#MILF ! Da dove viene il termine e cosa vuol dire.

#MILF ! Da dove viene il termine e cosa vuol dire.

Il termine MILF è entrato a far parte del linguaggio comune dei ragazzi di oggi. Molti di voi avranno sentito dei giovani rivolgersi a una donna utilizzando questa espressione, ma probabilmente non tutti sanno davvero quale sia il significato di MILF.

Se avete, quasi certamente, visto “Il laureato” potete farvi già un’idea. Nel film la famosa Mrs. Robinson (Anne Bancroft) considerata la prima MILF della storia del cinema, intrattiene una relazione sessuale con un giovane Dustin Hoffman, che però alla fine si innamora della figlia di lei.

Milf: qual è il significato

Le persone hanno spesso bisogno di termini per categorizzare e distinguere le cose, come MILF, acronimo di “mother I’d like to fuck ovvero “mamma che mi farei”, definizione diventata nota grazie alla commedia adolescenziale American Pie del 1999.

Dopo la divulgazione di questa espressione cominciarono a emergere altre varianti, come DILF e FILF, riferiti a papà e padri; GILF ai nonni e SMILF per indicare le madri single. Se una madre è giovane, diciamo sui venti, non è una MILF, che richiede tempo come un buon vino d’annata, ma una “baby mother”. Ce n’è da imparare!

Cosa vuol dire essere una MILF

La parola, considerata da molte come un’offesa piuttosto pesante, da altre un complimento, si rivolge a donne mature molto belle che hanno avuto figli. Di solito, questo termine è usato da ragazzi quando si parla delle madri dei loro amici da cui sono attratti.

Ci sono dei requisiti specifici che fanno di una donna una MILF:

  • è più anziana di chi la definisce con questo termine. Diciamo che un ventenne può dirlo di una quarantenne; mentre se un uomo di quaranta lo dicesse di una coetanea invece di definirla attraente, sarebbe un po’ ridicolo in quanto anche lui un potenziale DILF;
  • molte possono essere madri, non tutte delle MILF, ovvero donne estremamente sexy che sono riuscite a mantenere un bel fisico nonostante il parto;
  • rispetto al ragazzo che la brama ha sicuramente più esperienza, va dritta al punto, non ama i giochetti né perdere tempo;
  • è sicura di sé stessa e del suo corpo.

Le donne, oggi, riescono a essere bellissime anche con l’avanzare degli anni. Se fino a poco tempo fa era l’uomo a diventare più affascinante con la maturità, oggi si può dire lo stesso della donna.

Differenza tra MILF e Cougar

Una MILF normalmente non ha interesse per i ragazzi che la chiamano in tal modo, sono per lo più ignare delle reazioni che suscitano. Quando si tratta di una cougar, le cose sono diverse. Amano e ricercano la compagnia di uomini più giovani, che vedono come prede; non desiderano storie serie o lunghe e la maggior parte di loro non vuole una famiglia. Preferiscono il gioco, il divertimento all’impegno.

I ragazzi sono molto attratti dalle cougar perché trovano la loro esperienza, libertà e sicurezza molto eccitante. Tutte e due sono belle, sicure di loro stesse, la differenza principale risiede nel fatto che le MILF non cercano l’attenzione, mentre le cougar non aspettano altro.

MILF e l’aspetto psicologico erotico

In un libro intitolato “A Billion Wicked Thoughts: What the Internet Tells Us About Sexual Relationships”(Un miliardo di pensieri malvagi: cosa ci dice Internet sulle relazioni sessuali), che scandalizzò molti, due neuroscienziati anticonformisti, Ogi Ogas e Sai Gaddam, nel 2012 ricerca ancora valida, analizzarono oltre un miliardo di fantasie erotiche, sia di maschi che di femmine, esaminando i termini di ricerca dei siti porno più popolari, scoprendo che il più popolare su Pornhub era “mamma”, MILF il terzo.

I risultati furono poi incrociati poi con le ultime scoperte di neuroscienze comportamentali, offrendo un quadro delle differenze tra come funziona e si esprime il desiderio sessuale maschile e quello femminile.

Gli uomini eterosessuali possono essere attratti dalle MILF per ragioni differenti, in molti fantasticano di essere sottomessi da una donna dominante e potente; in altri l’interesse è stimolato da un loro senso di insicurezza e, una donna che sa quello che vuole potrebbe calmare l’ansia e la paura di essere abbandonati. Il fascino delle MILF risiede in gran parte nella confutazione dell’idea che il sesso appartiene solo ai giovani o ai maschi di una certa età con le ragazzine…evoluzione di tempi!

Ora che sai, se senti qualcuno chiamarti MILF, significa solo che ti trova estremamente sexy.

I Toy Boys. Assolutamente meglio di una relazione stabile

I Toy Boys. Assolutamente meglio di una relazione stabile

Il sesso deve essere fatto bene, altrimenti si chiama noiosa routine.

Quando si parla di Toy Boys bisogna fare un’importante precisazione. Non sono amanti, non sono solo una botta e via ma nemmeno troppo legati, non c’è da parte di Lei una reale dipendenza sentimentale e infine la donna che si intrattiene con i Toy Boys deve avere da circa 40 anni in su.

In particolare l’età di Lei è importante definirla all’interno di questo articolo perché se si hanno 30 anni non si rispetterebbe quella regola per cui l’ometto con cui ci si stuzzica sia molto più giovane di lei e dovremmo mettere in campo anche i minorenni e non è questo il caso, anche perché va bene avere un uomo molto più giovane, ma uno troppo giovane, è ancora poco esperto sul sesso per realizzare le necessità di una donna che ne saprebbe fin troppo più del felice malcapitato.

Cosa è esattamente un Toy Boy per una donna?

La definizione migliore è quella che diede Madonna parlando dei suoi… “Un Diamante che Brilla in una scatola piena sola di bigiotteria” e essere uno di loro non è da tutti, rassegnatevi. Trovare una donna che vi permetta di farle da amante la potreste trovare perché siete piacenti, perché siete intelligenti o simpatici, perché magari scopate bene o perché siete coccoloso o teneroni o perché avete un carattere deciso che alle donne piace sempre.

No il toy boy non è niente di tutto questo, ma tutto questo messo insieme. E’ bellogiovane con età media di 30 annidisinibitopieno di energia e di vita che non si stanca mai e che è l’unico uomo veramente capace di farti dire basta basta… dammi tregua. E’ un uomo che è conscio del suo ruolo da fuco e niente di più, sa rispettare le necessità e gli spazi di lei ed è sempre pronto ad accorrere quando la sua regina lo chiama.

Quando si guida una macchina sportiva non ci si trova più bene con una semplice utilitaria e una donna che ha “riassaporato” il gusto dell’essere giovane e desiderata difficilmente torna indietro tra le braccia di un altro ingrigito uomo. Un amante si nasconde, un toy boy invece si mostra come un trofeo alle amiche. Mentre loro cercano likes su facebook fotografando le pietanze, lei potrà invece mostrare la sua mano che gli accarezza la tartaruga. Insomma una bella differenza no? Insomma avere un toy boy è cosi’ semplice e non ha controindicazioni?

Iniziamo dal dire che trovare un toy boy per una donna non è difficile, il problema è riuscire a stabilire quell’affinità che è necessaria a ogni donna per avere un buon sesso degno del nome. Muscoloso ma spesso stupido come una zucchina, diretto e maiale ma a parole che poi invece a letto lui sopra e lei sotto e via che ti prende dopo un po’ sonno.

Inoltre i Toy Boys che mediamente hanno 10/15 anni meno di lei non è che alle 10.30 gli prende sonno e si mettono il pigiamone. Quelli ti vanno in discoteca e tornano ancora arzilli e saltellanti a casa alle 6 di mattina e, purtroppo per voi, la concorrenza è micidiale e bisogna saper non essere gelose. Il motto di una donna che ha un Toy Boy non deve essere mai “tra tante ha scelto solo me” ma forse un più equilibrato e realistico “tra tante 20 enni col culo sodo e senza cellulite riesco ancora a rientrare nella cerchia di persone che ad uno così piacciono”. Si perché il vero problema, care mie, non è trovare un toy boy… ma è tenerselo.

Non è quindi meglio un ingrigito coetaneo ? certo non andrà a 300 all’ora come un Ferrari ma magari è comodo……

Il Gigolò.Le donne che pagano gli uomini per fare sesso

Il Gigolò.Le donne che pagano gli uomini per fare sesso

E’ convinzione comune che esistano solo uomini che possano pagare delle donne e mai il contrario. Questa convinzione deriva da tre presupposti errati che vedono in primis l’autonomia economica maschile come unica in grado di acquistare un corpo, ma le donne se ci pensate spendono mediamente più di un uomo per molto altro.

In seconda istanza il fatto che una donna non ha sessualmente le stesse pulsioni sessuali di un uomo, ma anche qui ci si dimentica che una donna ha delle voglie erotiche molto più forti e strutturate di un uomo che ha tutto il suo erotismo concentrato sul “pisello”.

Infine si pensa che una donna non abbia bisogno di pagare per fare sesso perchè oggettivamente per il mondo femminile è più facile trovare qualcuno che venga a letto con te, che parcheggio vicino casa, ma se la smettete di ragionare da maschi pisellocentrici dovete comprendere che una donna, se dovesse pagare un uomo per andarci a letto, non da i soldi per il suo membro, ma per la situazione che vuole creare, per il modo con cui raggiungere la sua soddisfazione e affermazione personale.

La differenza infatti tra uomini e donne che pagano un o una partner per andarci a letto sta nella finalità.

Un uomo ha bisogno di espletare una necessità fisiologica, una donna quella mentale.

Tra i servizi a pagamento di un gigolò vi è quello dell’accompagnatore, che sia a un matrimonio, a un funerale o in crociera poco importa, o il fidanzato a ore, il love coach, l’interprete di personaggi o ancora il sexual trainer.

E’ stata realizzata un’intervista in cui si sono espressi, senza tabuù o censure, due gigolò, uno psicoterapeuta e una donna che ha usufruito di servizi a pagamento.

In Italia i gigolò etero sono pochi, o comunque sono pochi quelli che grazie a questo mestiere riescono a mantenersi, perché le donne che pagano per sesso non sono tante.

È infatti molto più comune che un gigolò sia bisessuale e offra prestazioni a pagamento anche ad altri uomini, allargando così la sua clientela potenziale, altrimenti molto limitata, e molto più esigente di quella maschile.

“Il 90 per cento di quelli che sono su internet e lavorano con donne fa la fame, il mercato delle donne che pagano è piccolissimo. Non è facile per una donna pagare per un uomo. La donna non ha il rapporto con il sesso come ce l’abbiamo noi uomini, è più cerebrale, deve essere più coinvolta emozionalmente”, ci racconta Roy, uno dei più noti e apprezzati gigolò d’Italia e uno dei pochi che può dedicarsi esclusivamente a questo mestiere, senza dover ricorrere ad altri lavori per guadagnare.

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Abbiamo chiesto a lui, che è nel settore da 15 anni, di raccontarci, secondo la sua esperienza, cos’è che spinge una donna a rivolgersi a un gigolò.

“Una donna che arriva a pagare un gigolò è una donna che ha una lacuna da colmare, che ha una fragilità, che vive una difficoltà passionale, affettiva o sessuale. Ha un’insoddisfazione intrinseca legata spesso alla famiglia, al marito, agli amici. Una donna che paga lo fa per mettersi un po’ alla prova al contrario dell’uomo che paga per fare sesso, per cui spesso è solo uno sfogo sessuale. Una donna no. Deve avere sempre una problematica per chiamarti, se una donna è serena felice col suo uomo, con il suo amante, non spenderà mai un euro per un gigolò”.

Il termine gigolò è di origine francese. Originariamente indicava un ballerino che danzava accompagnandosi con la dama a pagamento. Oggi può indicare una serie di cose diverse, con il comune denominatore delle prestazioni a pagamento.

Tra i servizi offerti da Roy non vi è solo il sesso: “Faccio anche altri servizi come quello dell’accompagnatore o interpretazione di personaggi, che va moltissimo. Lavoro molto con la verginità, con donne alla prima esperienza. Non parliamo di sedicenni ma di quarantenni che non hanno mai avuto l’occasione di fare sesso o che hanno subito una violenza da piccole”.

“A volte collaboro con degli psicologi: mi capitano anche donne che non hanno mai baciato e che ad esempio hanno conosciuto un uomo interessante e non vogliono perdere l’occasione e allora mi chiamano e io insegno loro il minimo indispensabile. Un uomo che incontra una donna di trent’anni ancora vergine spesso è portato a scappare”, racconta ancora Roy a cui chiediamo di fare un passo indietro e raccontarci quando ha iniziato e cosa lo ha spinto a lasciare il suo lavoro da rappresentante per reinventarsi gigolò.

“È nato tutto per caso. Io facevo il cubista, lo spogliarellista. 15 anni fa una donna mi contattò: – Ho un lavoro particolare per te, dovresti darmi una mano. Devi corteggiarmi in un locale dove c’è mio marito che ci guarderà e dovrà ingelosirsi -. Accettai ma quel lavoro durò 10 minuti perché poi il marito si arrabbiò. Però mi si accese una lampadina: potrebbe essere un mestiere. Feci una ricerca su internet e non c’era nulla a riguardo, così decisi di fare un sito internet, incominciai e lì mi si aprì un mondo che non conoscevo”.

“Le clienti sono prevalentemente del centro-nord, quelle del sud si rivolgono a me molto meno, spesso per una questione morale. Possono essere di qualsiasi età, ma difficilmente mi capita la donna anziana perché di solito non hanno voglia di fare sesso, le donne anziane chiedono altri servizi”.

“Quelle che chiedono sesso sono donne dai 30 ai 45 anni, ma ho avuto anche ragazze di 19 anni fino a una donna di 72 anni. Ho avuto anche donne bellissime, tanto che vedendole arrivare mi chiedevo se fosse uno scherzo. Le donne bellissime hanno paradossalmente meno occasioni di fare sesso di una donna medio-brutta, sono più esigenti, scartano con più facilità. Molte donne ti pagano per il silenzio, per la riservatezza”.

“Ero separata da un po’ di tempo e non ero pronta ad avere relazioni con altri uomini. Ho una vita molto impegnata, ho dei figli, avevo avuto qualche avventura sporadica ma per una donna nelle mie condizioni, con una vita problematica, è sempre molto difficile uscire con un uomo che si incontra nella maniera tradizionale. A volte lasciano l’amaro in bocca, delle delusioni, ci si sente usate, ci sono sempre tante promesse che poi spesso cadono. Con l’uomo a pagamento invece da un certo punto di vista si sa a cosa si va incontro”, racconta Lucia (nome di fantasia), 45enne, separata, che lavora nel campo dell’abbigliamento.

“La vita sessuale per una donna sola che ha ancora dei desideri è un problema e ci si trova davanti a due strade: o rinunciarvi completamente, e ho delle amiche che l’hanno fatto, o non rinunciarvi, come ho fatto io. Ho provato a frequentare qualcuno ma alla fine bisogna fare i conti con le difficoltà, con la frustrazione di un uomo che dopo il primo appuntamento non ti cerca”.

“Con un gigolò questo non succede, lui viene chiamato per essere il fidanzato di una sera, si è consapevoli che è una cosa che si riduce ad una serata. Non si teme il giudizio, si esce, si va a letto insieme senza la paura di essere poi giudicate come donne facili. Io vivo in una città piccola, non volevo frequentare persone della mia città perché comunque il mio ex marito è della stessa città e non volevo essere sulla bocca di tutti, quindi ho optato per questa soluzione. Si sa che un uomo che viene pagato sta con noi perché è stato pagato. A volte una donna che ha alle spalle un matrimonio fallito ha solo bisogno di un amico di una sera senza la paura di essere giudicata”.

“Il denaro che si paga con un professionista serve anche a tutelare la propria sicurezza e riservatezza. È un po’ diverso da quello che è il modo in cui gli uomini usufruiscono di una prostituta. Forse noi abbiamo più bisogno di una bella serata, di stare con una persona che ci fa sentire delle donne e non solo madri o lavoratrici”, racconta ancora Lucia.

Lucia è una cliente di Roy, e descrive la sua esperienza con come molto positiva. Lo reputa un grande conversatore, oltre che un uomo bello e prestante sotto tutti i punti di vista.

Ascoltando la storia di Roy vien da pensare a quante donne diverse abbia conosciuto, ai motivi più disparati per cui si siano rivolte a lui.

Gli chiediamo allora qual è stato il servizio più bizzarro che gli è stato commissionato: “Una volta mi sono sposato per finta. Una donna ha organizzato un falso matrimonio per prendere i soldi dai genitori, ha organizzato proprio il pranzo, con alcune comparse, una cosa megalomane, dove io interpretavo il ruolo del marito. Ha fatto tutto questo per far felici i genitori anziani e per prendere anche dei soldi. Ho seguitato questa farsa per alcuni anni, fino alla morte della madre, perché io, essendo suo marito, a pranzo a Natale a Pasqua andavo a casa loro”, racconta Roy ridendo.

Eppure in una professione così legata al sesso non mancano le esperienze più intime e toccanti: “Una volta una ragazzina 19enne mi chiamò per fare un regalo alla mamma, che da 16 anni non stava più con un uomo. La figlia mi faceva un sacco di raccomandazioni, falle vivere un sogno, falle passare una bella serata, vi lascio casa libera e cose del genere. La serata è andata abbastanza bene e finì lì. Dopo due mesi la ragazzina mi manda una mail e mi dice: – tu sei stato l’ultimo e più bel ricordo di mia madre prima di morire. Tu sei stato l’ultimo desiderio – Quella donna era malata terminale ed essere stato il suo ultimo bel ricordo è una cosa che tocca molto”, dice ancora Roy.

“Una donna non ti chiamerà mai per fare sesso, ti chiama sempre per conoscerti. E io vado all’appuntamento, non è come l’uomo che va con una donna e fa sesso a tutti i costi. Mi posso anche rifiutare, e a volte è successo”.

Il mercato del sesso a pagamento per i gigolò negli ultimi 6-7 anni è triplicato, ma il lavoro è diminuito. Le donne che pagano sono sempre le stesse. È triplicata l’offerta ma la domanda è sempre quella.

“Molti giovani che si improvvisano gigolò fanno la fame, sono tutti in bolletta. La maggior parte di loro mi chiama per avere dei consigli, ne conosco molti. Molti sono padri che hanno perso il lavoro, con figli a carico. Ma non puoi fare questo mestiere per bisogno, lo devi fare perché lo ami. Se tu ami un mestiere i soldi arrivano. Ci sono ragazzi che hanno iniziato ieri, e millantano esperienza”, racconta Roy.

Oltre a Roy, gigolò di lunga esperienza, abbiamo sentito anche Francesco, Francy il dolce, che nella vita fa l’informatico, e svolge l’attività di gigolò solo occasionalmente.

“Ho iniziato quando avevo 29 anni, adesso ne ho 31. È iniziato tutto per gioco. Mi sono imbattuto nel sito di Roy, il gigolò più famoso d’Italia e ho pensato di creare un sito con le mie immagini e di posizionarlo su Google dato che per lavoro mi occupo anche di posizionamento sui motori di ricerca. Sono riuscito a posizionarmi tra i primi risultati a livello nazionale così da iniziare a ricevere i primi contatti. Ho circa 2-3 contatti a settimana con donne ma non tutti vanno a buon fine. All’inizio non mi sarei nemmeno aspettato di ricevere qualche richiesta, essendo iniziato tutto per gioco. Tutto ciò che faccio sul web lo faccio per guadagnare soldi. Ho anche un altro sito, oltre al mio, un sito di annunci dove ci sono circa 700 gigolò iscritti”, racconta Francesco.

“Ho un aspetto molto comune, non rappresento il classico gigolò muscoloso, come quelli dei film. Credo sia questo a catturare l’attenzione delle donne che mi contattano. Le donne che pagano gli uomini sono una minoranza. Lavorano tanto gli escort gay ma chi decide di intraprendere questa professione da etero deve spostarsi in tutta Italia. I compensi variano in base alla distanza, al servizio richiesto e anche in base a chi ho di fronte. Orientativamente io chiedo dalle 200-300 euro fino a un massimo di 600-700 euro, non di più”, prosegue ancora Francy.

Ben diverse sono le tariffe di Roy: “Sotto i 500 euro non scendo mai, per una cena o un dopocena, o un pomeriggio. Dipende dai casi, una volta ho preso 10mila euro per guardare un film di Verdone sul divano con una signora ricca. Dipende molto da chi ti contatta, cerco di far parlare le persone e cerco di valutare. Se tu chiedi poco a una donna ricca sei un barbone, se chiedi troppo a una donna povera non va bene. Bisogna trovare la giusta misura. Il gigolò bravo è quello che sa ascoltare e capire con chi ha a che fare. La donna ha bisogno di un uomo che sia un attore, che interpreti una parte, che sia bravo a interpretare l’uomo che lei vuole”, dice ancora Roy.

In Italia è ancora un tabù per una donna ammettere di pagare uomini per fare sesso. Spesso molte donne vanno all’estero, per sentirsi più libere, meno giudicate. “Le donne che vanno a fare turismo sessuale sono le prossime che chiameranno un gigolò ma ancora non hanno il coraggio di farlo. Decidono di andare all’estero perché lì è tutto più facile. Ci vuole coraggio a uscire con uno nella tua stessa città che fa questo mestiere. In questi posti costa anche meno e hai più libertà. In Italia la donna che chiama un gigolò è una su mille. Ricevo tante telefonate ma diciamo che ogni 5 ne va in porto una”, racconta ancora Roy.

Sull’argomento è più esplicito Alessandro Pedrazzi, psicoterapeuta, secondo il quale “nella nostra società, quello che si può consentire alla donna non è quello che si può consentire a un uomo. La vera libertà della donna non sta nel fare qualcosa di proibito, perché questo si è sempre fatto, le donne vanno con i gigolò da millenni, la vera libertà è il poter dire di averlo fatto. E oggi non è ancora del tutto così, la donna non ha la libertà di dire le stesse cose che può dire un uomo. La donna viene malgiudicata molto più dell’uomo e le più feroci sono spesso le donne verso le altre donne”, spiega lui.

“Le donne che acquistano sesso, pur essendo molto diverse tra loro, sono accomunate da una sorta di ribellismo. È un atto di ribellione che può avere una storia molto lunga e che viene ponderato molto, anche mesi, non è fatto di impulso. Quello che cercano è una relazione, più che l’atto sessuale in sé, pur essendo consapevoli che si tratta di una relazione fittizia. Una relazione che dura anche solo un giorno ma che va oltre l’atto sessuale”.

“Alcune donne dicono – se non te la senti di fare sesso non lo facciamo – , benché abbiano pagato. La sessualità va in secondo piano. Le donne che si rivolgono ai gigolò non sono donne che non hanno nessun’altra possibilità e che quindi devono accedere alla prostituzione perché altrimenti non avrebbero altre occasioni per fare sesso. Sono di estrazione molto diversa, spesso si potrebbe pensare alla riccona annoiata. Ma nella maggior parte dei casi sono donne che hanno già una relazione, magari non esaltante, dove si è spenta la passione”.

“A volte questa esperienza viene vissuta come un atto di liberazione. Se confessano di averlo fatto, lo confessano solo a un ristrettissimo gruppo di amiche. Vi è il piacere di aver fatto qualcosa di bello per se stesse, di essersi riappropriate della propria vita. Spesso sono donne compresse nel ruolo della brava moglie, della brava mamma, della brava lavoratrice e il sesso a pagamento può distruggere l’immagine che una donna si è cucita noiosamente addosso e questo dà un senso di realizzazione, di fiducia in se stesse molto forte, che va al di là del piacere fisico stesso”, spiega ancora Pedrazzi.

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