Onlyfans & C. Stanno chiedendo il Codice Fiscale per poter essere pagati. Come risolvere il problema?

Onlyfans & C. Stanno chiedendo il Codice Fiscale per poter essere pagati. Come risolvere il problema?

Avete un profilo Onlyfans, Cam4 o qualsiasi altro sito dove promuovete i vostri contenuti a pagamento e vi è uscito l’avviso che, per essere pagati, dovete inserire il vostro codice fiscale per la tracciabilità?

Tutta colpa del DAC7, una normativa europea recepita del tutto in Italia con il D. lgs 32/2023, che ha l’obiettivo di mettere un freno all’evasione fiscale legata all’economia online obbligando le piattaforme digitali a comunicare i dati sugli introiti degli utenti.

Purtroppo esiste solo una soluzione, quella di adeguarsi perchè, in assenza della tracciabilità, il sito non è autorizzato ad emettere pagamenti e se lo fa, deve segnalarlo all’autorità competente (tradotto rischiate un accertamento fiscale).

Sappiamo benissimo che chi sta leggendo questo articolo è una/un content creators con contenuti che sarebbe meglio non si sapesse da quali persone reali, con nome e cognome, vengano prodotti.

Da una parte si ha terrore di far sapere allo stato che ci si spoglia (e non solo) per fare soldi, dall’altra parte c’è proprio un problema nella dichiarazione dei redditi che ha impatti sia sul proprio Ral che tassazione (Aliquote).

In Italia non è obbligatorio aprire la Partita Iva quando l’attività svolta è occasionale e sporadica.

In questo caso è infatti possibile dichiarare i guadagni percepiti come redditi di attività occasionale e indicarli nel quadro “RL-Redditi Diversi” nella vostra dichiarazione dei redditi.

Sul reddito prodotto si dovrà pagare l’Irpef secondo il tradizionale metodo a scaglioni.

Conviene proseguire o lasciare perdere?

La soluzione, l’unica, che andiamo a proporre agli utenti ha senso solo e soltanto nel caso che il guadagno medio mensile sia sostenibile.

Detto in maniera molto franca, se state sui 100/200$ al mese non penso sia il caso di continuare a faticare, mentre meglio sarebbe puntare su altre vie di commercializzazione che spiegheremo più avanti.

P.IVA ORDINARIA / FORFETTARIA / FORFETTARIA SEMPLIFICATA

Se non volete inserire nella vostra dichiarazione dei redditi i guadagni provenienti dalle piattaforme di condivisione come Only Fans ci sono 3 sole possibilità (diciamo anche 4)

Aprire una P.iva Ordinaria se i vostri guadagni superano gli 85.000 euro l’anno.

In questo caso diventa conveniente. E’ possibile scaricare l’iva degli acquisti, non fa cumulo con il proprio Ral (regime fiscale separato).

Se i vostri guadagni annui invece sono inferiori agli 85.000 euro, esiste la P.IVA FORFETTARIA. Minori costi, minore tassazione ma in alcuni casi potrebbe fare cumulo con il vostro RAL (Reddito Annuo Lordo). Dovete verificare eventualmente con il vostro commercialista.

Per chi invece arrotonda e sta sotto i 25.000 Euro annui il consiglio è di realizzare la Partita Iva forfettaria Agevolata (o semplificata).

Ha dei costi esigui di apertura (sui 200 euro), non si cumula con il vostro RAL e anche la gestione e costo di un commercialista, essendo una forma fiscale semplificata, si aggira tra i 40 e i 60 euro al mese.

Applicando questo regime pagherai solo il 15% di tasse o il 5% per i primi 5 anni in caso di apertura di una nuova Partita IVA. Non è possibile però scaricare gli acquisti e anche le fatture non sono scaricabili.

Per aprire la P.IVA Semplificata bisogna rispettare i seguenti requisiti:

Il primo è essere residente in Italia. Inoltre non devi essere socio di una società di persone o possedere quote di maggioranza in una società di capitali che opera nello stesso settore dell’attività che aprirai.

Oltre a questo, ricorda che se sei dipendente, la tua RAL nell’anno precedente all’apertura deve essere inferiore a 30.000€. In tal caso va bene qualsiasi persona (non voglio dire prestanomi) che sia maggiorenne che non abbia un reddito superiore ai 30k.

Un ultima possibilità è quella di passare direttamente sotto delle agenzie che, avendo la loro partita iva, prendono gli incassi e ci pagano le tasse come se fossero loro contenuti. Questi costi verranno detratti dai vostri guadagni.

Conclusioni

Inutile cercare delle piattaforme che ancora non vi abbiano chiesto il codice fiscale o la partita iva.

A questa normativa dovranno adeguarsi tutti i siti web che generano guadagni ed erogano pagamenti.

Se non avete un commercialista di fiducia o qualcuno da cui andare a fare una consulenza e una chiacchierata, esistono dei siti web di commercialisti online, molto economici, dei quali però non ho sinceramente un feedback per potervi dire se siano o no efficienti.

Rimane il fatto che prima di provare ad aprire uno dei qualsiasi regimi di Partita Iva suggeriti, un salto da un commercialista dovete farlo per forza e farvi consigliare.

Chi ha scritto questo articolo non è un esperto in materie fiscali, ma si è confrontato proprio oggi con un commercialista e vi ho riportato quando a me detto sul come affrontare la questione.

Magari un altro professionista saprà darvi consigli migliori qualore decideste di continuare a monetizzare.

Se invece vi fate pagare per video personalizzati, dirette in cam o quando il rapporto è diretto tra voi e l’utente, se le cifre sono esigue… io non posso dirlo perchè verrei tacciato di evasione, però ecco. Non fatelo eh 🙂 dovreste dichiarare anche quelle cifre.. dovreste.. poi se ve ne dimenticate…

Avete altri consigli o suggerimenti? scriveteli nei commenti di questo articolo

La truffa del ricatto sessuale sul Web: di cosa si tratta e come difendersi

La truffa del ricatto sessuale sul Web: di cosa si tratta e come difendersi

Si tratta di una pratica usata da cyber criminali per estorcere denaro alle vittime, che sono soprattutto uomini (ma la truffa può colpire anche le donne).

La tecnica è abbastanza semplice (ma evidentemente efficace): la vittima viene contattata via Facebook (o su altri social media) da una persona che crea un profilo falso con foto di donne o uomini avvenenti: sono esche sessuali.

Dopo che tra l’adescatore e la vittima è nato un rapporto confidenziale, la conversazione si sposta su Skype (o su una qualsiasi altra applicazione di chat e messaggistica istantanea).

La donna si spoglia e chiede al suo interlocutore di fare lo stesso, ovviamente davanti alla webcam, con lo scopo di ottenere una nutrita collezione di foto e video osé.

A questo punto − raggiunto lo scopo − la scena cambia: la donna sparisce e al suo posto compare una richiesta di riscatto.

Sembra incredibile, ma molti ci cascano.

E la richiesta di riscatto (via money transfer e sempre più spesso anche in Bitcoin) viene resa più forte con la minaccia di pubblicare le immagini compromettenti sul social network. E si tratta di una minaccia reale, perché la vittima ha concesso l’amicizia all’adescatore, quindi questo ora conosce la lista di tutti i suoi contatti.

Le vittime vengono scelte in base alla loro situazione familiare e alla carica che ricoprono (per esempio un uomo sposato con figli o un professionista sono tra le vittime preferite). Questo persone offrono teoricamente ai criminal hacker una maggiore “garanzia” per il pagamento del riscatto senza denunciare l’accaduto per nascondere le foto e i video.

La sextortion è in Italia un reato in crescita esponenziale, le cui vittime sono prevalentemente persone di sesso maschile (nel 2017 gli uomini sono stati il 92%) di ogni età ed estrazione sociale.

Tired overworked young man feeling eye strain headache after long computer work in glasses, fatigued exhausted guy having asthenopia, bad vision problem rubbing dry irritable eyes relieving eyestrain

A partire dal 2013 si è registrata una media di circa tre casi al giorno, con un aumento delle denunce di oltre il 500% nei tre anni successivi. La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha dedicato a questo fenomeno un pool investigativo ad hoc sin dal 2015.

Le denunce sono aumentate dalle 225 del 2013 a 1.190 nel 2014 e poi 1.288 del 2015, per arrivare a 1.324 del 2016.

La provincia di Bologna nel 2016 è stata quella nella quale è stato presentato il maggior numero di denunce (146); seguita da Milano (140) e Roma (136).

Nel 2017 si è registrata una prima flessione, con 1.041 casi.

Sono numeri preoccupanti, soprattutto se pensiamo che potrebbero essere moltiplicati di 10 volte se è vero, come ritiene la Polizia, che solo il 10% delle vittime presenta denuncia, per timore di uno scandalo o per vergogna.

Come evitare la truffa

Questi profili fasulli hanno alcune caratteristiche che dovrebbero destare subito qualche sospetto: in genere sono praticamente “vuoti”, scorrendoli non si trova una storia, né post precedenti. C’è la foto di una bella ragazza, che si presenta come “Single” e poco più.

Molto spesso sono profili gestiti non da persone, ma da “bot” (chatbot) in grado di intavolare una banale discussione in chat, ma che falliscono nel rispondere a domande complesse e in genere si esprimono per frasi fatte: “ok”, “mi chiamo Chantal”, “vivo a Nantes”, “faccio la fioraia”, “ho voglia di sesso” eccetera.

Il fatto che nel profilo sia indicata una laurea conseguita all’università di Bordeaux, per poi andare a fare la fioraia a Marsiglia potrebbe insospettire, ma quando addirittura dopo poche battute in chat ti chiedono di fare sesso virtuale, lo scopo dovrebbe diventare evidente a chiunque.

Ci sono poi altri elementari accorgimenti per non rimanere vittima della truffa del sextortion:

  • evitare di dare “amicizia” a persone che non si conoscono. Il fatto che qualche nostro contatto compaia nella lista delle “amicizie in comune” non significa nulla: potrebbe esserci cascato anche lui. E noi potremmo, accettando l’amicizia, indurre in errore qualche altro nostro amico;
  • verificare (attraverso Google, sezione Immagini) la foto (probabilmente rubata) dell’avvenente signorina che ci ha contattato: Google ci proporrà una serie di volti e di link associati alla sua foto, da cui probabilmente vedremo che quella foto appartiene a tutt’altra persona;
  • come ci ripetevano sempre le nostre mamme: “non accettare le caramelle dagli sconosciuti”. Nel caso della truffa del sextortion: diffidiamo sempre dai contatti sconosciuti.

Le truffe via email

molto più diffuso e aggressivo è apparso nel 2018 ed ancora oggi continua a manifestarsi ad ondate successive, in varianti diverse ma sostanzialmente simili.

La prima ondata si è registrata a luglio 2018 ed ha avuto tale diffusione da meritarsi un articolo (con lancio addirittura in prima pagina) sul Corriere della Sera del 25 luglio 2018.

Il porno ricatto veniva fatto con una e-mail che diceva sostanzialmente: “Ho violato il tuo computer, ti ho ripreso mentre andavi sui siti porno ed ora voglio soldi per non pubblicare il filmato”.

Quello che – in questa prima ondata – creava preoccupazione in chi la riceveva era soprattutto l’oggetto dell’e-mail, che era sempre del tipo: “username – password”. Dove sia lo username che la password erano autentici, cioè corrispondenti a quelli realmente utilizzati dal destinatario.

A questo punto si scarta l’idea di cancellare il messaggio e, con un po’ di ansia, si è indotti a leggerlo per capire meglio di cosa si tratta.

L’e-mail è indirizzata sempre ad una persona di sesso maschile, a cui viene comunicato di essere stato spiato mentre visitava un sito porno “xxx streaming (adult porn) web-site” (ma non si specifica quale sia il sito).

Chi ha scritto il testo dell’e-mail sostiene di aver inserito (nel sito porno) un software in grado di vedere quello che la vittima ha fatto (“you know what I mean”). Si aggiungono poi altre affermazioni, più o meno minacciose, per spiegare che tutto è stato tracciato e filmato.

Come ulteriore intimidazione, lo scrivente aggiunge che si è impossessato della lista dei contatti Messenger, Facebook ed e-mail.

A questo punto arriva perentoria la richiesta di denaro (che va da 1.000 fino a 7.000 dollari), da versare sul conto Bitcoin indicato. E si precisa che “l’offerta non è negoziabile”. La minaccia è chiara: se non sarà eseguito il pagamento, il video (?) sarà inviato a tutti i nostri contatti, inclusi amici, familiari e colleghi di lavoro. Viceversa, in caso di pagamento, il video sarà cancellato (bontà loro).

Non stupisce che di fronte ad una siffatta e-mail, la persona sia spaventata e dubbiosa sul da farsi, soprattutto per la dichiarata conoscenza della password da parte del malfattore.

Come difendersi

Ovviamente si tratta solo un tentativo di estorsione, anche abbastanza grossolano, per spillare soldi agli utenti sfruttando un possibile effetto “panico”.

Non hanno nessun vostro filmato, né hanno violato la vostra casella di posta.

Quindi cancellare l’e-mail ed ignorare qualsiasi altro messaggio del genere. Hanno solo provato a fregarci, come avranno provato, “a strascico”, con chissà quanti altri.

Evitare naturalmente di interagire, rispondendo al malandrino: servirebbe solo a confermare l’esistenza del nostro indirizzo e-mail.

Non dobbiamo quindi preoccuparci, ma a condizione di tener sempre alta l’attenzione ed essere consapevoli che questi attacchi cercano di fare leva sulle debolezze umane (il social engineering).

Il Sesso vi mantiene giovani…e vivi !

Il Sesso vi mantiene giovani…e vivi !

Alcuni studi recenti hanno mostrato che più a lungo si resta sessualmente attivi, più a lungo si preservano la memoria e alcune funzioni esecutive superiori, come la capacità di prendere decisioni.

Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Gerontology, negli over 50 che non rinunciano a mettere in secondo piano (o rinunciarci) il sesso si osserva infatti una maggiore crescita dei neuroni dell’ippocampo, la regione del cervello associata alla memoria.

I cardiologi, inoltre, considerano il sesso un ottimo esercizio per rafforzare il cuore e allontanare i rischi cardiovascolari.

Dal punto di vista fisico, infatti, l’atto sessuale equivale in media a 15 minuti di cyclette. «L’attività sessuale è consigliata a chiunque non soffra di gravi cardiopatie: se una persona può fare due rampe di scale, allora può fare anche sesso; anzi, dovrebbe farlo più spesso perché è terapeutico», conferma Emmanuele Jannini.

Non solo: il sesso e le coccole che gli fanno da cornice aiutano anche a ridurre la pressione arteriosa.

Mentre avere rapporti sessuali frequenti (l’ideale sarebbe una o due volte a settimana), potenzia il sistema immunitario, stimolando la produzione di immunoglobuline A (IgA),

i preziosi anticorpi che si trovano nelle mucose. Gli studi più recenti, infine, confermano che l’eiaculazione protegge gli uomini dal tumore alla prostata.

«Avere una vita sessuale soddisfacente è importante a tutte le età», afferma Emmanuele Jannini, andrologo e professore ordinario di Endocrinologia e sessuologia medica all’Università “Tor Vergata” di Roma: «ma sono le persone più in là con gli anni a ricevere i benefici maggiori, perché l’attività sessuale può supplire alla minore efficienza dell’organismo nel mantenerci in salute».

Jelqing ! La ginnastica per aumentare le dimensioni del pene esiste davvero.

Jelqing ! La ginnastica per aumentare le dimensioni del pene esiste davvero.

Il Jelqing è una tecnica per l’allungamento del pene, recentemente diventata popolare grazie alla diffusione di blog online e video esplicativi che trattano l’argomento.

Premesso che, a causa della mancanza di una ricerca scientifica attendibile su questo metodo per allungare il pene, non è possibile raccomandare il Jelqing o sostenerne l’efficacia.

Tuttavia, è bene avere una panoramica sul Jelqing che permetta di comprenderne pro e contro, qualora si scelga di praticarlo comunque.

Che cosa è il Jelqing

Jelqing è un termine gergale utilizzato per indicare una tecnica di massaggio del pene che si propone di ingrandirne le dimensioni – sia in termini di lunghezza, che di circonferenza – in modo permanente. La gestualità con cui si pratica prevede di esercitare con la mano una pressione e, contemporaneamente, una trazione dei tessuti dell’organo genitale maschile per spingere il sangue dalla base dell’asta al glande.

La congestione vascolare ed i microtraumatismi che conseguono dalla reiterazione di questi movimenti presumibilmente:

  • Farebbero durare più a lungo le erezioni;
  • Aumenterebbero la circonferenza del pene;
  • Farebbero sembrare il pene più lungo.

Il Jelqing risulta particolarmente intrigante per un uomo che desidera aumentare le dimensioni del proprio pene, poiché viene pubblicizzato come uno dei tanti “metodi naturali” per l’ingrandimento dell’organo sessuale maschile e non comporta farmaci o interventi chirurgici.

Tuttavia, la tecnica non è stata studiata abbastanza per dimostrarne efficacia e sicurezza e la maggior parte dei dati a sostegno del Jelqing sono aneddotici.

Funziona ? qualche dubbio

Molti uomini riferiscono attraverso forum e video online che il Jelqing è un mezzo efficace per aumentare le dimensioni del pene. Tuttavia, nessuno studio scientifico ha mai concluso che questa tecnica funzioni.

I fautori del Jelqing affermano che tirare e allungare regolarmente il pene provocherebbe il riempimento dei tessuti con il sangue, da cui conseguirebbe un turgore permanente. In realtà, l’anatomia di base del pene contraddice questa teoria:

  1. Il pene è un organo, NON un muscolo che può essere rafforzato o alterato con l’esercizio;
  2. La dimensione di un pene eretto è predeterminata dai corpi cavernosi (misura individuale stabilita soprattutto da caratteri genetici);
  3. Se il corpo del pene potesse essere allungato, le erezioni che si svilupperebbero non sarebbero complete (cioè il pene non sarebbe completamente rigido, ma flaccido in parte).

Il Jelqing presumibilmente agisce costringendo il sangue a concentrarsi nel pene, quindi creando una pressione che promuove l’espansione dei tessuti e li rende gonfi.  Il processo può essere in grado di stimolare un aumento del flusso sanguigno, ma la maggior parte degli esperti di urologia afferma che questa tecnica non può allungare permanentemente il pene

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Il Jelqing presumibilmente agisce costringendo il sangue a concentrarsi nel pene, quindi creando una pressione che promuove l’espansione dei tessuti e li rende gonfi.  Il processo può essere in grado di stimolare un aumento del flusso sanguigno, ma la maggior parte degli esperti di urologia afferma che questa tecnica non può allungare permanentemente il pene

Esistono anche strumenti sul mercato che pretendono di fornire la stessa tecnica di “trazione” del jelqing. Ad esempio, una pompa per il pene ha lo scopo di fornire un gradiente di pressione simile all’interno dell’organo sessuale maschile. Questo dispositivo crea semplicemente un vuoto che attira il flusso sanguigno ai genitali; sebbene questo principio di funzionamento possa fornire un ingrandimento temporaneo del pene, non è mai stata registrata una crescita permanente. Al contrario, con la pompa sono possibili danni significativi all’organo.

La procedura

La maggior parte degli esercizi naturali a disposizione si basano su alcuni punti che ti presentiamo qui di seguito, e possono variare leggermente da metodo a metodo, ma in pratica sono molto simili:

  1. Lubrifica il pene prima di iniziare qualsiasi allenamento. Non tutti i lubrificanti sono adatti a questo compito. Alcuni di quelli che puoi usare e ottenere molto facilmente sono: il gel per i bebè e la vaselina.
  2. Massaggia leggermente il tuo pene in modo che non sia in uno stato flaccido, ma non fino a raggiungere il tuo massimo livello di erezione, bensì un punto intermedio.
  3. Posiziona la mano alla base del pene, e circondala con l’indice e il pollice formando un cerchio o un segno OK.
  4. Muovi lentamente la mano verso l’alto, raggiungendo la base del glande, ma senza superarlo, devi fermarti prima.
  5. Ora sposta la mano verso il basso riportandola alla base del pene.
  6. Ripeti la procedura per 10-15 minuti almeno una volta al giorno, prendendo un dettaglio della tua evoluzione. Ricordarti di prendere la misura corretta del tuo pene prima di iniziare l’allenamento e misuralo di nuovo almeno una volta alla settimana per verificare i risultati.

La Performance Sessuale migliora?

Il Jelqing non ha lo scopo di migliorare il desiderio sessuale maschile o le prestazioni sessuali generali. Se la libido o la performance è oggetto delle proprie preoccupazioni, è probabile che le dimensioni del pene non siano la radice del problema.

Per migliorare le prestazioni sessuali, è possibile considerare nuove posizioni sessuali o aggiungere qualche novità in camera da letto, assicurandosi di affrontare l’argomento con il/la partner per sentirsi a proprio agio. Altra strategia possibile è quella dei trattamenti farmacologici, medici o chirurgici per la gestione della disfunzione erettile e/o dei problemi di libido, che possono fornire risultati più soddisfacenti.

Pertanto, qualora si sospettasse di avere una condizione che potrebbe influenzare la propria vita sessuale, il miglior approccio consiste nel consultare un medico per valutare il proprio caso e discutere le opzioni di trattamento disponibili.

I rischi (sono tanti)

A parte la dubbia efficacia degli esercizi, tanti specialisti hanno espresso forti perplessità (se non proprio preoccupazione) per la diffusione del metodo di PeGym.

Le ragioni sono di due ordini, fisico e psicologico. Sul sito si trova l’intervento dello psicologo Alexis Conason: “Abbiamo la tendenza a pensare che le cose possono essere risolte cambiando il nostro corpo e che c’è sempre qualche pillola magica, pozione o esercizio che possono far cambiare il nostro corpo.

Ciò non fa che distrarci da ciò che accade realmente”. Per non parlare dei rischi fisici, che sono davvero tanti, troppi. Gonfiore, irritazione, abrasioni ed ecchimosi sono solo alcuni degli “effetti collaterali” che potrebbero verificarsi e che comporterebbero disfunzioni sessuali e un maggiore rischio con le malattie sessualmente trasmissibili.

Per di più, ha aggiunto l’urologo Robert Valenzuela del New York Presbyterian Hospital: “L’idea che provocare microfratture nel corpo del pene possa portare al suo allungamento è del tutto infondata perché potrebbe addirittura portare alla malattia di La Peyronie” (che è una malattia per cui i tessuti cavernosi diventano fibrotici).

Considerazioni finali

Per concludere, è doveroso sottolineare che un pene “grande” e/o “lungo” non è necessario per una vita sessuale soddisfacente.

Sebbene il sesso possa essere estremamente soddisfacente, senza dover alterare le dimensioni del proprio pene, alcuni uomini preferiscono avere la possibilità di allungare il proprio pene, tentando metodi anche talvolta estremi, altri rischiosi per la salute, spesso ponendosi aspettative irrealistiche. Da questo punto di vista, le pressioni dei media mainstream possono indurre alcune persone ad alimentare le loro insicurezze o instillare loro il desiderio di migliorare le performance sessuali, nonostante ognuno sia unico, bello e naturale a modo proprio.

In effetti, per la maggior parte degli uomini, il desiderio di aumentare le dimensioni del proprio pene è conseguenza di false percezioni.  In altre parole: sebbene l’aumento delle dimensioni del pene possa essere esaltato o pubblicizzato, non esistono dimensioni inadeguate, quindi la necessità e il desiderio di allungare il pene è quasi sempre superfluo per la vera soddisfazione sessuale propria e della/del partner.

Tuttavia, qualora si scegliesse di tentare il Jelqing, è bene assicurarsi di comprendere le potenziali conseguenze e di prendere quante più precauzioni possibili per non rischiare di compromettere la funzionalità del pene.

Pasqua e Pasquetta. Quando erano solo sesso e niente storielle.

Pasqua e Pasquetta. Quando erano solo sesso e niente storielle.

Sin da quando eravate bambino vi può essere stato detto che la Pasqua sia una celebrazione cristiana che commemora la risurrezione di Gesù Cristo. In tal caso, quello che vi è stato detto non è vero.

Anziché essere una celebrazione cristiana, la Pasqua è pagana, ed ha profonde radici nell’antica adorazione del sesso. Vi può essere difficile crederlo, ma considerate ciò che dicono della Pasqua alcune autorevoli opere storiche.

Confermando il suo sfondo pagano, The Catholic Encyclopedia, edizione del 1909, dichiara nel Volume 5, a pagina 227: “Moltissime usanze pagane, con cui si celebra il ritorno della primavera, si accentravano nella Pasqua.

L’uovo è l’emblema della vita nascente al principio della primavera. . . . Il coniglio è un simbolo pagano ed è sempre stato l’emblema della fertilità”. In armonia con ciò The Encyclopedia Americana, edizione del 1956, dichiara nel Volume 9, a pagina 506: “Secondo il Venerabile Beda, storico inglese degli inizi dell’VIII secolo, la parola Easter [Pasqua in inglese] deriva dal norvegese Ostara o Eostre, che significa la festa di primavera all’equinozio primaverile, il 21 marzo, quando la natura si ridesta dopo l’inverno.

Di qui i conigli, notevoli per la loro fecondità, e le uova, colorate come i raggi del sole che torna e dell’aurora boreale”.

Ma come si festeggiava Pasqua prima che venisse cristianizzata?

Come per tutte le feste dell’epoca, il sesso era IL MOTIVO. Si sa già che l’arrivo della primavera risveglia l’ormone e non è che, anche questa, sia una cosa contemporanea.

Davvero vi dobbiamo spiegare nel dettaglio quali orge a base di alcool e frenesia senza limiti si consumavano durante le feste della fertilità? Cose che oggi nemmeno nelle sezioni extreme dei siti porno potreste immaginare.

Ah… i bei tempi andati.