La docente di Ivrea che portò le proprie allieve in un club per scambisti
La storia che vi raccontiamo, realmente accaduta, ha come protagoniste una bellissima e sexy insegnante da fisico slanciato con le curve al posto giusto e tacchi 12, un suo amico piacione decisamente porcello con un fare un pò lascivo e due studentesse liceali che vengono invitate a partecipare ad una serata ad alto tasso erotico in un club privè.
Tutti insieme
Tutti insieme appassionatamente per una serata hot e diversa dal solito da trascorrere in un club privĆ© del Torinese, tra una festa a bordo piscina, luci soffuse, musica di sottofondo e corpi avvinghiati sui divanetti. La storia, datata 24 giugno 2010, ora ĆØ finita in tribunale. Sul banco degli imputati cāĆØ lei, Sabrina Z., 36 anni, di Torino, allāepoca dei fatti docente in una scuola professionale dellāEporediese e ora accusata di violenza privata. A inchiodarla una frase, che secondo il pubblico ministero aveva proferito come minaccia a una delle sue allieve che era con lei quella sera: Ā«Se racconti cosa ĆØ accaduto questa notte ti boccioĀ».

Tanto ĆØ bastato agli inquirenti per farla finire dritta davanti al giudice. Ieri, tra lāimbarazzo dei presenti, la vicenda ĆØ stata ricostruita nellāaula a piano terra del Tribunale di Ivrea. Sabrina Z., capelli neri raccolti, sopracciglia curate, scarpe questa volta rigorosamente senza tacco, si ĆØ presentata a fianco del suo avvocato.
Ha ascoltato e preso appunti mentre Michele, 46 anni, di Torino, lāuomo che quella sera aveva portato con la sua auto le tre donne al club privĆ©, ha raccontato la sua versione dei fatti.
Le versioni
Tra un dettaglio e lāaltro su chi frequenta i club per scambisti e che cosa accade una volta varcata la porta dāingresso (Ā«Si fa sesso? Beh, certo, ma mica ĆØ obbligatorioĀ»), si ĆØ arrivati al nocciolo della questione. Domanda del pm: Ā«Ma lei sapeva che una delle due ragazze era minorenne?Ā». Risposta: Ā«No, non lo sapevo. E poi io non chiedo mai lāetĆ a una donnaĀ». Sorriso ammiccante allāindirizzo del giudice. Altra domanda: Ā«Ma nessuno ha chiesto la carta dāidentitĆ alla ragazza?Ā». Risposta secca: Ā«Non lo so, davvero, quelle due me le aveva presentate SabrinaĀ».
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Compagne di scuola
Sabrina Z. che, secondo lāaccusa, quella sera aveva portato con sĆ© una diciannovenne di Strambino (ora parte civile nel processo e assistita dallāavvocato, Claudio DāAlessandro) e lāaltra ragazza minorenne, entrambe sue studentesse ed entrambe curiose di scoprire quel mondo tanto decantato dalla loro insegnante. Per una manciata di mesi, terminata la notte hot, questa storia era rimasta segreta. Poi, come spesso succede, la voce aveva iniziato a circolare.
Le voci
Tra una battuta e un pettegolezzo, la vicenda era arrivata allāorecchio della direttrice della scuola che, dopo aver sentito le dirette interessate e un paio di amiche con le quali la diciannovenne si era confidata, aveva deciso di presentarsi davanti agli ufficiali di polizia giudiziaria in procura. Il processo riprenderĆ il 13 ottobre.
In quellāoccasione sarĆ sentita dal giudice anche la parte civile, assente in aula, ieri, per un problema di salute. Il suo avvocato, DāAlessandro, spiega: Ā«La questione non ĆØ la serata trascorsa al club privĆ©, ma quello che ĆØ accaduto dopo, tra lāinsegnante e una delle sue studentesse. Un episodio che poi ha prefigurato il reato di violenza privataĀ».
La dichiarazione di una delle due ragazze
Il racconto di Giorgia continua: Ā«Appena entrati nel locale e arrivati nella zona riservata, ho notato diverse persone, in gran parte uomini e diverse donne, nudi, che si accoppiavano. Sabrina vedendomi agitata mi tranquillizzò e mi spiegò che lƬ aveva conosciuto il suo ex fidanzatoĀ». Poi la ragazza rimane seduta sui divanetti con Michele, un loro comune amico, mentre la sua insegnante si allontana: Ā«Poco dopo lāho vista, seminuda, mentre faceva sesso con due uominiĀ». La seconda volta che Giorgia esce con Sabrina portano con loro unāaltra studentessa, ma ĆØ minorenne. Per poter entrare nel privĆ© firma su un foglio una falsa data di nascita. Cosa videro? Sempre la stessa scena: corpi avvinghiati sui divanetti.

I fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2010, ma la vicenda approda in questi giorni in Tribunale a Ivrea, dove lāinsegnante ĆØ imputata per violenza privata. Giorgia ĆØ la ragazza che ha trascinato in Tribunale la sua ex insegnante e che ora si ĆØ costituita parte civile (lāassiste lāavvocato, Claudio DāAlessandro). Alla polizia, il 14 dicembre del 2010, raccontava: Ā«Alla direttrice della scuola dissi che Sabrina Z. aveva con noi degli atteggiamenti che non erano assolutamente consoni al ruolo che rivestivaĀ».
La mamma la difende: «à rimasta di sasso quando ha saputo che questa storia ĆØ finita sui giornali, lei non ha fatto niente di maleĀ». La più sollevata di tutte, in questa storia, ĆØ la preside della scuola, Giuseppina Ferrari. Dopo aver saputo dei privĆ© non ha avuto dubbi: Ā«Una cosa inaccettabile, quel rapporto tra docente e alunne andava interrotto immediatamente. TantāĆØ che ho subito licenziato lāinsegnanteĀ».
Ma intanto, allāepoca, cāera unāinsegnante che incuriosiva delle allieve raccontando di quelle discoteche particolari, in cui uomini e donne si scambiavano effusioni esplicite. Unāinsegnante che non si faceva problemi a raccontare a ragazze, anche minorenni, di quelle serate. Ć Federica a raccontare, per esempio, che un giorno lāinsegnante avrebbe mostrato loro un babydoll da infermiera con tanto di tessuto trasparente e pizzo bianco. Ā«Ce lo ha fatto vedere e ci ha detto che lo avrebbe indossato la sera stessa con il suo fidanzatoĀ».
Lāinsegnante ĆØ finita nei guai perchĆ©, secondo le accuse della Procura di Ivrea, avrebbe minacciato una delle studentesse al termine di una serata hot trascorsa il 24 giugno 2010 in un club per scambisti: Ā«Se racconti quello che hai visto ti boccioĀ».
Lāex docente ora non parla. Lo fa attraverso il suo avvocato, Stefano Catalano: «à una tempesta in un bicchiere dāacqua, chiariremo tutto durante il processoĀ» taglia corto il legale. Anche la storia delle minacce. PerchĆ© Sabrina Z. ha sempre sostenuto di non aver mai pronunciato quelle parole. Ā«Non ce nāera motivo, la scuola era giĆ finita e non avrei potuto bocciare nessunoĀ».
Le parti torneranno in Tribunale a Ivrea il 13 ottobre quando verranno sentite altre testimoni.




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