Onlyfans & C. Stanno chiedendo il Codice Fiscale per poter essere pagati. Come risolvere il problema?
Avete un profilo Onlyfans, Cam4 o qualsiasi altro sito dove promuovete i vostri contenuti a pagamento e vi è uscito l’avviso che, per essere pagati, dovete inserire il vostro codice fiscale per la tracciabilità?
Tutta colpa del DAC7, una normativa europea recepita del tutto in Italia con il D. lgs 32/2023, che ha l’obiettivo di mettere un freno all’evasione fiscale legata all’economia online obbligando le piattaforme digitali a comunicare i dati sugli introiti degli utenti.
Purtroppo esiste solo una soluzione, quella di adeguarsi perchè, in assenza della tracciabilità, il sito non è autorizzato ad emettere pagamenti e se lo fa, deve segnalarlo all’autorità competente (tradotto rischiate un accertamento fiscale).
Sappiamo benissimo che chi sta leggendo questo articolo è una/un content creators con contenuti che sarebbe meglio non si sapesse da quali persone reali, con nome e cognome, vengano prodotti.
Da una parte si ha terrore di far sapere allo stato che ci si spoglia (e non solo) per fare soldi, dall’altra parte c’è proprio un problema nella dichiarazione dei redditi che ha impatti sia sul proprio Ral che tassazione (Aliquote).
In Italia non è obbligatorio aprire la Partita Iva quando l’attività svolta è occasionale e sporadica.
In questo caso è infatti possibile dichiarare i guadagni percepiti come redditi di attività occasionale e indicarli nel quadro “RL-Redditi Diversi” nella vostra dichiarazione dei redditi.
Sul reddito prodotto si dovrà pagare l’Irpef secondo il tradizionale metodo a scaglioni.
Conviene proseguire o lasciare perdere?
La soluzione, l’unica, che andiamo a proporre agli utenti ha senso solo e soltanto nel caso che il guadagno medio mensile sia sostenibile.
Detto in maniera molto franca, se state sui 100/200$ al mese non penso sia il caso di continuare a faticare, mentre meglio sarebbe puntare su altre vie di commercializzazione che spiegheremo più avanti.
P.IVA ORDINARIA / FORFETTARIA / FORFETTARIA SEMPLIFICATA
Se non volete inserire nella vostra dichiarazione dei redditi i guadagni provenienti dalle piattaforme di condivisione come Only Fans ci sono 3 sole possibilità (diciamo anche 4)
Aprire una P.iva Ordinaria se i vostri guadagni superano gli 85.000 euro l’anno.
In questo caso diventa conveniente. E’ possibile scaricare l’iva degli acquisti, non fa cumulo con il proprio Ral (regime fiscale separato).
Se i vostri guadagni annui invece sono inferiori agli 85.000 euro, esiste la P.IVA FORFETTARIA. Minori costi, minore tassazione ma in alcuni casi potrebbe fare cumulo con il vostro RAL (Reddito Annuo Lordo). Dovete verificare eventualmente con il vostro commercialista.
Per chi invece arrotonda e sta sotto i 25.000 Euro annui il consiglio è di realizzare la Partita Iva forfettaria Agevolata (o semplificata).
Ha dei costi esigui di apertura (sui 200 euro), non si cumula con il vostro RAL e anche la gestione e costo di un commercialista, essendo una forma fiscale semplificata, si aggira tra i 40 e i 60 euro al mese.
Applicando questo regime pagherai solo il 15% di tasse o il 5% per i primi 5 anni in caso di apertura di una nuova Partita IVA. Non è possibile però scaricare gli acquisti e anche le fatture non sono scaricabili.
Per aprire la P.IVA Semplificata bisogna rispettare i seguenti requisiti:
Il primo è essere residente in Italia. Inoltre non devi essere socio di una società di persone o possedere quote di maggioranza in una società di capitali che opera nello stesso settore dell’attività che aprirai.
Oltre a questo, ricorda che se sei dipendente, la tua RAL nell’anno precedente all’apertura deve essere inferiore a 30.000€. In tal caso va bene qualsiasi persona (non voglio dire prestanomi) che sia maggiorenne che non abbia un reddito superiore ai 30k.
Un ultima possibilità è quella di passare direttamente sotto delle agenzie che, avendo la loro partita iva, prendono gli incassi e ci pagano le tasse come se fossero loro contenuti. Questi costi verranno detratti dai vostri guadagni.
Conclusioni
Inutile cercare delle piattaforme che ancora non vi abbiano chiesto il codice fiscale o la partita iva.
A questa normativa dovranno adeguarsi tutti i siti web che generano guadagni ed erogano pagamenti.
Se non avete un commercialista di fiducia o qualcuno da cui andare a fare una consulenza e una chiacchierata, esistono dei siti web di commercialisti online, molto economici, dei quali però non ho sinceramente un feedback per potervi dire se siano o no efficienti.
Rimane il fatto che prima di provare ad aprire uno dei qualsiasi regimi di Partita Iva suggeriti, un salto da un commercialista dovete farlo per forza e farvi consigliare.
Chi ha scritto questo articolo non è un esperto in materie fiscali, ma si è confrontato proprio oggi con un commercialista e vi ho riportato quando a me detto sul come affrontare la questione.
Magari un altro professionista saprà darvi consigli migliori qualore decideste di continuare a monetizzare.
Se invece vi fate pagare per video personalizzati, dirette in cam o quando il rapporto è diretto tra voi e l’utente, se le cifre sono esigue… io non posso dirlo perchè verrei tacciato di evasione, però ecco. Non fatelo eh 🙂 dovreste dichiarare anche quelle cifre.. dovreste.. poi se ve ne dimenticate…
Avete altri consigli o suggerimenti? scriveteli nei commenti di questo articolo
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