Nell’ultimo decennio il numero dei clienti delle prostitute è raddoppiato. Perché? Una ricerca internazionale ha cercato di far luce su questo fatto: come spiega il Guardian, il progetto ha coinvolto sei diversi Paesi, prendendo in esame 700 persone di ogni età (dai 18 ai 70 anni), razza e provenienza, sia single sia sposati o fidanzati, per lo più istruiti e con buone capacità relazionali.
La cosa che più lascia perplessi, leggendo le risposte degli intervistati, è che tutti questi uomini, disposti a pagare per fare sesso, non si dichiarano affatto soddisfatti:
“L’unica cosa che mi resta dopo aver fatto sesso con una prostituta è una brutta sensazione”; “Non mi soddisfa mai, anche se continuo a farlo”; “Ogni volta penso sia semplicemente uno spreco di denaro”; “Mi sento solo quanto prima” o “Terribilmente in colpa per il rapporto con mia moglie”.
Nonostante una gran parte degli intervistati abbia definito i rapporti “insoddisfacenti, vuoti e orribili”, quasi nessuno smette volontariamente di andare con le prostitute o, con le nuove star della situazione, i trans.
Eppure negli ultimi tempi le escort vanno molto di moda anche in Parlamento, e senza insicurezze di sorta.
GLI UOMINI E LA PROSTITUZIONE
Gli uomini pagano per un rapporto sessuale per diverse ragioni, molte delle quali variano a seconda della cultura. A dedicare un ampio servizio all’argomento e’ stato il sito Livescience, a commento del recente scandalo che ha coinvolto alcuni agenti dei Servizi Segreti americani, accusati di aver avuto rapporti sessuali con prostitute quando hanno accompagnato il Presidente Barack Obama in un viaggio in Colombia.
Secondo il sito scientifico, l’accettazione sociale della prostituzione fa si’ che gli uomini abbiano piu’ probabilita’ di cercare prostitute. Per alcuni uomini il rischio poi e’ un ulteriore motivo d’attrazione. “Una delle motivazioni che sta dietro alla ricerca di prostitute per alcuni uomini e’ che c’e’ qualcosa di eccitante o rischioso in questo”, ha detto Martin Monto, un sociologo della University of Portland, che ha studiato il fenomeno della prostituzione.
“La natura illecita puo’ renderlo piu’ eccitante”, ha aggiunto. Per gli studiosi non e’ facile studiare il comportamento degli uomini che pagano le prostitute, data la natura segreta e spesso illegale di queste abitudini sessuali. I ricercatori in genere si sono concentrati maggiormente sul lato dell’offerta, intervistando le prostitute.
Le donne invece che vanno con le prostitute sono ancora meno studiate perche’, casi come questi, sono decisamente piu’ rari. Sono state condotte sull’argomento diversi studi e ciascuno di essi e’ arrivato a diversi risultati.
CHI VA A PROSTITUTE NON LO DICE
Ricerche ad esempio che hanno indagato le abitudini e le esperienze sessuali dei cittadini americani hanno trovato che circa l’1% degli uomini negli Stati Uniti va con una prostituta almeno una volta in un anno.
Circa il 16% degli uomini ha invece ammesso di esser stato con una prostituta nella loro vita. Ma a causa del fatto che ci sono molti uomini riluttanti ad ammettere di pagare prostitute per rapporti sessuali, altri ricercatori hanno utilizzato i dati delle denunce e arresti per farsi un’idea sommaria.
Questi studi stimano che dal 2 al 4% degli uomini americani sono stati con una prostituta nell’ultimo anno. Anche se gli uomini che pagano le prostitute sono solo una piccola parte della popolazione, studi su larga scala mostrano che ci sono differenze tra loro e gli altri uomini.
UTENTI OCCASIONALI
Secondo Monto, gli “utenti occasionali” hanno meno probabilita’ di essere sposati rispetto alla popolazione generale degli uomini americani (59,3% contro il 44,2%, secondo uno studio condotto dallo stesso esperto nel 2004). Se sono sposati, e’ molto piu’ probabile che il loro matrimonio sia infelice.
I militari, in generale, hanno maggiori probabilita’ di avere rapporti sessuali a pagamento nella loro vita, probabilmente a causa sia di maggiori opportunita’ che per “cultura professionale”, come ha detto Monto. I Servizi Segreti fanno parte di una sottocultura “militarizzata”, secondo Monto, e questo spiegherebbero le attuali accuse agli agenti che avrebbero accompagnato il presidente Obama in Colombia.
PROSTITUZIONE DANNOSA?
Gli uomini che ammettono di avere piu’ contatti con le prostitute tendono anche a confessare di avere piu’ partner sessuali, di essere piu’ attivi, di avere matrimoni meno felici e di avere atteggiamenti piu’ liberali rispetto agli uomini che ammettono di esser andati con una prostuituta solo una volta.
Studi su scala minore invece arrivano qualche volta a risultati piu’ sorprendenti. Ad esempio, uno studio presentato lo scorso anno dalla Prostitution Research & Education, un’organizzazione no-profit contro la prostituzione, con sede a San Francisco, ha confrontato 101 uomini che hanno pagato per avere rapporti sessuali con 100 uomini di simile eta’, razza e livello d’istruzione che non sono stati con una prostituta.
Dai risultati e’ emerso che gli uomini che hanno pagato per il sesso hanno anche maggiori probabilita’ di avere un precedente penale, come stupro. Non solo. Questi uomini, nonostante la loro frequentazione con le prostitute, non conoscono bene le opinioni che le prostitute hanno sul loro lavoro, anche se sanno bene quali sono i danni di tale attivita’.
“In generale, la maggior parte degli uomini sanno che la prostituzione e’ dannosa”, ha detto la ricercatrice Melissa Farley. In realta’, le ragioni per cui gli uomini vanno con le prostitute sono piuttosto sorprendenti, come ha detto Monto. “Se dovessi prendere un gruppo di 30 persone e chiedere loro di indovinare le prime 10 ragioni per cui gli uomini cercano le prostitute, le risposte sarebbero corrette”, ha detto.
Fondamentalmente uno dei motivi per cui un uomo sposato va in cerca di sesso a pagamento è nella stragrande maggioranza delle volte dovuto al fatto che si ha paura di trasgredire o chiedere “di piu’” alla propria partner.
E’ convinzione comune che esistano solo uomini che possano pagare delle donne e mai il contrario. Questa convinzione deriva da tre presupposti errati che vedono in primis l’autonomia economica maschile come unica in grado di acquistare un corpo, ma le donne se ci pensate spendono mediamente più di un uomo per molto altro.
In seconda istanza il fatto che una donna non ha sessualmente le stesse pulsioni sessuali di un uomo, ma anche qui ci si dimentica che una donna ha delle voglie erotiche molto più forti e strutturate di un uomo che ha tutto il suo erotismo concentrato sul “pisello”.
Infine si pensa che una donna non abbia bisogno di pagare per fare sesso perchè oggettivamente per il mondo femminile è più facile trovare qualcuno che venga a letto con te, che parcheggio vicino casa, ma se la smettete di ragionare da maschi pisellocentrici dovete comprendere che una donna, se dovesse pagare un uomo per andarci a letto, non da i soldi per il suo membro, ma per la situazione che vuole creare, per il modo con cui raggiungere la sua soddisfazione e affermazione personale.
La differenza infatti tra uomini e donne che pagano un o una partner per andarci a letto sta nella finalità.
Un uomo ha bisogno di espletare una necessità fisiologica, una donna quella mentale.
Tra i servizi a pagamento di un gigolò vi è quello dell’accompagnatore, che sia a un matrimonio, a un funerale o in crociera poco importa, o il fidanzato a ore, il love coach, l’interprete di personaggi o ancora il sexual trainer.
E’ stata realizzata un’intervista in cui si sono espressi, senza tabuù o censure, due gigolò, uno psicoterapeuta e una donna che ha usufruito di servizi a pagamento.
In Italia i gigolò etero sono pochi, o comunque sono pochi quelli che grazie a questo mestiere riescono a mantenersi, perché le donne che pagano per sesso non sono tante.
È infatti molto più comune che un gigolò sia bisessuale e offra prestazioni a pagamento anche ad altri uomini, allargando così la sua clientela potenziale, altrimenti molto limitata, e molto più esigente di quella maschile.
“Il 90 per cento di quelli che sono su internet e lavorano con donne fa la fame, il mercato delle donne che pagano è piccolissimo. Non è facile per una donna pagare per un uomo. La donna non ha il rapporto con il sesso come ce l’abbiamo noi uomini, è più cerebrale, deve essere più coinvolta emozionalmente”, ci racconta Roy, uno dei più noti e apprezzati gigolò d’Italia e uno dei pochi che può dedicarsi esclusivamente a questo mestiere, senza dover ricorrere ad altri lavori per guadagnare.
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Abbiamo chiesto a lui, che è nel settore da 15 anni, di raccontarci, secondo la sua esperienza, cos’è che spinge una donna a rivolgersi a un gigolò.
“Una donna che arriva a pagare un gigolò è una donna che ha una lacuna da colmare, che ha una fragilità, che vive una difficoltà passionale, affettiva o sessuale. Ha un’insoddisfazione intrinseca legata spesso alla famiglia, al marito, agli amici. Una donna che paga lo fa per mettersi un po’ alla prova al contrario dell’uomo che paga per fare sesso, per cui spesso è solo uno sfogo sessuale. Una donna no. Deve avere sempre una problematica per chiamarti, se una donna è serena felice col suo uomo, con il suo amante, non spenderà mai un euro per un gigolò”.
Il termine gigolò è di origine francese. Originariamente indicava un ballerino che danzava accompagnandosi con la dama a pagamento. Oggi può indicare una serie di cose diverse, con il comune denominatore delle prestazioni a pagamento.
Tra i servizi offerti da Roy non vi è solo il sesso: “Faccio anche altri servizi come quello dell’accompagnatore o interpretazione di personaggi, che va moltissimo. Lavoro molto con la verginità, con donne alla prima esperienza. Non parliamo di sedicenni ma di quarantenni che non hanno mai avuto l’occasione di fare sesso o che hanno subito una violenza da piccole”.
“A volte collaboro con degli psicologi: mi capitano anche donne che non hanno mai baciato e che ad esempio hanno conosciuto un uomo interessante e non vogliono perdere l’occasione e allora mi chiamano e io insegno loro il minimo indispensabile. Un uomo che incontra una donna di trent’anni ancora vergine spesso è portato a scappare”, racconta ancora Roy a cui chiediamo di fare un passo indietro e raccontarci quando ha iniziato e cosa lo ha spinto a lasciare il suo lavoro da rappresentante per reinventarsi gigolò.
“È nato tutto per caso. Io facevo il cubista, lo spogliarellista. 15 anni fa una donna mi contattò: – Ho un lavoro particolare per te, dovresti darmi una mano. Devi corteggiarmi in un locale dove c’è mio marito che ci guarderà e dovrà ingelosirsi -. Accettai ma quel lavoro durò 10 minuti perché poi il marito si arrabbiò. Però mi si accese una lampadina: potrebbe essere un mestiere. Feci una ricerca su internet e non c’era nulla a riguardo, così decisi di fare un sito internet, incominciai e lì mi si aprì un mondo che non conoscevo”.
“Le clienti sono prevalentemente del centro-nord, quelle del sud si rivolgono a me molto meno, spesso per una questione morale. Possono essere di qualsiasi età, ma difficilmente mi capita la donna anziana perché di solito non hanno voglia di fare sesso, le donne anziane chiedono altri servizi”.
“Quelle che chiedono sesso sono donne dai 30 ai 45 anni, ma ho avuto anche ragazze di 19 anni fino a una donna di 72 anni. Ho avuto anche donne bellissime, tanto che vedendole arrivare mi chiedevo se fosse uno scherzo. Le donne bellissime hanno paradossalmente meno occasioni di fare sesso di una donna medio-brutta, sono più esigenti, scartano con più facilità. Molte donne ti pagano per il silenzio, per la riservatezza”.
“Ero separata da un po’ di tempo e non ero pronta ad avere relazioni con altri uomini. Ho una vita molto impegnata, ho dei figli, avevo avuto qualche avventura sporadica ma per una donna nelle mie condizioni, con una vita problematica, è sempre molto difficile uscire con un uomo che si incontra nella maniera tradizionale. A volte lasciano l’amaro in bocca, delle delusioni, ci si sente usate, ci sono sempre tante promesse che poi spesso cadono. Con l’uomo a pagamento invece da un certo punto di vista si sa a cosa si va incontro”, racconta Lucia (nome di fantasia), 45enne, separata, che lavora nel campo dell’abbigliamento.
“La vita sessuale per una donna sola che ha ancora dei desideri è un problema e ci si trova davanti a due strade: o rinunciarvi completamente, e ho delle amiche che l’hanno fatto, o non rinunciarvi, come ho fatto io. Ho provato a frequentare qualcuno ma alla fine bisogna fare i conti con le difficoltà, con la frustrazione di un uomo che dopo il primo appuntamento non ti cerca”.
“Con un gigolò questo non succede, lui viene chiamato per essere il fidanzato di una sera, si è consapevoli che è una cosa che si riduce ad una serata. Non si teme il giudizio, si esce, si va a letto insieme senza la paura di essere poi giudicate come donne facili. Io vivo in una città piccola, non volevo frequentare persone della mia città perché comunque il mio ex marito è della stessa città e non volevo essere sulla bocca di tutti, quindi ho optato per questa soluzione. Si sa che un uomo che viene pagato sta con noi perché è stato pagato. A volte una donna che ha alle spalle un matrimonio fallito ha solo bisogno di un amico di una sera senza la paura di essere giudicata”.
“Il denaro che si paga con un professionista serve anche a tutelare la propria sicurezza e riservatezza. È un po’ diverso da quello che è il modo in cui gli uomini usufruiscono di una prostituta. Forse noi abbiamo più bisogno di una bella serata, di stare con una persona che ci fa sentire delle donne e non solo madri o lavoratrici”, racconta ancora Lucia.
Lucia è una cliente di Roy, e descrive la sua esperienza con come molto positiva. Lo reputa un grande conversatore, oltre che un uomo bello e prestante sotto tutti i punti di vista.
Ascoltando la storia di Roy vien da pensare a quante donne diverse abbia conosciuto, ai motivi più disparati per cui si siano rivolte a lui.
Gli chiediamo allora qual è stato il servizio più bizzarro che gli è stato commissionato: “Una volta mi sono sposato per finta. Una donna ha organizzato un falso matrimonio per prendere i soldi dai genitori, ha organizzato proprio il pranzo, con alcune comparse, una cosa megalomane, dove io interpretavo il ruolo del marito. Ha fatto tutto questo per far felici i genitori anziani e per prendere anche dei soldi. Ho seguitato questa farsa per alcuni anni, fino alla morte della madre, perché io, essendo suo marito, a pranzo a Natale a Pasqua andavo a casa loro”, racconta Roy ridendo.
Eppure in una professione così legata al sesso non mancano le esperienze più intime e toccanti: “Una volta una ragazzina 19enne mi chiamò per fare un regalo alla mamma, che da 16 anni non stava più con un uomo. La figlia mi faceva un sacco di raccomandazioni, falle vivere un sogno, falle passare una bella serata, vi lascio casa libera e cose del genere. La serata è andata abbastanza bene e finì lì. Dopo due mesi la ragazzina mi manda una mail e mi dice: – tu sei stato l’ultimo e più bel ricordo di mia madre prima di morire. Tu sei stato l’ultimo desiderio – Quella donna era malata terminale ed essere stato il suo ultimo bel ricordo è una cosa che tocca molto”, dice ancora Roy.
“Una donna non ti chiamerà mai per fare sesso, ti chiama sempre per conoscerti. E io vado all’appuntamento, non è come l’uomo che va con una donna e fa sesso a tutti i costi. Mi posso anche rifiutare, e a volte è successo”.
Il mercato del sesso a pagamento per i gigolò negli ultimi 6-7 anni è triplicato, ma il lavoro è diminuito. Le donne che pagano sono sempre le stesse. È triplicata l’offerta ma la domanda è sempre quella.
“Molti giovani che si improvvisano gigolò fanno la fame, sono tutti in bolletta. La maggior parte di loro mi chiama per avere dei consigli, ne conosco molti. Molti sono padri che hanno perso il lavoro, con figli a carico. Ma non puoi fare questo mestiere per bisogno, lo devi fare perché lo ami. Se tu ami un mestiere i soldi arrivano. Ci sono ragazzi che hanno iniziato ieri, e millantano esperienza”, racconta Roy.
Oltre a Roy, gigolò di lunga esperienza, abbiamo sentito anche Francesco, Francy il dolce, che nella vita fa l’informatico, e svolge l’attività di gigolò solo occasionalmente.
“Ho iniziato quando avevo 29 anni, adesso ne ho 31. È iniziato tutto per gioco. Mi sono imbattuto nel sito di Roy, il gigolò più famoso d’Italia e ho pensato di creare un sito con le mie immagini e di posizionarlo su Google dato che per lavoro mi occupo anche di posizionamento sui motori di ricerca. Sono riuscito a posizionarmi tra i primi risultati a livello nazionale così da iniziare a ricevere i primi contatti. Ho circa 2-3 contatti a settimana con donne ma non tutti vanno a buon fine. All’inizio non mi sarei nemmeno aspettato di ricevere qualche richiesta, essendo iniziato tutto per gioco. Tutto ciò che faccio sul web lo faccio per guadagnare soldi. Ho anche un altro sito, oltre al mio, un sito di annunci dove ci sono circa 700 gigolò iscritti”, racconta Francesco.
“Ho un aspetto molto comune, non rappresento il classico gigolò muscoloso, come quelli dei film. Credo sia questo a catturare l’attenzione delle donne che mi contattano. Le donne che pagano gli uomini sono una minoranza. Lavorano tanto gli escort gay ma chi decide di intraprendere questa professione da etero deve spostarsi in tutta Italia. I compensi variano in base alla distanza, al servizio richiesto e anche in base a chi ho di fronte. Orientativamente io chiedo dalle 200-300 euro fino a un massimo di 600-700 euro, non di più”, prosegue ancora Francy.
Ben diverse sono le tariffe di Roy: “Sotto i 500 euro non scendo mai, per una cena o un dopocena, o un pomeriggio. Dipende dai casi, una volta ho preso 10mila euro per guardare un film di Verdone sul divano con una signora ricca. Dipende molto da chi ti contatta, cerco di far parlare le persone e cerco di valutare. Se tu chiedi poco a una donna ricca sei un barbone, se chiedi troppo a una donna povera non va bene. Bisogna trovare la giusta misura. Il gigolò bravo è quello che sa ascoltare e capire con chi ha a che fare. La donna ha bisogno di un uomo che sia un attore, che interpreti una parte, che sia bravo a interpretare l’uomo che lei vuole”, dice ancora Roy.
In Italia è ancora un tabù per una donna ammettere di pagare uomini per fare sesso. Spesso molte donne vanno all’estero, per sentirsi più libere, meno giudicate. “Le donne che vanno a fare turismo sessuale sono le prossime che chiameranno un gigolò ma ancora non hanno il coraggio di farlo. Decidono di andare all’estero perché lì è tutto più facile. Ci vuole coraggio a uscire con uno nella tua stessa città che fa questo mestiere. In questi posti costa anche meno e hai più libertà. In Italia la donna che chiama un gigolò è una su mille. Ricevo tante telefonate ma diciamo che ogni 5 ne va in porto una”, racconta ancora Roy.
Sull’argomento è più esplicito Alessandro Pedrazzi, psicoterapeuta, secondo il quale “nella nostra società, quello che si può consentire alla donna non è quello che si può consentire a un uomo. La vera libertà della donna non sta nel fare qualcosa di proibito, perché questo si è sempre fatto, le donne vanno con i gigolò da millenni, la vera libertà è il poter dire di averlo fatto. E oggi non è ancora del tutto così, la donna non ha la libertà di dire le stesse cose che può dire un uomo. La donna viene malgiudicata molto più dell’uomo e le più feroci sono spesso le donne verso le altre donne”, spiega lui.
“Le donne che acquistano sesso, pur essendo molto diverse tra loro, sono accomunate da una sorta di ribellismo. È un atto di ribellione che può avere una storia molto lunga e che viene ponderato molto, anche mesi, non è fatto di impulso. Quello che cercano è una relazione, più che l’atto sessuale in sé, pur essendo consapevoli che si tratta di una relazione fittizia. Una relazione che dura anche solo un giorno ma che va oltre l’atto sessuale”.
“Alcune donne dicono – se non te la senti di fare sesso non lo facciamo – , benché abbiano pagato. La sessualità va in secondo piano. Le donne che si rivolgono ai gigolò non sono donne che non hanno nessun’altra possibilità e che quindi devono accedere alla prostituzione perché altrimenti non avrebbero altre occasioni per fare sesso. Sono di estrazione molto diversa, spesso si potrebbe pensare alla riccona annoiata. Ma nella maggior parte dei casi sono donne che hanno già una relazione, magari non esaltante, dove si è spenta la passione”.
“A volte questa esperienza viene vissuta come un atto di liberazione. Se confessano di averlo fatto, lo confessano solo a un ristrettissimo gruppo di amiche. Vi è il piacere di aver fatto qualcosa di bello per se stesse, di essersi riappropriate della propria vita. Spesso sono donne compresse nel ruolo della brava moglie, della brava mamma, della brava lavoratrice e il sesso a pagamento può distruggere l’immagine che una donna si è cucita noiosamente addosso e questo dà un senso di realizzazione, di fiducia in se stesse molto forte, che va al di là del piacere fisico stesso”, spiega ancora Pedrazzi.
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Ci sono dei servizi che molti uomini usano per guardare belle ragazze, ma da quando esistono le chat e le Webcam, quello delle CamGirl è sempre stato un modo per arrotondare facendo quella che si potrebbe definire “Prostituzione Soft”.
Una moda partita spesso da ragazze e ragazzine giovani che chiedevano una ricarica sul cellulare negli anni 90 in cambio di farsi vedere in lingerie, molto in più di una ricarica (qualche regalo) per fare vedere qualcosa di decisamente intimo.
Come funziona questo mondo ?
Oggi vi raccontiamo la storia di “Ginetta 21”, camgirl italiana che ci racconta come ha iniziato, perchè e quanto guadagna facendo questo lavoro. L’articolo/intervista vi farà scoprire tutti i retroscena che si nascondono dietro questo mondo e il perchè, anche se non se ne parla tantissimo, è assolutamente fiorente e dove girano ancora parecchi soldi.
L’intervista
“Mi sveglio, faccio colazione, preparo la stanza, accendo il pc e mi connetto al sito. Posto una foto su Facebook o su Twitter per far sapere ai miei fan che sto per trasmettere, indosso un bel completino intimo e inizio. Sto in cam dalle 9 di mattina fino alle 13, poi pranzo e mi rilasso un po’, alle 15 ricomincio e resto online fino alle 18. Una volta chiuso tutto, beh, pulisco, disinfetto ogni cosa e mi faccio una bella doccia. Dopo o resto a casa o esco. Insomma, una vita normale”.
Questa è la giornata-tipo di ginetta_21, una camgirl italiana che abbiamo scovato su Chaturbate, uno dei più frequentati siti di videochat a sfondo sessuale che si trovano oggi sul web – se non addirittura il più interessante, a detta di molti utenti che lo usano per trasmettere e spettatori. Perché qui le chat non si basano sul rapporto uno a uno, ovvero da cam a cam, ma sono pubbliche, aperte a chiunque e soprattutto totalmente gratuite: l’homepage si presenta come un mosaico di finestre dalle cui anteprime è facile immaginare cosa succeda all’interno, basta cliccare per accedere a quei mondi impastati di carne e pixel, desiderio e connessione veloce. Solo in un secondo momento, se vogliamo interagire in chat, è necessaria la registrazione, anche qui tutto gratis. Per trasmettere invece è doveroso dimostrare la maggiore età.
Ma leggete bene cosa ci dice ancora ginetta_21: “In passato stavo online due o tre ore la sera, perché di giorno andavo all’Università. Insomma non avevo molto tempo e guadagnavo circa 1000-1200 euro al mese. Ora che invece è diventato il mio lavoro principale, stando in cam quasi otto ore al giorno tranne il sabato e la domenica, arrivo a guadagnare circa 2.000 euro a settimana” – 2.000 euro a settimana, sì, avete letto bene. E non c’è da meravigliarsi. Ma andiamo con ordine.
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Chaturbate è nato nel 2011 e l’intuizione fondamentale per il suo successo è stata l’introduzione del tip, ovvero la mancia con la quale uno spettatore decide di premiare a propria discrezione chi sta in cam.
Il denaro utilizzato è una moneta virtuale chiamata “token” (100 token equivalgono a circa 10 dollari) acquistabile sul sito. Così quando un’esibizione è apprezzata c’è chi sborsa gettoni per incoraggiare a continuare. Ma non solo, il sito mette a disposizione di chi trasmette tutta una serie di applicazioni tramite le quali è possibile inserire degli obiettivi (ad esempio: togliersi le mutande una volta raggiunti i 100 token) o lanciare veri e propri giochi a premi per invogliare lo spettatore a dispensare tip.
A tal proposito, ginetta_21 ci dice: “OhMiBod è un app nuova, inserita circa sei mesi fa sul sito: ogni tip fa vibrare il giochino [collegato al pc via bluetooth, ndr] che hai nelle mutandine, più è alto il numero di token, più è forte la vibrazione. Una bellissima app che fa guadagnare, e godere, veramente tantissimo”.
Basta entrare in una chat a caso fra quelle situate più in alto nell’homepage (vengono indicizzate in ordine decrescente in base al numero di utenti a esse connessi) per rendersi conto del giro di tip che viene a crearsi all’interno.
Ad esempio, pochi giorni fa nella chat di princess_yasmine abbiamo visto “donare” oltre 15.000 token (150 dollari) in appena 10 minuti, solo per assistere ai dimenamenti con i quali il suo bellissimo corpo nudo si contorceva a ogni tip ricevuta (a botte di 15, 30, 100 token alla volta).
Mettersi in contatto con ginetta_21 non è stato facile, nonostante fosse quasi sempre online e costantemente posizionata nei primi posti in homepage. Al terzo messaggio, inviatole direttamente in chat durante uno dei suoi anal show, ci ha prima chiesto a voce il perché dell’intervista e una volta letta la nostra risposta ha replicato che non era interessata, un po’ gemendo, dato che durante questo breve scambio di battute non ha mai smesso di cavalcare il fallo eretto di un uomo di plastica senza gambe. È il bello della diretta.
Di altre camgirl italiane nessuna traccia: solo in seguito abbiamo scoperto che chi trasmette ha la possibilità di oscurare gli utenti in base al paese dal quale si connettono, così da poter restare invisibili ai propri connazionali. Quindi abbiamo insistito con lei inviandole un tweet, al quale finalmente ha ceduto.
“Ho 25 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione. Professione? Be’, ho fatto molti stage nel mio campo, molti periodi di prova mai apprezzati e mai retribuiti e quindi ora faccio la camgirl a tempo pieno.
Abito in un paese vicino Roma e sono bisex: mi piacciono molto anche le belle ragazze e ho avuto più di qualche rapporto e storia. Ho un ragazzo da quattro anni e una ragazza da uno che ogni tanto condivido anche con lui…”. Così si presenta ginetta_21, una bella ragazza bionda che in cam mostra la sua faccia senza problemi, indossando solo un paio di autoreggenti nere, a volte accompagnate da un perizoma. Anche se il primo piano è quasi sempre monopolizzato dal suo fondoschiena, che infatti rappresenta il motivo principale del suo successo su Chaturbate:
“Perché sono una delle poche che fa anale…Lo adoro, faccio prevalentemente quello, mi piace tantissimo e piace ai miei spettatori. La mia vagina non la uso quasi mai”. Ci racconta che si esibisce da circa cinque anni, ma solo da un anno è passata a Chaturbate (prima trasmetteva su Cam4).
Ci è arrivata così: “Con lo spirito di divertirmi e di guadagnare qualche soldo extra, ma mai avrei pensato andasse tanto bene da farne il mio lavoro principale”. Infatti nella sua pagina ha addirittura stilato un menù dove elenca, tra le altre cose, il costo di uno show privato sia su Chaturbate sia su Skype e anche delle sue mutande, spedite a casa di chi versa 2.000 token:
“Con le sessioni private si guadagna molto, per richiedere un private si paga 60 token al minuto, e più dura più si guadagna. Ad esempio, uno show di 15 minuti frutta 50 euro. Ma molti comprano l’opzione Skype perché vogliono vederti tutta per loro e una volta che sono li ti fanno regali anche su paypal in modo che il sito non prenda la percentuale. Di mutandine a casa, invece, ne avrò spedite circa 100 da quando faccio questo lavoro. C’è un utente che da due mesi mi versa 250 euro a settimana per mandargli il paio che indosso la domenica.
La definisce una droga: le mette in tasca tutto il giorno e quando è a lavoro ogni tanto le annusa”.
Quando non è in compagnia (“ultimamente ho una ragazza che ogni tanto partecipa alle mie trasmissioni e ci divertiamo veramente tantissimo insieme”), le sue esibizioni sono quasi sempre caratterizzate da svariati accessori erotici: “Cose particolari che stuzzicano un po’ la fantasia, come vibratori e palline cinesi.
Ne avevo qualcuno anche prima di trasmettere online, ora ho un armadio pieno: ho speso più di 6.000 euro in oggettistica. La fuck machine mi è costata 500 euro, ma in una giornata di lavoro me ne fa guadagnare 700-800”. Ecco, i soldi. Quando le diciamo che in giro per il web abbiamo letto testimonianze di camgirl che asseriscono di guadagnare anche mille euro a settimana, reagisce così: “Mille euro? Nooooo! Non per vantarmi, ma io guadagno il doppio. Mediamente ricevo un bonifico mensile di 8.000, poi ci sono mesi che va meglio ed altri in cui ne incasso solo 7.000”.
Leggendo il regolamento del sito si evince che Chaturbate trattiene il 50% dei gettoni incassati, cioè paga 0,05 dollari per ogni token (il cui valore è 0,10 dollari). Prontamente arriva la conferma di ginetta_21: “Se un utente paga 100 token, l’equivalente di 10 dollari, a me vengono versati 5 dollari. Ci sono utenti che in 10-15 minuti ti lasciano anche 5.000 token, quindi più utenti hai e maggiore è il guadagno”. Ma come viene effettuato il bonifico?
E, soprattutto, sono soldi tassabili? “Ho una carta Payoneer registrata all’estero. Ricevo i soldi puntualmente il secondo giorno del mese e li ritiro dove voglio, utilizzando l’opzione ‘prelievo internazionale’. E no, non si pagano tasse su quei soldi, in Italia questo lavoro è vietato e paragonato alla prostituzione”.
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Un lavoro vero e proprio con un “salario” ben al di sopra della media, che per ora riesce a scivolare tra le maglie troppo larghe di una legislazione troppo lenta rispetto ai ritmi di internet. Non ci si pagherà la pensione, e non potrà durare per sempre, ma in tempi critici come questi, una cam, una connessione veloce, una bella presenza e una dose di esibizionismo possono davvero sostituire un impiego. A detta di ginetta_21:
“Quello che faccio mi rende felicissima e liberissima. In tre anni ho messo da parte i soldi per comprare una bellissima casa, ho tutto quello che voglio e faccio tutto quello che mi pare. Molti credono che i soldi non facciano la felicità…credimi non è vero: salute e amore stanno al primo posto, ma i soldi rendono felici, eccome”.
Libertà
Più dei “soldi” e della presunta “felicità”, quello che colpisce di Chaturbate è la “libertà”. Non ci sono regole o imposizioni dall’alto (“decido io cosa fare, quando farlo e come farlo. Le uniche regole sono niente animali, niente pee o poo e niente persone in cam non registrate” mi spiega ginetta_21). Non ci sono canoni estetici da rispettare. Non si deve dar conto a nessuno se non a se stessi.
Qualsiasi maggiorenne di qualsiasi nazionalità può trasmettere, che sia maschio, femmina, gay, transessuale, bisessuale, solo o in coppia. E così basta navigare un po’ sul sito per farsi un’idea dell’assortita, colorata e amatoriale fauna che lo popola. Esclusa la parte più alta dell’homepage – monopolizzata dalle camgirl più belle e disinibite o dalle coppie che più si lasciano andare, ma anche da maschi glabri e muscolosi o da seducenti transessuali – le altre pagine del sito sono un tripudio dell’umanità più varia. Ci conducono nelle case di gente comune e ordinaria.
Eccoci nella cameretta rossa della ventenne con i capelli arancioni, gli occhi da cerbiatto, la felpa bianca con i cuori disegnati sopra e le orecchiette da volpe in testa alla ricerca di incontri solo in sessione privata. Un altro click e siamo nel vano doccia dalle piastrelle azzurre di una bionda nuda intenta a farsi riprendere mentre si lava i lunghi capelli.
Più in basso troviamo il pensionato a petto nudo che fuma la sigaretta elettronica immerso nel giallo vintage della carta da parati sulla quale si staglia una credenza marrone con sopra appoggiati due puttini di ceramica bianca. Torniamo indietro e ci imbattiamo in due ragazzini emo transessuali: ciuffi lunghi, occhialini, piercing e outfit bianco e nero. Poi è la volta della signora matura che guarda fissa in cam senza dire niente.
C’è addirittura chi ha posizionato la cam sul pavimento per inquadrarsi i piedi, non si capisce se appartenenti a un uomo o a una donna tanto sono rugosi.
Miriadi di peni, ora in erezione ora afflosciati. C’è chi si masturba mostrando la fede matrimoniale. Donne incinte. Vagine aperte all’inverosimile. Una cinese danza nuda con un ventaglio gigantesco appeso alla parete. Plug anali. Calzini sporchi. Peli. Brufoli. In sottofondo musiche di qualsiasi genere.
Chi si depila. Chi se ne sta beatamente sdraiata in mezzo ai peluche. Una sobria cinquantenne passa ore a raccontare la sua vita. Studentesse appena svegliate. Un ragazzino mangia stando a un palmo dal monitor. Casalinghe nude a quattro zampe in cucina, sullo sfondo frullatori, forno a microonde e stoviglie appena lavate. Una ragazza spiega come risolvere il cubo di Rubik.
Poi all’improvviso sembra di essere in un film di Almodovar: letto disfatto, un cassetto aperto con non si sa quale meraviglia nascosta dentro, tre vasi messi in verticale su una fioriera verde pisello, alla parete poster di Marilyn Monroe e James Dean, un travestito seduto sul letto in canotta nera e short rosa e un cagnolino scondinzolante che gli salta sulla schiena.
Ma chi più di tutti ha attirato la nostra attenzione è Support22, un ragazzo sulla trentina di Nottingham che trasmette ininterrottamente dal suo ufficio mentre lavora in giacca e cravatta: se ne sta lì a lavorare circondato da faldoni, raccoglitori, stampanti con aria seria e impegnata, solo ogni tanto si volta verso la cam e si dimena il membro, per poi riprendere le pratiche lasciate in sospeso, guadagnando – non si sa perché – pure un bel po’ di token.
Trasmetto dunque sono
Quindi sì, c’è una buona parte che sta lì per unire l’utile al dilettevole, come ginetta_21: “È un lavoro ormai e quindi, sì, lo faccio per soldi ma anche perché mi piace, e se non lo fai anche con piacere gli utenti se ne accorgono e non guadagni nulla”. O come Beryl18, una statunitense brunetta del ’95 dall’aria pura e casta con quei suoi grandi occhiali da studentessa: anche se la maggior parte del tempo sta vestita a parlare in chat di libri e film e solo ogni tanto regala qualche momento intimamente caldo, la sua videochat è una delle più visualizzate e gettonate a suon di token.
E così è pure il caso della enigmatica islandese elisadeathnaked, seguitissima sul sito: celando sempre la sua faccia, lasciandola fuori dell’inquadratura o indossando una maschera a forma di muso di cavallo, le sue performance sono veri e propri riti sciamanici invasati, ora in sella a una moto, ora sopra una sedia con l’effigie della Gioconda. In altri casi, invece, seppur non si perda mai un grammo della grana amatoriale, è ben evidente come per alcune ragazze quel lavoro sia diventato routine, meccanico e senza passione.
Ma affacciandosi e curiosando dentro quasi tutte le finestre di Chaturbate si ha l’impressione che la maggior parte degli utenti in trasmissione lo faccia soprattutto per gioco, per svago, noia, se non anche per sfogarsi e trasgredire semplicemente all’ordinarietà o esorcizzare la solitudine. Per sentirsi liberi. Quasi un modo per dire al mondo esterno “esisto pure io, eccomi”. Trasmetto dunque sono.
Per finire chiedo a ginetta_21 se ha paura che qualcuno possa riconoscerla in chat: “È il mio lavoro, la gente deve finirla di avere pregiudizi e criticare. Non faccio nulla di male, mi esibisco in cam, non sto uccidendo nessuno”.
Ma i suoi famigliari ne sono al corrente? “Non ne sono a conoscenza, ma se lo venissero a scoprire amen, è il mio lavoro, guadagno bene e mi piace farlo, quindi o lo accettano o arrivederci. Io non giudico e critico gli altri per quello che fanno o come lo fanno e non voglio che si faccia con me”. Poi: “Masturbarsi in cam per me non è umiliante, l’ho fatto molte volte da sola sotto le coperte quando non ero fidanzata e farlo davanti a un pc per me è la stessa cosa.
Anzi, sapere che sto dando piacere a me stessa e allo stesso tempo anche ad altre persone è eccitante e gratificante. Troverei assai più degradante dover fare colloqui umilianti per un lavoro che nemmeno mi piace. Qui almeno non si corre neanche il rischio di subire avances dal capo”.
Quando le chiediamo che cosa consiglierebbe a una ragazza appena uscita dalle scuole superiori che guardandosi attorno si sentisse senza futuro e iniziasse a pensare di intraprendere la strada della camgirl, emerge un altro aspetto molto importante: “Di farlo in punta di piedi, di non sentirsi obbligata a fare nulla se non lo vuole e di essere se stessa…Le cose si fanno piano piano, di non essere timida e di fregarsene di quello che pensa la gente di questo mondo, perché tutti poi hanno due facce e quando si trovano davanti un pc e sono soli certi siti li vanno a visitare”.
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