Perchè se un uomo va in un club privè è una persona che vuole solo divertirsi e che, ci sta, in fondo si possa cercare una scopata fuori dal matrimonio senza che ci siano legami mentre se lo fa una donna è una zoccola depravata, non degna di rispetto, che cerca solo cazzi perchè insoddisfatta della vita e con cui è meglio non avere troppo a che fare non appena arrivati all’ejaculazione?
Perchè se una donna viene beccata a rimorchiare su un social viene derisa, schernita e, dopo aver ricevuto un rifiuto perchè considerata preda facile, allontanata e segregata come se si fosse ancora nel medioevo?
E queste persone, questi benpensati, poi sono gli stessi che si lamentano del fatto che le italiche donne non la diano con facilità. Prima scatarrano nel piatto dove vorrebbero mangiare e poi si lamentano del servizio.
Mi hanno chiamata puttana. Perché gli ho sorriso quando mi diceva che avevo un bel culo, gli ho detto si senza aspettare troppo tempo, mi sono fatta toccare ovunque senza particolari impedimenti, gliel’ho preso in mano senza guanti sterilizzati da chirurgo e poi l’ho perfino messo in bocca e non ci eravamo ancora neppure presentati.
Mi hanno chiamata troia perché mi è piaciuto, ed eravamo in un piccolo sgabuzzino ricavato dentro il pub, mi sono liberata di mutande, reggiseno, gli ho sbottonato il pantalone e mi sembrava gli piacesse, era felice, lui godeva e devo dire che godevo anch’io.
Mi hanno chiamata sporca perché non ho tenuto a precisare i dettagli della mia intimità, gli ho solo detto “tiè, mettiti ‘sto preservativo” e poi ho sollevato l’anca e l’ho spinto dentro senza indugiare. E se ne avevo voglia non ho capito perché mai avrei dovuto rifiutare. L’unica cosa della quale avrei potuto lamentarmi era il fatto che è venuto troppo presto, era eccitato, c’era da capirlo, allora mi sono toccata e lui mi ha dato una mano, anzi la lingua, per fare arrivare pure me.
Ma come, non lo fermi? Non gli dici niente? Non vuoi neppure avere un abbraccio, una parola dolce, qualcosa che possa dare l’illusione di un interesse differente? E dico no, non me ne frega niente. Mi è piaciuto. Dovessi mai incontrarlo un’altra volta può anche ricapitare. Se gli sta bene. Se mi sta bene. Ma al momento dirsi ciao e grazie dopo il sesso e continuare a trascorrere la serata come prima mi sembra la migliore cosa.
Mi hanno chiamata troia perché secondo la mia amica mi sarei comportata come un maschio. E ho chiesto “un maschio gode quando scopa? e perché mai non posso farlo anch’io?“.
Mi hanno chiamata puttana perché mi è piaciuto quello che non avrebbe mai dovuto piacermi. Anzi mi eccita, ancora, solo ripensarci. Perché sono fatta di carne e di libido e non c’è alcuna morale che possa convincermi del fatto che mi sono sbagliata.
Mi hanno chiamata sporca perché avrei dovuto, come minimo, sperare che lui mi chiamasse il giorno dopo, a me che non gli ho neppure dato il numero di telefono, avrei dovuto sospirare, innamorarmi, immaginare di mettere su casa e fare mille figli con uno con il quale mi è solo piaciuto scopare.
Mi hanno chiamata stronza quando è sembrato che per difendermi dalle accuse ho dato delle bacchettone e moraliste alle mie conoscenti, quelle che mi hanno vista entrare con quel tale dentro lo stanzino e poi mi hanno aspettata fuori. Una mi ha detto “ero preoccupata… pensavo ti stesse stuprando…“.
Mi hanno chiamata troia perché avessi detto si trattava di uno stupro forse sarebbe stato meglio, avrei evitato di essere processata perché manco dell’aspirazione alla santità. E mi chiedevo se esiste regola che imponga alle donne di sentirsi violate se non rispettano le convenzioni sociali.
Io mi ricordo ancora quelle mani strette, i colpi serrati, il caldo, l’odore, lo rifarei senza problemi, perché certe volte l’intesa scatta in un momento e di lui non so cosa mi ha colpito, forse la voce, forse. Ma se dopo il sesso non proclamo di essere una martire profondamente innamorata, se ben distinguo la chimica dal sentimento, allora sono un maschio, che per chi è un po’ specista diventa essere un “animale”, nel senso becero e deteriore di quel termine.
Io troia, io puttana, io animale, io sporca. Perché in fondo c’è una mentalità che ci vuole un po’ così: stuprate, sofferenti e infelici o se felicemente scopanti dunque stigmatizzate. Al massimo sposate figlianti, senza eccessiva eccitazione per gli appuntamenti a letto.
Ho fatto sesso consensuale con un tale che non me l’ha chiesta, io non gliel’ho chiesto, mi è piaciuto e poi non ci siamo mai più visti. Per la mia amica sono ancora quella che avrebbe avuto un trauma da piccola ché altrimenti sarei lì a fare la sentimentale con qualcuno.
Mi ha triturato le ovaie con il mio presunto senso di solitudine, ché noi femmine saremmo diverse, che non è possibile che possa piacerci una cosa così, che per sentirsi realizzate per davvero le “donne”, e l’ha detta proprio così declamando teorie al plurale, avrebbero bisogno di sicurezza, stabilità, casa, famiglia, figli. Le ho detto “stai serena… a te forse non sarebbe piaciuto ma a me invece si“.
Lo posso dire che se lei trombasse di più e avesse meno moralismi attaccati sulla pelle forse starebbe meglio e farebbe stare meglio pure me?
Chiamatele mignotte, troie, prostitute, zoccole, ma in fondo sono persone che per necessità o per scelta (e non sono poche) hanno deciso di fare il mestiere più antico del mondo.
Difficile, stressante, alle volte degradante e estremamente pericoloso, eppure come in tutti i lavori, non è da tutti e bisogna saperci fare anche “psicologicamente” con i clienti.
E’ un lavoro dove la “soddisfazione del cliente” è un obbligo remunerato e oggi vi presentiamo un’intervista ad Antonella, prostituta di 43 di Udine che ci racconta la sua vita e le sue sperienze.
Antonella, 43 anni, di Udine, sposata. Lei si prostituisce da molti anni, mentre suo marito fa l’operaio in una fabbrica.. Hanno tre figli, tutti adolescenti, che non conoscono il mestiere della mamma.
Le ho fatto qualche domanda, per cercare di capire meglio la personalità e il mondo di una donna che ha scelto il sesso come mestiere.Ecco l’intervista:
Che età avevi quando hai iniziato a prostituirti? Diciassette anni.
Cosa hai provato la prima volta? Difficile ricordare..paura sicuramente..
Lavori in strada, in casa, in hotel… Ho iniziato in strada per molti anni poi con l’arrivo degli stranieri era diventato rischioso e quindi la maggior parte delle italiane si sono ritirate in appartamento.
Che differenza c’è fra una prostituta e una escort? Perché non tutte scelgono di fare le escort? La escort si sposta, fa viaggi anche lunghi, fine settimana, cene, questo implica una buona dialettica e capacità di essere gradevole come compagnia: non tutte sono portate e preferiscono il rapporto più veloce e sbrigativo.
Hai mai provato a smettere, a fare un lavoro normale? Ho smesso costretta dagli eventi della vita e fatto lavori anche umili, ma quando ho potuto ho ripreso. E’ difficile fare a meno di un certo tenore di vita.
Tuo marito sa quale è il tuo vero lavoro? E’ geloso? Mio marito era un cliente. Quindi sa che per me è un lavoro:niente di coinvolgente, fisicamente o mentalmente.
Quali sono i rapporti intimi fra di voi? Abbastanza radi, in quanto sessualmente perdi molto esercitando questo lavoro..
Quanti clienti vedi, ogni giorno? Difficile fare medie. A causa della crisi economica che ci ha colpito direi che sono oggi da 2 a 7-8 al giorno.
Cosa pensi del tuo lavoro? Che bisogna essere adatte a farlo. Non tutte lo possono fare senza subire contraccolpi psicologici.
Quanto ti permette di guadagnare? In media dagli 80 ai 100 mila Euro ogni anno.
Saresti disposta a pagare le tasse, se vi fosse una legalizzazione della prostituzione? Certamente. E lo troverei giusto se lo riconoscessero come lavoro. Come già è in molti altri Paesi.
Che tipo di uomini sono i tuoi clienti? Di tutti i tipi. Di tutte le età e di varia estrazione sociale.
Hai dei tabù sessuali, prestazioni che assolutamente rifiuti? Sicuramente cose che possano mettere a rischio la mia salute, tipo contatti con liquidi organici. Non sono portata al sadomaso, e a rapporti lesbici.
Vi sono persone con le quali non riusciresti mai ad avere un rapporto? Sinceramente no. Ho anche clienti disabili. Purche’ italiani.
I tuoi clienti usano tutti il preservativo? Certe persone non lo sopportano e quindi si lavora con preservativo e alla fine si fa senza, manualmente.
Come ti proteggi dalle malattie sessualmente trasmesse? Preservativo, vaccinazione epatite B.
Quanto tempo dura, in media, un rapporto sessuale con te? Dipende da cosa ti viene chiesto. Un cliente vuole una cosa veloce, un altro vuole fare un’ora. In media un passaggio che io chiamo normale dura 15-20 minuti tutto compreso. Chiacchiere e rivestimento.
Quali sono i servizi che ti vengono richiesti più spesso? L’orale scoperto.
Hai mai provato un senso di schifo? No.
Hai mai provato paura? Ho sempre tutto sotto controllo. No.
Cosa ti sentiresti di dire alle mogli dei tuoi clienti? Devono pensare ai loro mariti non a me. Io non cerco nessuno: sono cercata.
Ti senti a disagio quando frequenti altre donne che non si prostituiscono? Assolutamente no.
Ti senti in colpa verso i tuoi figli? Quale mamma non vorrebbe dare il meglio ai suoi figli? Ma cerco di compensare inondandoli d’amore e d’attenzioni.
Se avessi una figlia femmina, accetteresti che lei intraprendesse il tuo stesso mestiere? Penso che la famiglia sia basilare per intraprendere certe scelte. Purtoppo io ho avuto una famiglia priva d’amore genitoriale e che si è liberata presto di me. All’inizio è sopravvivenza, poi diventa un business. Mia figlia non avrebbe bisogno di pensare a questa eventualità. Io ci sarei sempre per lei.
Le prostitute che hai conosciuto hanno iniziato per scelta o per far fronte alle difficoltà della vita? Tutte per difficoltà.
Voi, prostitute italiane, in cosa siete diverse dalle straniere? Forse in nulla.Sono donne come noi. Forse solo piu sfortunate.
Subite la concorrenza dei Trans? Io no. Penso sia un genere completamente diverso. Ho notato comunque che negli ultimi anni il sesso è cambiato. Molti uomini cercano i Trans. Sembra strano, ma sono molto più femminili di noi donne!
Ti sono mai stati richiesti rapporti sessuali con più persone? Raramente. Ho provato l’esperienza e la considero piu semplice e sbrigativa di quello che può sembrare. si conlcude in fretta!
Hai mai avuto richieste da clienti-donne? Ho sempre rifiutato. Non sono lesbica. E se devo fare una cosa, la faccio bene o declino.
A che età in genere smette la professione una prostituta? Non c’è età, né per iniziare, né per smettere. L’età può forse incidere sulla mole di lavoro. Conosco colleghe di quasi 50 anni che guadagnano piu di me.Se una donna ha un po’ di intelligenza mette via per il futuro, compra, investe, si fa una polizza pensionistica privata. O si fa sposare da qualche cliente affezionato!
Provi piacere sessuale? Lo fingi con i clienti? Nessun piacere sessuale, ma non mi piace la parola “fingere”…Diciamo che si partecipa nella maniera adatta, professionalmente.
Secondo te è meglio la prostituzione in strada o al chiuso, in qualche locale? Ognuno a casa sua. Oppure in centri appositi come in Olanda.
Hai mai pensato di scrivere un libro sulla tua vita, per raccontare le tue esperienze? Sto scrivendo un’autobiografia da molto tempo. E’ un parto doloroso perché ripercorre una vita densa di eventi non sempre gradevoli non è facile. Non so perché lo faccio. Forse perché una mamma non faccia gli sbagli che ha fatto la mia con me, segnando tutta la mia vita.
Le coppie che praticano lo scambio di coppia entrano di diritto in quella zona che noi chiamiamo “Il Lato Oscuro del Sesso”, zona e idea che ci ha dato l’idea di realizzare questo sito, per permettere agli amanti del sesso senza solo fini “riproduttivi” di esplorare nuove idee, confrontarsi e conoscersi.
Il nostro è un paese estremamente retrogrado per quanto concerne la libertà di esprimere la propria sessualità. Se si è Gay si viene fortemente emarginati, se un uomo decide di andare a Trans (2 su 5 è la media ufficiale degli over 45) va ridicolizzato, se una donna vuole divertirsi è solo una zoccola, se una coppia decide di vivere il sesso liberamente sono dei mostri a cui dovrebbero togliergli anche i figli, detto solitamente da chi parla con un essere invisibile superiore che gli parla attraverso un libro.
Eppure tutte queste persone e molte altre non fanno male a nessuno, vivono la propria sessualità in forma libera, senza pregiudizi e molto più felice di chi solitamente li critica per invidia.
I vantaggi delle coppie scambiste
Chi non conosce questo mondo, e solitamente sono quelli che più di altri giudicano e si riempiono la bocca di pregiudizi, sarà sorpreso di sapere che le coppie scambiste (o swingers) hanno relazioni molto più forti e durature di chi non ha mai allargato i propri orizzonti sessuali.
Nel 2015 in Italia sono stati celebrati 194.377 Matrimoni e sempre nello stesso anno si sono separate 91.706 coppie. Mentre le famiglie “tradizionali” affrontano un tasso di separazione altissimo, le coppie swinger si separano solo nel 12% dei casi, contro quasi il 50% dei “benpensanti”.
Ecco altri importanti 5 vantaggi di chi pratica lo scambismo
1. Comunicazione aperta.
Ogni coppia che è sopravvissuta a questo stile di vita ha imparato a comunicare costantemente e apertamente tra loro, senza alcun filtro. Soprattutto all’inizio il vostro rapporto sarà una continua sfida, ma una volta che si impara a comunicare correttamente con il proprio partner diventa tutto più facile e automatico, basta un semplice sguardo e spesso neanche più quello!
Che voi siate una coppia scambista o meno la comunicazione è il fulcro vitale di ogni rapporto forte e se ogni coppia imparasse a farlo più frequentemente e soprattutto onestamente, il tasso dei divorzi si ridurrebbe notevolmente. Uno stile di vita libertino porta i livelli di comunicazione della coppia a picchi che pensavate irraggiungibili.
2. Un più alto livello di intimità.
Dopo i primi 3 anni di un rapporto il livello di intimità tra i partner si riduce di circa il 50%. Questa statistica non si applica alle coppie della comunità scambista. Il motivo per cui questa riduzione accade è dovuto al fatto che i desideri sessuali naturali di una coppia “normale” vengono soppressi per così tanto tempo che muoiono al punto che, stimolarli, diventa sempre più difficile.
Il sesso invece è sempre in prima linea in un rapporto “swinger“. Gli scambisti arrivano a condividere e vivere le loro fantasie con i propri partner tenendoli costantemente stimolati sessualmente, aiutando così a promuovere un più alto livello di intimità con l’altro anche dopo tanti anni di vita insieme.
3. Un’intensa vita sociale.
“Si arriva in cerca di sesso, si rimane per stare insieme“. Questo diceva sempre un nostro amico, ed è una frase in cui ci rispecchiamo fortemente. E’ la descrizione perfetta della “Comunità”, e nel mondo dello scambismo quello della community è un sentimento molto forte, spesso intenso e travolgente. E quando si diventa parte di una comunità, non se ne può più fare a meno.
Nella vita di tutti i giorni non è facile trovare coppie che superati i 50 vanno ancora in discoteca o in qualche festa in maschera capaci anche e oltretutto di stringere nuove amicizie. E invece … sono molte le coppie swinger che si sono incontrate ad un Party o in un Club Privè e che hanno stretto amicizie durature, interessanti e stuzzicanti, tanto da rendere noiose, talvolta, le classiche uscite con “gli amici di sempre”. D’altra parte chi di noi non ama il buon cibo, lo stare insieme, le feste, la vita all’aria aperta e soprattutto il sesso; non ci vergogniamo, non abbiamo tabù e non ci preoccupiamo di essere giudicati. Noi battiamo il resto del mondo 10 a 0
4. Aumento di fiducia in sè stessi.
Tendiamo a essere troppo duri con noi stessi soprattutto quando si tratta di come appariamo fisicamente. Talvolta i soli complimenti del nostro partner non bastano. Una delle cose più soprendenti della comunità scambista è che arrivi a scoprire quanto in realtà agli altri piaci, e tanto, il che contribuisce inevitabilmente ad aumentare la vostra fiducia e a stare bene con sè stessi. Ognuno ama sentirsi desiderato e questo si ottiene molto più spesso quando si è uno scambista.
Questo fatto è particolarmente evidente tra le donne della comunità swinger. Dopo aver passato la prima fase pensando che le altre sono tutte più belle di lei, qualcosa cambia, i primi approcci riaccendono la propria sensualità fino a far nascere una persona completamente nuova. E’ incredibile quanto attraenti possa farvi sembrare un pò di fiducia in più, eppure è così!
5. Una nuova giovinezza.
Quando si smette di divertirsi nella vita l’unica cosa che resta è aspettare la vecchiaia. Divertirsi è la fonte ultima della gioventù, e gli scambisti fortunatamente si divertono! Tante persone vivono la loro vita a parlare di quanto si divertivano quando erano 20enni, quando hanno avuto la libertà di esplorare il mondo come più gli piaceva. Le Coppie scambiste non hanno bisogno di vivere costantemente nel passato perchè possono ricreare quei momenti di libertà, di divertimento e di scoperta ogni fine settimana. Questo tipo di spontaneità e di avventura li fa sentire più giovani, in un modo in cui ogni adulto al mondo piacerebbe sentirsi.
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