Belle, benestanti, sole… Una Escort….

Belle, benestanti, sole… Una Escort….

Disprezzate, odiate, evitate da ogni cultura e società “civile” e “religiosa” dalla notte dei tempi, eppure sempre presenti sin dalla comparsa dei primi accampamenti primordiali.

Agli occhi del senso comune sono etichettate come un male. Persone senza cuore che sfruttano le debolezze umane o che sono costrette a prostituirsi perchè obbligate o, l’ancor piu’ ingiuriosa, “puttane” perchè prive di una qualsiasi voglia di lavorare per mantenersi scegliendo la via piu’ facile.

Non parliamo oggi di quelle donne che vengono prese dai paesi poveri con l’inganno di una vita migliore e poi brutalizzate per prostituirsi per strada. Quello per cui vi hanno raccontato essere la totalità dei casi riguarda si e no 1/4 del totale. Il restante a prostituirsi ci va con cognizione di causa convinta dalla necessità di una situazione familiare/economica non facile.

Come si puo’ disprezzare cio’ che in ogni civiltà ha rappresentato da sempre un pilastro della società stessa? Già gli antichi romani nelle fila dei loro eserciti portavano delle prostitute. E vi siete mai chiesti come facesse una guarnigione romana a fondare una città ? tutti uomini? Le prostitute sono da sempre state la primaria fonte di scambio. Puttane, cortigiane, damigelle, accompagnatrici, segretarie speciali o… escort… è sempre , da sempre, stata la stessa cosa.

Ed ancora.. perchè disprezzare chi vende il suo corpo per necessità ed invece limitarsi a sorridere quando si parla di una Elisabetta Gregoraci che ha avuto piu’ partner di una prostituta professionale solo per arrivare al riccone di turno e poi parlare in pubblico di amore?

E’ l’ipocrisia il male piu’ grande del mondo. Quello che non considera che le donne, già segregate di suo in una società maschilista, spesso non hanno altre scelte. Perchè hai scelto di prostiturti? non potevi trovare un lavoro? Ecco un’estratto di un’invervista di chi ha avuto il coraggio di dire in pubblico quello che il pubblico non vuole e non vorrà sentirsi dire.

“Innanzitutto, specifico che non ho rilasciato l’intervista per vanità  o per pubblicità (altrimenti avrei dichiarato il mio nome da escort per  consentire agli interessati di trovarmi), ma perché ci tenevo a  raccontare il mio personale punto di vista sul mondo delle  “accompagnatrici”. A mio giudizio, è un universo fatto di poche (finte)  luci e molte (vere) ombre, di tante lacrime amare ben nascoste sotto la  maschera dei sorrisi che sfoderiamo e degli abiti sexy che indossiamo.  Di sicuro, esistono signore e signorine che sono ben felici di svolgere  questa professione. Buon per loro, ma io sono diversa! L’etichetta di  “principessa sul pisello” senza sale in zucca e zero voglia di lavorare  non mi appartiene, per questo rimango ferita da chi spara sentenze dopo  il superficiale ascolto di 6 minuti d’intervista, da cui è impossibile  capire gli avvenimenti sfortunati che mi hanno costretta al mio attuale  percorso.Non oso paragonarmi alle povere donne vittime di tratta (ci mancherebbe altro!), ma nel mio piccolo anche io sono una vittima. Figlia di un paese il cui governo anziché emanare leggi per sviluppare l’occupazione, mortifica l’intelligenza di tanti giovani (e non solo), ostacolandoli nell’espressione delle loro capacità, spesso a vantaggio dei “figli di”, relegando chi non ha “santi in paradiso” a lavoretti precari, con stipendi miseri!

Per 5 anni ho sperimentato sulla mia pelle tutto questo. 800 euro in nero per 10 ore in piedi dentro un negozio, senza condizionatore d’estate e senza riscaldamento d’inverno. Facile immaginare che dovendo pagare un affitto salatissimo per una camera, ben poco mi rimaneva in tasca. Ho addirittura sfiorato l’anoressia perché dopo la seconda settimana del mese, già non avevo più denaro per un pasto decente tutti i giorni e così, ad un certo punto, dopo due battaglie sindacali per ottenere qualche diritto, ho detto basta e mi sono incamminata su questo percorso per sole ragioni di lucro.

Non ho certo la presunzione di ritenermi l’unico essere umano in Terra ad aver subito ingiustizie, né scrivo mossa dalla ricerca di pietà. So bene che non tutte le donne, malgrado impieghi saltuari e mal retribuiti, arrivano a prostituirsi per incrementare i propri scarsi stipendi, ma è sempre perché hanno un’alternativa, un aiuto da parte di amici, di parenti. Io non avevo e non ho nulla oltre me stessa. Ciò nonostante, prima di maturare questa decisione estrema ho cercato per circa 3 mesi qualunque tipo di occupazione. Ho consegnato i miei curricula ovunque, anche “porta a porta”, ma ho ricevuto solo tanti “le faremo sapere”! Sono arrivata al punto che non potevo più aspettare, perché stavo per essere sfrattata. Quando non hai genitori alle spalle che possono sostenerti in difficoltà simili, cosa ti resta? Io provengo da una famiglia povera, che già a 16 anni ero io ad aiutare con qualche lavoretto. Quindi, la mia non è stata per nulla una “scelta” facile!

Ero stanca di avere fame, di non aver soldi nemmeno per curare una cistite e soprattutto, ero stanca delle avances del capo (schiavista) di turno. Ritengo molto “meglio” (di certo non bello, divertente o giusto) donarsi ad un uomo per denaro, che concedersi al boss per mantenere il posto di lavoro! Ci sono alcune donne che accettano tali compromessi solo perché così mantengono l’apparenza da “signora per bene”, la professionista da lodare e rispettare, ma lo schifo della sua “scelta” è identico allo schifo della mia “scelta”, con la differenza che da escort la mia umiliazione è molto ben pagata.

Quello che faccio però, non identifica quello che sono. I miei incontri (non tutti ma la maggior parte) sono “stupri” a cui il mio corpo acconsente, ma che il mio spirito subisce. Nessuno mi regala i soldi, li devo guadagnare interpretando i loro desideri che solo a volte corrispondono ai miei, ma non sono certo Julia Roberts in “Pretty Woman” e loro non sono Richard Gere! La mia vita non è un film romantico e quasi ogni uomo “mi ruba” qualcosa. Piccoli, grandi “tasselli” di me che forse non riuscirò mai più a ritrovare. E’ il rovescio della medaglia ! E’ il caro prezzo che pago per ottenere gli agognati soldi.

Resisto solo grazie all’amicizia con alcuni clienti (meritevoli di affetto molto più di tanti fidanzati del passato) e grazie alla consapevolezza che non sarò “una bambola in vendita” per il resto della vita! L’obiettivo è di guadagnare una cifra consistente non per vivere di rendita, ma per non essere costretta ad accettare di nuovo qualsiasi impiego perché ho bisogno di mangiare. La disperazione spinge ad accettare situazioni di sfruttamento inammessibili, a piegare la testa di fronte ad ingiustizie palesi. In futuro, voglio essere libera di scegliere un lavoro perché mi piace, non perché ho estrema necessità di guadagnare.

Purtroppo, la mia adorata Italia è una Nazione colma di ipocriti ed è “normale” che io venga attaccata per la mia “scelta” dagli stessi individui che poi telefonano per incontrarmi, dagli stessi personaggi che predicano la moralità, i valori, che frequentano la chiesa e poi, nel buio della mia camera, per 20 secondi di piacere, rinnegano tutto quello in cui affermano di credere alla luce del giorno! Questi “signori” che in televisione, sui quotidiani, via internet esortano al sacrificio, allo studio, all’impegno, sono gli stessi che creano quelle disgraziate condizioni che possono costringere una persona ad accettare di “sporcarsi” per sopravvivere.

Parafrasando la grande Anna Magnani in un noto film: “Sono stufa dell’onestà! Qua si sta morendo di onestà!”. Negli sguardi di alcun e nei commenti che ascolto o leggo in giro sui giornali e sul web, emerge un disprezzo spaventoso verso chi esercita il mestiere più antico del mondo. Come se dicessero: “Fai la prostituta. Che stima posso avere di te?”. La donna che sposa il ricco di turno per farsi mantenere a vita, quella invece come si chiama? Trionfo della falsità!

Io ho tantissimi difetti, ma non accetterei mai di sposare un uomo che non amo solo perché ricco. Il mio cuore non è in vendita. Questo, è uno dei miei valori assoluti! A quanti sostengono che una escort dovrebbe pagare le tasse, rispondo: dovrei versare parte dei miei soldi ad uno Stato che non riconosce la mia attuale professione? C’è un enorme buco legislativo in merito all’argomento. Lo Stato non ha alcun diritto di pretendere denaro da una prostituta, visto che non la considera una lavoratrice. Questa “caccia alle streghe” è insensata. L’evasione fiscale è quella di medici, professori, negozianti (lavoratori riconosciuti dalla legge italiana) che non emettono scontrini e fatture. Il prezzo del meretricio è un indennizzo per la “violenza” subita dal nostro corpo, dalla nostra mente e dalla nostra anima e gli indennizzi non sono tassabili!”

Guida per donne single sui Social del sesso

Guida per donne single sui Social del sesso

L’Italia è quel paese dove il “razzismo” sessuale è fortemente radicato. Un paese dove, in particolare gli uomini, inneggiano ai valori della famiglia e dove, basta controllare i loro profili su facebook, gli stessi fanno parte di gruppi come “sesso facile, gnocche porche, trans trav italiani”.

L’italiano medio è quello che incita le donne a essere più libertine, ma se poi c’è una donna che vuole realmente divertirsi ed è propositivia, viene subito etichettata come poco di buono, troia, zoccola, mignotta e così via.

Nel mondo dello scambismo (e noi lo sappiamo bene) è pieno di uomini che si propongono come singoli in cerca di sesso ma sono sposati. Se gli si chiede come mai non coinvolga la moglie la tipica risposta da essere ignorante e retrogrado è “Mia moglie queste cose non le fa…”

Ma nella stragrande maggioranza dei casi, la donna single che calca i social per conoscere nuove persone (non per forza quelli dove il sesso è un argomento più che esplicito), si ritrova in un campo minato di rapporti e confronti che ne intaccano la sua spontaneità e trasparenza.

La singola sui Social

Come capita il più delle volte, anzi, SEMPRE appena una donna Singola crea un account viene sommersa dai messaggi. Durante il primo mese è normale che arrivino dai 40 messaggi al giorno in su.

La maggior parte dei Singoli usa la tattica del “copia/incolla” ovvero partendo con il presupposto che in poche gli risponderanno, riduce la fatica scrivendo a tutte la stessa cosa, e capita che scriva un messaggio per coppie (al plurale) e lo invii anche alle singole.

Di questi soggetti una Singola non potrà mai liberarsene: potrà imparare a riconoscerli, ma soprattutto a pubblicare un annuncio che attiri il genere di uomo, donna o coppia più affine alle sue fantasie trasgressive.

Cosa pubblicare? I Nostri consigli

Sul nostro sito (potete registrarvi QUI) consigliamo di creare un profilo con attenzione, in particolare per le donne, e di perderci del tempo per rendersi visibili, con una buona descrizione che faccia anche da filtro rispetto a quelle persone con cui non vorremmo avere a che fare.

Anche se buona parte dei Singoli non legge quello che avete scritto, quelli che forse vi intrigheranno di più si soffermeranno e avranno un approccio in linea con le vostre ricerche.

uello che scegliete di scrivere farà un po’ come il miele per le api. Cercate un uomo da una botta e via? Cercate una avventura focosa ma più intensa? Volete una gangbang? Un toy boy sempre a disposizione? Ecco che in base all’incontro che desiderate, cambierà quello che scriverete e le foto che pubblicherete.

Ad esempio, se chiedete sempre un incontro conoscitivo o una cena, passerà l’idea che volete conoscere un po’ meglio la persona prima di decidere se concludere o meno.

Con il tempo aggiungerete più cose, come la tipologia di incontri che non desiderate, cosa vi piacerebbe, cosa volete evitare.

Ad esempio un elenco delle qualità del fisico dell’uomo darà indicazioni precise su quello che è importante per voi, precisazioni su comportamenti/ortografia e sintassi, pubblicare citazioni, manderanno più una immagine di una donna che è alla ricerca di un incontro con una persona dove ci sia più affinità di neuroni.

Individuate il tipo di incontro che volete e mettetelo per iscritto!

Inutile trovare un uomo che vi narra una poesia quando il vostro desiderio è pura carne ed orgasmi.

Anche le fotografie che scegliete di pubblicare manderanno dei segnali su chi siete e cosa vi piace.

Foto a corpo coperto o non del tutto scoperto, tipo il “vedo non vedo” lasceranno una scia di mistero, o l’idea di una donna riservata. Foto esclusivamente dei genitali manderanno un messaggio più chiaro sulle vostre intenzioni belliche. Come anche foto che mostrino amplessi o pompini.

Da ricordare che ogni foto, anche se il tasto destro del pc non funziona o se le immagini scorrono esiste sempre chi sa armeggiare con i pc e scaricare le foto.

E sul cellulare è ancora più semplice con il tasto “screenshot”.  Quindi pubblicate solo fotografie che se per caso venissero condivise non vi arrecherebbero danni, dove l’entità del danno la decidete voi.

Questo non vuol dire che si debbano pubblicare solo foto dei genitali o di 5 centimetri quadri di pelle, si possono scegliere posizioni dove si veda anche molto del proprio corpo o scegliere degli ambienti di casa (o esterni) dove immortalarsi.

Se scorrete tra i profili delle singole potrete prendere ispirazione dalle pose che più vi piacciono e che più vi fanno sentire belle.

Torniamo alla miriade di messaggi che vi arrivano…

Potete fare in due modi:
leggere prima il messaggio
guardare prima il profilo

Ovvio che se dalla prima frase o foto che vedete non vi intriga, inutile fare i passaggi successivi. Con il tempo diventerete brave a cogliere i copia/incolla e a scremare.

Se uno è interessato solo alla prestazione (o meglio a svuotarsi senza curarsi di voi) e non ha capito chi siete e cosa cercate, è possibile che non abbia molto da darvi.

Di solito poi quando lodano le proprie competenze e quello che amano fare, è possibile che non le facciano o che siano pessimi, rientrando nella categoria “galletti”.

Come quelli che scrivono “scopare il cervello” sono poco credibili, o uno è bravo con le parole e non ha bisogno di scriverlo, altrimenti rientra nella categoria “galletti” citata sopra.

Anche le foto di un uomo mandano segnali su quello che desidera e su cosa gli può piacere.

Più curate e varie, più sarà evidente il messaggio che ci tengono a far colpo non solo con il pene. Molti pubblicano tre foto in croce con ancora addosso i pantaloni e le mutande a metà coscia, oppure nudi e con i calzini fantasmini.

Foto esclusivamente di primi piani del pene potrebbero indicare che la persona pensa di più a quello che ad altre parti del corpo.

Foto vecchie con quel tipico filtro seppia o con un taglio anni ’80 possono far pensare che non siano attuali, oppure se le foto sono minuscole per non far vedere bene o sembrano troppo finte tipo catalogo di intimo, dovrebbero far destare qualche sospetto sulla veridicità del soggetto o su quanto voglia mettersi in gioco.

Tutto dipende da quello che cercate e da cosa a voi trasmettono le immagini e quello che hanno scelto di scrivere per presentarsi.

Come sono i Singoli?

Il gentiluomo che non si dimentica che anche se si è su un sito di annunci espliciti, comunica con voi in quanto donne da conquistare, magari seguendo i segnali luminosi che avete sul vostro profilo.

Quello che viene definito spesso MdF – morto di fica potrà avere degli atteggiamenti un po’ aggressivi e pensare che se siete su questo sito va da se che date un numero a tutti i Singoli e li aspettate con le gambe aperte, con frasi solite copia/incolla o che vanno direttamente a frasi esplicite “fatti fare questo/ti farei quest’altro” ecc.

E che sul suo profilo, convinto delle sue doti come indispensabili e uniche, scrive “fatevi avanti”.

E ci sono anche i “segaioli” che si accontentano di mandare avanti una conversazione per settimane ipotizzando un incontro, magari ottenendo foto e poi non concludendo.

Dopo i primi messaggi può essere più pratico spostare la conversazione in chat rapide, come Whatsapp.

Solo che per Whatsapp serve il numero di telefono e spesso questo è collegato al proprio profilo di Facebook.

E ora che sono connessi più  intimamente, scoprire chi è una persona dal numero di telefono è una cosa assai facile. Se volete mantenere la vostra privacy sarebbe opportuno avere un secondo numero da dedicare solo agli incontri.

In questo modo se qualcuno diventa fastidioso sarà più facile da gestire.

Ci sono altre alternative che non prevedono l’uso di un numero di telefono, come Kik, Messenger, Skype, la chat di Hangouts dove basta uno smartphone e una mail, magari creata apposta per gli incontri.

C’è chi si crea un profilo fake su Facebook che usa per le chat o per seguire determinati gruppi particolari che non vuole condividere con i propri contatti.

Anche in chat privata, si suggerisce di NON mandare foto di nudità che coinvolgano il volto, non si sa mai chi ci può essere dall’altra parte!

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

È passata dai cavi elettrici ai fili del corsetto: così Pixee Fox, ex elettricista svedese di 25 anni, ha trasformato la sua vita in pochi anni. Si è sottoposta a quindici interventi facendosi asportare anche sei costole, con il solo scopo di trasformarsi in un personaggio dei fumetti: ecco la sua storia.

Pixee Fox. La donna che si è fatta togliere 6 costole per assomigliare a un fumetto

Da un’esistenza rurale trascorsa nelle campagne vicino Stoccolma, la giovane sfilava e posava solo occasionalmente. Non una grande ossessione per il suo corpo, ma una predisposizione naturale per Pixee che si sentiva un maschiaccio. Il fidanzato dell’epoca la convinse a sottoporsi a una chirurgia plastica di ingrandimento del seno, ma dopo la loro separazione nel 2013 l’interesse per il bisturi aumentò.

A folgorarla fu un film del 1992, “Fuga dal mondo dei sogni”, che la spinse verso il desiderio di trasformarsi in un cartone animato. In una bambola simile a Jessica Rabbit, dalle curve esagerate e dal vitino sottile. Con gli anni Pixee Fox si è sottoposta a moltissimi interventi di chirurgia e rimodellamento del suo corpo, spendendo una cifra pari a più di 120.000 dollari. Ma lei si sente solo a metà del percorso per il raggiungimento della felicità, pronta a sottoporsi a nuove operazione.

Fino a questo momento ha subito quattro rinoplastiche al setto nasale, ha ingrandito il seno per due volte, un’operazione alle palpebre, due liposuzioni, un rimodellamento di zigomi, faccia, labbra e lato B per forme più corpose e tondeggianti. Ma anche un CoolSculpting, ovvero una riduzione non invasiva dell’adipe tramite congelamento, quindi un rimodellamento delle labbra vaginali. Quello che in realtà l’ha fatta balzare agli onori della cronaca non sono solo i circa 15 interventi ma l’asportazione di sei costole. Pratica che solitamente viene effettuata in caso di necessità medica, ma che lei ha realizzato per diminuire drasticamente il girovita. Un desiderio preponderante per sembrare sempre di più una bambola, un personaggio di fantasia, fino a entrare nel Guinness dei Primati.

La giovane, che pratica sport con costanza, vive perennemente indossando un corsetto che le definisce la forma della vita quindi nutrendosi con cibi liquidi e proteine. Ha impiantato ciglia più folte e si è sottoposta ad altri piccoli interventi che aggiorna costantemente. Si sente un’artista in evoluzione e deve questo cambiamento anche al supporto dei suoi follower di Instagram e Facebook, che le hanno pagato personalmente alcuni dei tanti interventi. Le spese esagerate, alcune fuori dalla sua portata, sembrano non avere fine mentre sempre più media si stanno interessando alla sua trasformazione.

 

Lo StripTease. La faticosa arte erotica dell’attesa

Lo StripTease. La faticosa arte erotica dell’attesa

Più l’azione è lenta, ma allo stesso tempo coinvolgente, più cresce l’attesa che si traduce in autentico desiderio. Oggi il voler “tutto e subito” ha portato alla degenerazione di quell’arte fatta di ammiccamenti, di sensualità, di ritualità. Ridare nuovo lustro a tale forma di spettacolo è la missione dell’autrice. Attraverso questo saggio, fitto di descrizioni, di dettagli, di foto d’epoca, di interventi in prima persona, di biografie, di interviste e di aneddoti, emerge il suo personale giudizio di valore.

“Togliere un indumento dopo l’altro è come sfogliare i petali di un fiore”

Lo striptease è l’esempio perfetto di come un’azione quotidiana come spogliarsi possa diventare un’arte. Quante volte la sera, stanche dopo una giornata di lavoro, gettiamo all’aria i vestiti in maniera svogliata o sgraziata? Eppure, se questa stessa azione si compie con la giusta atmosfera e movimenti sensuali, può diventare una grande arma di seduzione a disposizione delle donne (certo oggi esistono anche spogliarelli maschili ma è innegabile che il corpo femminile sia più armonioso e si presti meglio a questa arte).

Non si tratta di una scoperta di noi donne moderne: lo spogliarello ha, infatti, origini più antiche di quanto si possa pensare. L’antenato più antico dello striptease è la nudatio mimarum dei ludi florales che aveva luogo nell’antica Roma. Altre testimonianze storiche si ritrovano nella danza dei sette veli di Salomè riportata nel Vangelo e più volte rappresentata a teatro.

In epoca moderna possiamo distinguere essenzialmente due forme di spogliarello: quello privato, eseguito in intimità per sedurre il partner, e quello oggetto di esibizione erotica. Quest’ultimo si compie solitamente in locali appositi (strip club) dove una o anche più ragazze si spogliano esibendosi a tempo di musica di fronte ad una platea.

Storicamente il più famoso locale di questo genere a livello internazionale è il Moulin Rouge di Parigi dove, ancora oggi, decine di ragazze aspiranti spogliarelliste vengono istruite all’arte dello striptease.

Solitamente si pensa che l’uomo sia attratto dal nudo femminile: ma pensare allo striptease esclusivamente come a questo sarebbe riduttivo. Lo spogliarello è una stimolazione dei sensi attraverso un gioco di seduzione prima ancora di arrivare al risultato finale, ovvero alla visione del corpo nudo.

https://www.youtube.com/watch?v=M2-DgNC86-M

L’eccitazione nasce proprio dal desiderio di quello che deve ancora succedere: tanto è vero che non tutti gli spogliarelli si concludono con un nudo integrale. È la sottile provocazione del vedo e non vedo, l’attesa per vedere un indumento cadere che si pone alla base dello spogliarello e che lo rende così irresistibile agli occhi degli uomini.

Non a caso ci sono scene cinematografiche di striptease che sono diventate pietre miliari nell’immaginario collettivo: dalla nostra Sofia Loren, che in “Ieri, oggi, domani” si spoglia per Marcello Mastroianni, ai movimenti in penombra di Kim Basinger in “Nove Settimane e mezzo”, dalla lap dance di Demi Moore in “Striptease” fino all’esibizione di Paz Vega in “Lucia y el sexo”.

 

Alle donne piace il Rough Sex (Sesso Violento). Conosci le sue regole ?

Alle donne piace il Rough Sex (Sesso Violento). Conosci le sue regole ?

Non c’è donna che nel suo più intimo desiderio nascosto non abbia quello di essere posseduta brutalmente da un virgulto maschio, degno del proprio nome, che la faccia così impazzire di piacere da non riuscire nemmeno bene a capire cosa stia succedendo e cosa stia facendo.

Se una donna vi dirà mai “ah, io no, non mi piace” mi dispiace dirlo ma in 9 casi su 10 mente e quella rimanente è una “figa di legno”.

Il problema è come però il Rough Sex lo intende l’uomo, traviato da film porno dove vede donne che appena suonato il campanello e facendo entrare dentro casa uno che ha già il pisello in mano, spalancano le gambe e si fanno fare di tutto senza problemi e pure felici.

No. Non funziona così !!!

Un uomo che non capisce la differenza di tempi e ritmi con una donna non sarà mai un amante capace che riuscirà a soddisfare la propria partner. Una donna è assolutamente progressiva, è un monte da scalare in cui è bene partire piano, in prossimita della cima aumentare progressivamente la velocità per poi lanciarsi in discesa senza freni.

Chi pensa di poter partire a mille, probabilmente si fermerà dopo i primi metri facendo una figura barbina e non dando alcuna soddisfazione.

Quando si riesce a portare una donna al proprio apice è lì che si vuole più spinta, forza, sentire il maschio, esprimere quella forma di dominazione che porta all’orgasmo che per le donne parte dalla testa e arriva al resto del corpo.

Il dominio perfetto, sognato da ogni donna, è un perfetto equilibrio tra brutalità e controllo. Uno schiaffo dato con decisione ma che non deve lasciare segni. Deciso ma non forte

Un graffio lungo la schiena, una stretta al collo seguita da un profondo bacio di passione, il chiamarla puttana e saperla poi abbracciare. Il decidere di farlo da dietro avendo piano piano preparato il campo lo renderà estremamente piacevole e desiderato.

Se siete uomini che volete tutto e subito, oltre a non durare abbastanza per scaldarla, il sesso ben fatto non è per voi. Rassegnatevi….