Quando il sesso è un mestiere. Dialogo con una prostituta

Quando il sesso è un mestiere. Dialogo con una prostituta

Chiamatele mignotte, troie, prostitute, zoccole, ma in fondo sono persone che per necessità o per scelta (e non sono poche) hanno deciso di fare il mestiere più antico del mondo.

Difficile, stressante, alle volte degradante e estremamente pericoloso, eppure come in tutti i lavori, non è da tutti e bisogna saperci fare anche “psicologicamente” con i clienti.

E’ un lavoro dove la “soddisfazione del cliente” è un obbligo remunerato e oggi vi presentiamo un’intervista ad Antonella, prostituta di 43 di Udine che ci racconta la sua vita e le sue sperienze.

Antonella, 43 anni, di Udine, sposata. Lei si prostituisce da molti anni, mentre suo marito fa l’operaio in una fabbrica.. Hanno tre figli, tutti adolescenti, che non conoscono il mestiere della mamma.

Le ho fatto qualche domanda, per cercare di capire meglio la personalità e il mondo di una donna che ha scelto il sesso come mestiere.Ecco l’intervista:

Che età avevi quando hai iniziato a prostituirti? 
Diciassette anni.

Cosa hai provato la prima volta? 
Difficile ricordare..paura sicuramente..

Lavori in strada, in casa, in hotel…
Ho iniziato in strada per molti anni poi con l’arrivo degli stranieri era diventato rischioso e quindi la maggior parte delle italiane si sono ritirate in appartamento.

Che differenza c’è fra una prostituta e una escort? Perché non tutte scelgono di fare le escort?
La escort si sposta, fa viaggi anche lunghi, fine settimana, cene, questo implica una buona dialettica e capacità di essere gradevole come compagnia: non tutte sono portate e preferiscono il rapporto più veloce e sbrigativo.

Hai mai provato a smettere, a fare un lavoro normale?
Ho smesso costretta dagli eventi della vita e fatto lavori anche umili, ma quando ho potuto ho ripreso.  E’ difficile fare a meno di un certo tenore di vita.

Tuo marito sa quale è il tuo vero lavoro? E’ geloso? 
Mio marito era un cliente. Quindi sa che per me è un lavoro:niente di coinvolgente, fisicamente o mentalmente.

Quali sono i rapporti intimi fra di voi? 
Abbastanza radi, in quanto sessualmente perdi molto esercitando questo lavoro..

Quanti clienti vedi, ogni giorno? 
Difficile fare medie. A causa della crisi economica che ci ha colpito direi che sono oggi da 2 a 7-8 al giorno.

Cosa pensi del tuo lavoro? 
Che bisogna essere adatte a farlo. Non tutte lo possono fare senza subire contraccolpi psicologici.

Quanto ti permette di guadagnare? 
In media dagli 80 ai 100 mila Euro ogni anno.

Saresti disposta a pagare le tasse, se vi fosse una legalizzazione della prostituzione? 
Certamente. E lo troverei giusto se lo riconoscessero come lavoro. Come già  è in molti altri Paesi.

Che tipo di uomini sono i tuoi clienti? 
Di tutti i tipi. Di tutte le età e di varia estrazione sociale.

Hai dei tabù sessuali, prestazioni che assolutamente rifiuti?
Sicuramente cose che possano mettere a rischio la mia salute, tipo contatti con liquidi organici. Non sono portata al sadomaso, e a rapporti lesbici.

Vi sono persone con le quali non riusciresti mai ad avere un rapporto?
Sinceramente no. Ho anche clienti disabili. Purche’ italiani.

I tuoi clienti usano tutti il preservativo?
Certe persone non lo sopportano e quindi si lavora con preservativo e alla fine si fa senza, manualmente.

Come ti proteggi dalle malattie sessualmente trasmesse?
Preservativo, vaccinazione epatite B.

Quanto tempo dura, in media, un rapporto sessuale con te? 
Dipende da cosa ti viene chiesto. Un cliente vuole una cosa veloce, un altro vuole fare un’ora.  In media un passaggio che io chiamo normale dura 15-20 minuti tutto compreso. Chiacchiere e rivestimento.

Quali sono i servizi che ti vengono richiesti più spesso? 
L’orale scoperto.

Hai mai provato un senso di schifo? 
No.

Hai mai provato paura?  
Ho sempre tutto sotto controllo. No.

Cosa ti sentiresti di dire alle mogli dei tuoi clienti? 
Devono pensare ai loro mariti non a me. Io non cerco nessuno: sono cercata.

Ti senti a disagio quando frequenti altre donne che non si prostituiscono? 
Assolutamente no.

Ti senti in colpa verso i tuoi figli? 
Quale mamma non vorrebbe dare il meglio ai suoi figli?  Ma cerco di compensare inondandoli d’amore e d’attenzioni.

Se avessi una figlia femmina, accetteresti che lei intraprendesse il tuo stesso mestiere?
Penso che la famiglia sia basilare per intraprendere certe scelte. Purtoppo io ho avuto una famiglia priva d’amore genitoriale e che si è liberata presto di me. All’inizio è sopravvivenza, poi diventa un business. Mia figlia non avrebbe bisogno di pensare a questa eventualità.
Io ci sarei sempre per lei.

Le prostitute che hai conosciuto hanno iniziato per scelta o per far fronte alle difficoltà della vita? 
Tutte per difficoltà.

Voi, prostitute italiane, in cosa siete diverse dalle straniere? 
Forse in nulla.Sono donne come noi. Forse solo piu sfortunate.

Subite la concorrenza dei Trans? 
Io no. Penso sia un genere completamente diverso. Ho notato comunque che negli ultimi anni il sesso è cambiato. Molti uomini cercano i Trans. Sembra strano, ma sono molto più femminili di noi donne!

Ti sono mai stati richiesti rapporti sessuali con più persone?
Raramente. Ho provato l’esperienza e la considero piu semplice e sbrigativa di quello che può sembrare. si conlcude in fretta!

Hai mai avuto richieste da clienti-donne?
Ho sempre rifiutato. Non sono lesbica. E se devo fare una cosa, la faccio bene o declino.

A che età in genere smette la professione una prostituta?
Non c’è età, né per iniziare, né per smettere.  L’età può forse incidere sulla mole di lavoro. Conosco colleghe di quasi 50 anni che guadagnano piu di me.Se una donna ha un po’ di intelligenza mette via per il futuro, compra, investe, si fa una polizza pensionistica privata. O si fa sposare da qualche cliente affezionato!

Provi piacere sessuale? Lo fingi con i clienti? 
Nessun piacere sessuale, ma non mi piace la parola “fingere”…Diciamo che si partecipa nella maniera adatta, professionalmente.

Secondo te è meglio la prostituzione in strada o al chiuso, in qualche locale?
Ognuno a casa sua. Oppure in centri appositi come in Olanda.

Hai mai pensato di scrivere un libro sulla tua vita, per raccontare le tue esperienze?
Sto scrivendo un’autobiografia da molto tempo. E’ un parto doloroso perché ripercorre una vita densa di eventi non sempre gradevoli non è facile. Non so perché lo faccio. Forse perché una mamma non faccia gli sbagli che ha fatto la mia con me, segnando tutta la mia vita.