trasalimento. Sono convinto di aver capito male, invece dimostra semplicemente vent’anni di meno.

Ormai siamo al dolce. Una delle coppie al tavolo ha già iniziato a giocare. Vengono da tanto tempo, sono nel nucleo degli “storici”.

La testa di lui scompare per fra le gambe di lei. Tutti sorridono. Pochi secondi, pochi sguardi e l’atmosfera è già diversa.

La cena è finita, ci si sposta di nuovo verso il bar. Ora la musica è più alta e più ritmata. La pista si riempie e si inizia a ballare. Anche i nuovi si gettano nella mischia. Sono decisamente meno timidi di quando sono entrati.

Le coppie ballano vicine, si toccano, si strusciano. Le donne si guardano fra loro, si accarezzano i capelli, si baciano. Si “sculacciano” l’un l’altra.

Gli uomini sono contorno. Almeno in questa fase. Molti ciondolano ai lati della pista ammirando le proprie compagne giocare.

Sono quasi le due. È a quest’ora che cominciano le vere danze. Per tutti ma non per chi scrive. Professionalità prima di tutto. Qualcuno decide di appartarsi nelle tante stanze che offre il club, che restano aperte per chi volesse partecipare, o anche solo guardare. Come sparate via da una misteriosa forza centrifuga, le coppie si allontanano gradualmente dal centro della pista.

E si allontana con passo lento verso una stanza già gremita anche la coppietta di novellini arrivata prima di tutti.

Qualcuno si è tuffato nella enorme piscina interna riscaldata. Lì, tuttavia, è consentito solo nuotare e rilassarsi. E così, magari dopo una doccia, si sta in acqua a chiacchierare tutti insieme.

È quasi mattina, domenica. Un ragazzo, le braccia aperte sul bordo della piscina e il corpo a mollo guarda la fidanzata e dice “Mamma mia, domani si ricomincia, meno male che ci siamo presi sta vacanzina”.

E domani si ricomincia, in fondo è solo un gioco.

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

È passata dai cavi elettrici ai fili del corsetto: così Pixee Fox, ex elettricista svedese di 25 anni, ha trasformato la sua vita in pochi anni. Si è sottoposta a quindici interventi facendosi asportare anche sei costole, con il solo scopo di trasformarsi in un personaggio dei fumetti: ecco la sua storia.

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

Da un’esistenza rurale trascorsa nelle campagne vicino Stoccolma, la giovane sfilava e posava solo occasionalmente. Non una grande ossessione per il suo corpo, ma una predisposizione naturale per Pixee che si sentiva un maschiaccio. Il fidanzato dell’epoca la convinse a sottoporsi a una chirurgia plastica di ingrandimento del seno, ma dopo la loro separazione nel 2013 l’interesse per il bisturi aumentò.

A folgorarla fu un film del 1992, “Fuga dal mondo dei sogni”, che la spinse verso il desiderio di trasformarsi in un cartone animato. In una bambola simile a Jessica Rabbit, dalle curve esagerate e dal vitino sottile. Con gli anni Pixee Fox si è sottoposta a moltissimi interventi di chirurgia e rimodellamento del suo corpo, spendendo una cifra pari a più di 120.000 dollari. Ma lei si sente solo a metà del percorso per il raggiungimento della felicità, pronta a sottoporsi a nuove operazione.

Fino a questo momento ha subito quattro rinoplastiche al setto nasale, ha ingrandito il seno per due volte, un’operazione alle palpebre, due liposuzioni, un rimodellamento di zigomi, faccia, labbra e lato B per forme più corpose e tondeggianti. Ma anche un CoolSculpting, ovvero una riduzione non invasiva dell’adipe tramite congelamento, quindi un rimodellamento delle labbra vaginali. Quello che in realtà l’ha fatta balzare agli onori della cronaca non sono solo i circa 15 interventi ma l’asportazione di sei costole. Pratica che solitamente viene effettuata in caso di necessità medica, ma che lei ha realizzato per diminuire drasticamente il girovita. Un desiderio preponderante per sembrare sempre di più una bambola, un personaggio di fantasia, fino a entrare nel Guinness dei Primati.

La giovane, che pratica sport con costanza, vive perennemente indossando un corsetto che le definisce la forma della vita quindi nutrendosi con cibi liquidi e proteine. Ha impiantato ciglia più folte e si è sottoposta ad altri piccoli interventi che aggiorna costantemente. Si sente un’artista in evoluzione e deve questo cambiamento anche al supporto dei suoi follower di Instagram e Facebook, che le hanno pagato personalmente alcuni dei tanti interventi. Le spese esagerate, alcune fuori dalla sua portata, sembrano non avere fine mentre sempre più media si stanno interessando alla sua trasformazione.

 

La docente di Ivrea che portò le proprie allieve in un club per scambisti

La docente di Ivrea che portò le proprie allieve in un club per scambisti

La storia che vi raccontiamo, realmente accaduta, ha come protagoniste una bellissima e sexy insegnante da fisico slanciato con le curve al posto giusto e tacchi 12, un suo amico piacione decisamente porcello con un fare un pò lascivo e due studentesse liceali che vengono invitate a partecipare ad una serata ad alto tasso erotico in un club privè.

Tutti insieme

Tutti insieme appassionatamente per una serata hot e diversa dal solito da trascorrere in un club privé del Torinese, tra una festa a bordo piscina, luci soffuse, musica di sottofondo e corpi avvinghiati sui divanetti. La storia, datata 24 giugno 2010, ora è finita in tribunale. Sul banco degli imputati c’è lei, Sabrina Z., 36 anni, di Torino, all’epoca dei fatti docente in una scuola professionale dell’Eporediese e ora accusata di violenza privata. A inchiodarla una frase, che secondo il pubblico ministero aveva proferito come minaccia a una delle sue allieve che era con lei quella sera: «Se racconti cosa è accaduto questa notte ti boccio».

Tanto è bastato agli inquirenti per farla finire dritta davanti al giudice. Ieri, tra l’imbarazzo dei presenti, la vicenda è stata ricostruita nell’aula a piano terra del Tribunale di Ivrea. Sabrina Z., capelli neri raccolti, sopracciglia curate, scarpe questa volta rigorosamente senza tacco, si è presentata a fianco del suo avvocato.

Ha ascoltato e preso appunti mentre Michele, 46 anni, di Torino, l’uomo che quella sera aveva portato con la sua auto le tre donne al club privé, ha raccontato la sua versione dei fatti.

Le versioni

Tra un dettaglio e l’altro su chi frequenta i club per scambisti e che cosa accade una volta varcata la porta d’ingresso («Si fa sesso? Beh, certo, ma mica è obbligatorio»), si è arrivati al nocciolo della questione. Domanda del pm: «Ma lei sapeva che una delle due ragazze era minorenne?». Risposta: «No, non lo sapevo. E poi io non chiedo mai l’età a una donna». Sorriso ammiccante all’indirizzo del giudice. Altra domanda: «Ma nessuno ha chiesto la carta d’identità alla ragazza?». Risposta secca: «Non lo so, davvero, quelle due me le aveva presentate Sabrina».

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Compagne di scuola

Sabrina Z. che, secondo l’accusa, quella sera aveva portato con sé una diciannovenne di Strambino (ora parte civile nel processo e assistita dall’avvocato, Claudio D’Alessandro) e l’altra ragazza minorenne, entrambe sue studentesse ed entrambe curiose di scoprire quel mondo tanto decantato dalla loro insegnante. Per una manciata di mesi, terminata la notte hot, questa storia era rimasta segreta. Poi, come spesso succede, la voce aveva iniziato a circolare.

Le voci

Tra una battuta e un pettegolezzo, la vicenda era arrivata all’orecchio della direttrice della scuola che, dopo aver sentito le dirette interessate e un paio di amiche con le quali la diciannovenne si era confidata, aveva deciso di presentarsi davanti agli ufficiali di polizia giudiziaria in procura. Il processo riprenderà il 13 ottobre.

In quell’occasione sarà sentita dal giudice anche la parte civile, assente in aula, ieri, per un problema di salute. Il suo avvocato, D’Alessandro, spiega: «La questione non è la serata trascorsa al club privé, ma quello che è accaduto dopo, tra l’insegnante e una delle sue studentesse. Un episodio che poi ha prefigurato il reato di violenza privata».

La dichiarazione di una delle due ragazze

Il racconto di Giorgia continua: «Appena entrati nel locale e arrivati nella zona riservata, ho notato diverse persone, in gran parte uomini e diverse donne, nudi, che si accoppiavano. Sabrina vedendomi agitata mi tranquillizzò e mi spiegò che lì aveva conosciuto il suo ex fidanzato». Poi la ragazza rimane seduta sui divanetti con Michele, un loro comune amico, mentre la sua insegnante si allontana: «Poco dopo l’ho vista, seminuda, mentre faceva sesso con due uomini». La seconda volta che Giorgia esce con Sabrina portano con loro un’altra studentessa, ma è minorenne. Per poter entrare nel privé firma su un foglio una falsa data di nascita. Cosa videro? Sempre la stessa scena: corpi avvinghiati sui divanetti.

I fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2010, ma la vicenda approda in questi giorni in Tribunale a Ivrea, dove l’insegnante è imputata per violenza privata. Giorgia è la ragazza che ha trascinato in Tribunale la sua ex insegnante e che ora si è costituita parte civile (l’assiste l’avvocato, Claudio D’Alessandro). Alla polizia, il 14 dicembre del 2010, raccontava: «Alla direttrice della scuola dissi che Sabrina Z. aveva con noi degli atteggiamenti che non erano assolutamente consoni al ruolo che rivestiva».

La mamma la difende: «È rimasta di sasso quando ha saputo che questa storia è finita sui giornali, lei non ha fatto niente di male». La più sollevata di tutte, in questa storia, è la preside della scuola, Giuseppina Ferrari. Dopo aver saputo dei privé non ha avuto dubbi: «Una cosa inaccettabile, quel rapporto tra docente e alunne andava interrotto immediatamente. Tant’è che ho subito licenziato l’insegnante».

Ma intanto, all’epoca, c’era un’insegnante che incuriosiva delle allieve raccontando di quelle discoteche particolari, in cui uomini e donne si scambiavano effusioni esplicite. Un’insegnante che non si faceva problemi a raccontare a ragazze, anche minorenni, di quelle serate. È Federica a raccontare, per esempio, che un giorno l’insegnante avrebbe mostrato loro un babydoll da infermiera con tanto di tessuto trasparente e pizzo bianco. «Ce lo ha fatto vedere e ci ha detto che lo avrebbe indossato la sera stessa con il suo fidanzato».

L’insegnante è finita nei guai perché, secondo le accuse della Procura di Ivrea, avrebbe minacciato una delle studentesse al termine di una serata hot trascorsa il 24 giugno 2010 in un club per scambisti: «Se racconti quello che hai visto ti boccio».

L’ex docente ora non parla. Lo fa attraverso il suo avvocato, Stefano Catalano: «È una tempesta in un bicchiere d’acqua, chiariremo tutto durante il processo» taglia corto il legale. Anche la storia delle minacce. Perché Sabrina Z. ha sempre sostenuto di non aver mai pronunciato quelle parole. «Non ce n’era motivo, la scuola era già finita e non avrei potuto bocciare nessuno».

Le parti torneranno in Tribunale a Ivrea il 13 ottobre quando verranno sentite altre testimoni.

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L’importanza dell’intimo sexy per una donna

L’importanza dell’intimo sexy per una donna

Son tutte belle le donne del mondo, ma ciò che fa la differenza agli occhi di un potenziale spasimante, non è l’oggettività della bellezza, quanto invece la sua più indiscutibile e inopinabile soggettività.

C’è chi le ama filiformi, basse o alte, tettone o senza troppo seno, chi basse, chi col sedere piccolo e sodo o chi ama il “culone” alla Kardashian. Ma c’è una sola cosa che attira gli uomini al di là dell’esteriorità più comune e cioè “Essere Donna. Essere Sexy!!”

L’importanza dell’intimo

La donna è un messaggio, è un comunicare qualcosa attraverso forme e sensazioni senza mai parlare direttamente (a dire il vero accade anche nelle discussioni con un uomo con il famoso “non ho niente!!”).

C’è un vecchio detto che dice:

“Se spogliando una donna, ti rendi conto che ha la lingerie abbinata, sappi che è stata lei a scegliere di portarti a letto”

Poichè l’intimo è qualcosa che si nasconde, al massimo si intravede, permette di essere se stesse, per questo deve essere sempre curato. Non importa se lo state per mostrare a un uomo o se vi dite un più semplice “non si sa mai”.

Una donna che si sente sexy sotto i vestiti, è più sicura di se, più decisa e proprio per via di questo atteggiamento piace di più. Una donna che non si sente a posto con se stessa e si è vestita alla rinfusa con le prime cose trovate al mercato, più per vestirti che per sedurre, sarà sempre insicura, chiusa, poco propensa ad accettare avances e complimenti.

Se il pizzo la fa da padrone, come se fosse un classico su cui andare sul sicuro, ci sono degli elementi che se un uomo ve li vedesse addosso impazzirebbe. La lingerie è fatta per dominare lo sguardo e l’eccitazione, seduce un uomo già sedotto.

Non lesinate mai nel proporre voi stesse e quello che volete sentirvi quando scegliete qualcosa da indossare. Siate aggressive, a volte spinte, tanto vi vedrà qualcuno che avete già conquistato e che potete solo stupire in meglio.

Sexy Lingerie Models

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