Quando il sesso è un mestiere. Dialogo con una prostituta

Quando il sesso è un mestiere. Dialogo con una prostituta

Chiamatele mignotte, troie, prostitute, zoccole, ma in fondo sono persone che per necessità o per scelta (e non sono poche) hanno deciso di fare il mestiere più antico del mondo.

Difficile, stressante, alle volte degradante e estremamente pericoloso, eppure come in tutti i lavori, non è da tutti e bisogna saperci fare anche “psicologicamente” con i clienti.

E’ un lavoro dove la “soddisfazione del cliente” è un obbligo remunerato e oggi vi presentiamo un’intervista ad Antonella, prostituta di 43 di Udine che ci racconta la sua vita e le sue sperienze.

Antonella, 43 anni, di Udine, sposata. Lei si prostituisce da molti anni, mentre suo marito fa l’operaio in una fabbrica.. Hanno tre figli, tutti adolescenti, che non conoscono il mestiere della mamma.

Le ho fatto qualche domanda, per cercare di capire meglio la personalità e il mondo di una donna che ha scelto il sesso come mestiere.Ecco l’intervista:

Che età avevi quando hai iniziato a prostituirti? 
Diciassette anni.

Cosa hai provato la prima volta? 
Difficile ricordare..paura sicuramente..

Lavori in strada, in casa, in hotel…
Ho iniziato in strada per molti anni poi con l’arrivo degli stranieri era diventato rischioso e quindi la maggior parte delle italiane si sono ritirate in appartamento.

Che differenza c’è fra una prostituta e una escort? Perché non tutte scelgono di fare le escort?
La escort si sposta, fa viaggi anche lunghi, fine settimana, cene, questo implica una buona dialettica e capacità di essere gradevole come compagnia: non tutte sono portate e preferiscono il rapporto più veloce e sbrigativo.

Hai mai provato a smettere, a fare un lavoro normale?
Ho smesso costretta dagli eventi della vita e fatto lavori anche umili, ma quando ho potuto ho ripreso.  E’ difficile fare a meno di un certo tenore di vita.

Tuo marito sa quale è il tuo vero lavoro? E’ geloso? 
Mio marito era un cliente. Quindi sa che per me è un lavoro:niente di coinvolgente, fisicamente o mentalmente.

Quali sono i rapporti intimi fra di voi? 
Abbastanza radi, in quanto sessualmente perdi molto esercitando questo lavoro..

Quanti clienti vedi, ogni giorno? 
Difficile fare medie. A causa della crisi economica che ci ha colpito direi che sono oggi da 2 a 7-8 al giorno.

Cosa pensi del tuo lavoro? 
Che bisogna essere adatte a farlo. Non tutte lo possono fare senza subire contraccolpi psicologici.

Quanto ti permette di guadagnare? 
In media dagli 80 ai 100 mila Euro ogni anno.

Saresti disposta a pagare le tasse, se vi fosse una legalizzazione della prostituzione? 
Certamente. E lo troverei giusto se lo riconoscessero come lavoro. Come già  è in molti altri Paesi.

Che tipo di uomini sono i tuoi clienti? 
Di tutti i tipi. Di tutte le età e di varia estrazione sociale.

Hai dei tabù sessuali, prestazioni che assolutamente rifiuti?
Sicuramente cose che possano mettere a rischio la mia salute, tipo contatti con liquidi organici. Non sono portata al sadomaso, e a rapporti lesbici.

Vi sono persone con le quali non riusciresti mai ad avere un rapporto?
Sinceramente no. Ho anche clienti disabili. Purche’ italiani.

I tuoi clienti usano tutti il preservativo?
Certe persone non lo sopportano e quindi si lavora con preservativo e alla fine si fa senza, manualmente.

Come ti proteggi dalle malattie sessualmente trasmesse?
Preservativo, vaccinazione epatite B.

Quanto tempo dura, in media, un rapporto sessuale con te? 
Dipende da cosa ti viene chiesto. Un cliente vuole una cosa veloce, un altro vuole fare un’ora.  In media un passaggio che io chiamo normale dura 15-20 minuti tutto compreso. Chiacchiere e rivestimento.

Quali sono i servizi che ti vengono richiesti più spesso? 
L’orale scoperto.

Hai mai provato un senso di schifo? 
No.

Hai mai provato paura?  
Ho sempre tutto sotto controllo. No.

Cosa ti sentiresti di dire alle mogli dei tuoi clienti? 
Devono pensare ai loro mariti non a me. Io non cerco nessuno: sono cercata.

Ti senti a disagio quando frequenti altre donne che non si prostituiscono? 
Assolutamente no.

Ti senti in colpa verso i tuoi figli? 
Quale mamma non vorrebbe dare il meglio ai suoi figli?  Ma cerco di compensare inondandoli d’amore e d’attenzioni.

Se avessi una figlia femmina, accetteresti che lei intraprendesse il tuo stesso mestiere?
Penso che la famiglia sia basilare per intraprendere certe scelte. Purtoppo io ho avuto una famiglia priva d’amore genitoriale e che si è liberata presto di me. All’inizio è sopravvivenza, poi diventa un business. Mia figlia non avrebbe bisogno di pensare a questa eventualità.
Io ci sarei sempre per lei.

Le prostitute che hai conosciuto hanno iniziato per scelta o per far fronte alle difficoltà della vita? 
Tutte per difficoltà.

Voi, prostitute italiane, in cosa siete diverse dalle straniere? 
Forse in nulla.Sono donne come noi. Forse solo piu sfortunate.

Subite la concorrenza dei Trans? 
Io no. Penso sia un genere completamente diverso. Ho notato comunque che negli ultimi anni il sesso è cambiato. Molti uomini cercano i Trans. Sembra strano, ma sono molto più femminili di noi donne!

Ti sono mai stati richiesti rapporti sessuali con più persone?
Raramente. Ho provato l’esperienza e la considero piu semplice e sbrigativa di quello che può sembrare. si conlcude in fretta!

Hai mai avuto richieste da clienti-donne?
Ho sempre rifiutato. Non sono lesbica. E se devo fare una cosa, la faccio bene o declino.

A che età in genere smette la professione una prostituta?
Non c’è età, né per iniziare, né per smettere.  L’età può forse incidere sulla mole di lavoro. Conosco colleghe di quasi 50 anni che guadagnano piu di me.Se una donna ha un po’ di intelligenza mette via per il futuro, compra, investe, si fa una polizza pensionistica privata. O si fa sposare da qualche cliente affezionato!

Provi piacere sessuale? Lo fingi con i clienti? 
Nessun piacere sessuale, ma non mi piace la parola “fingere”…Diciamo che si partecipa nella maniera adatta, professionalmente.

Secondo te è meglio la prostituzione in strada o al chiuso, in qualche locale?
Ognuno a casa sua. Oppure in centri appositi come in Olanda.

Hai mai pensato di scrivere un libro sulla tua vita, per raccontare le tue esperienze?
Sto scrivendo un’autobiografia da molto tempo. E’ un parto doloroso perché ripercorre una vita densa di eventi non sempre gradevoli non è facile. Non so perché lo faccio. Forse perché una mamma non faccia gli sbagli che ha fatto la mia con me, segnando tutta la mia vita.

Belle, benestanti, sole… Una Escort….

Belle, benestanti, sole… Una Escort….

Disprezzate, odiate, evitate da ogni cultura e società “civile” e “religiosa” dalla notte dei tempi, eppure sempre presenti sin dalla comparsa dei primi accampamenti primordiali.

Agli occhi del senso comune sono etichettate come un male. Persone senza cuore che sfruttano le debolezze umane o che sono costrette a prostituirsi perchè obbligate o, l’ancor piu’ ingiuriosa, “puttane” perchè prive di una qualsiasi voglia di lavorare per mantenersi scegliendo la via piu’ facile.

Non parliamo oggi di quelle donne che vengono prese dai paesi poveri con l’inganno di una vita migliore e poi brutalizzate per prostituirsi per strada. Quello per cui vi hanno raccontato essere la totalità dei casi riguarda si e no 1/4 del totale. Il restante a prostituirsi ci va con cognizione di causa convinta dalla necessità di una situazione familiare/economica non facile.

Come si puo’ disprezzare cio’ che in ogni civiltà ha rappresentato da sempre un pilastro della società stessa? Già gli antichi romani nelle fila dei loro eserciti portavano delle prostitute. E vi siete mai chiesti come facesse una guarnigione romana a fondare una città ? tutti uomini? Le prostitute sono da sempre state la primaria fonte di scambio. Puttane, cortigiane, damigelle, accompagnatrici, segretarie speciali o… escort… è sempre , da sempre, stata la stessa cosa.

Ed ancora.. perchè disprezzare chi vende il suo corpo per necessità ed invece limitarsi a sorridere quando si parla di una Elisabetta Gregoraci che ha avuto piu’ partner di una prostituta professionale solo per arrivare al riccone di turno e poi parlare in pubblico di amore?

E’ l’ipocrisia il male piu’ grande del mondo. Quello che non considera che le donne, già segregate di suo in una società maschilista, spesso non hanno altre scelte. Perchè hai scelto di prostiturti? non potevi trovare un lavoro? Ecco un’estratto di un’invervista di chi ha avuto il coraggio di dire in pubblico quello che il pubblico non vuole e non vorrà sentirsi dire.

“Innanzitutto, specifico che non ho rilasciato l’intervista per vanità  o per pubblicità (altrimenti avrei dichiarato il mio nome da escort per  consentire agli interessati di trovarmi), ma perché ci tenevo a  raccontare il mio personale punto di vista sul mondo delle  “accompagnatrici”. A mio giudizio, è un universo fatto di poche (finte)  luci e molte (vere) ombre, di tante lacrime amare ben nascoste sotto la  maschera dei sorrisi che sfoderiamo e degli abiti sexy che indossiamo.  Di sicuro, esistono signore e signorine che sono ben felici di svolgere  questa professione. Buon per loro, ma io sono diversa! L’etichetta di  “principessa sul pisello” senza sale in zucca e zero voglia di lavorare  non mi appartiene, per questo rimango ferita da chi spara sentenze dopo  il superficiale ascolto di 6 minuti d’intervista, da cui è impossibile  capire gli avvenimenti sfortunati che mi hanno costretta al mio attuale  percorso.Non oso paragonarmi alle povere donne vittime di tratta (ci mancherebbe altro!), ma nel mio piccolo anche io sono una vittima. Figlia di un paese il cui governo anziché emanare leggi per sviluppare l’occupazione, mortifica l’intelligenza di tanti giovani (e non solo), ostacolandoli nell’espressione delle loro capacità, spesso a vantaggio dei “figli di”, relegando chi non ha “santi in paradiso” a lavoretti precari, con stipendi miseri!

Per 5 anni ho sperimentato sulla mia pelle tutto questo. 800 euro in nero per 10 ore in piedi dentro un negozio, senza condizionatore d’estate e senza riscaldamento d’inverno. Facile immaginare che dovendo pagare un affitto salatissimo per una camera, ben poco mi rimaneva in tasca. Ho addirittura sfiorato l’anoressia perché dopo la seconda settimana del mese, già non avevo più denaro per un pasto decente tutti i giorni e così, ad un certo punto, dopo due battaglie sindacali per ottenere qualche diritto, ho detto basta e mi sono incamminata su questo percorso per sole ragioni di lucro.

Non ho certo la presunzione di ritenermi l’unico essere umano in Terra ad aver subito ingiustizie, né scrivo mossa dalla ricerca di pietà. So bene che non tutte le donne, malgrado impieghi saltuari e mal retribuiti, arrivano a prostituirsi per incrementare i propri scarsi stipendi, ma è sempre perché hanno un’alternativa, un aiuto da parte di amici, di parenti. Io non avevo e non ho nulla oltre me stessa. Ciò nonostante, prima di maturare questa decisione estrema ho cercato per circa 3 mesi qualunque tipo di occupazione. Ho consegnato i miei curricula ovunque, anche “porta a porta”, ma ho ricevuto solo tanti “le faremo sapere”! Sono arrivata al punto che non potevo più aspettare, perché stavo per essere sfrattata. Quando non hai genitori alle spalle che possono sostenerti in difficoltà simili, cosa ti resta? Io provengo da una famiglia povera, che già a 16 anni ero io ad aiutare con qualche lavoretto. Quindi, la mia non è stata per nulla una “scelta” facile!

Ero stanca di avere fame, di non aver soldi nemmeno per curare una cistite e soprattutto, ero stanca delle avances del capo (schiavista) di turno. Ritengo molto “meglio” (di certo non bello, divertente o giusto) donarsi ad un uomo per denaro, che concedersi al boss per mantenere il posto di lavoro! Ci sono alcune donne che accettano tali compromessi solo perché così mantengono l’apparenza da “signora per bene”, la professionista da lodare e rispettare, ma lo schifo della sua “scelta” è identico allo schifo della mia “scelta”, con la differenza che da escort la mia umiliazione è molto ben pagata.

Quello che faccio però, non identifica quello che sono. I miei incontri (non tutti ma la maggior parte) sono “stupri” a cui il mio corpo acconsente, ma che il mio spirito subisce. Nessuno mi regala i soldi, li devo guadagnare interpretando i loro desideri che solo a volte corrispondono ai miei, ma non sono certo Julia Roberts in “Pretty Woman” e loro non sono Richard Gere! La mia vita non è un film romantico e quasi ogni uomo “mi ruba” qualcosa. Piccoli, grandi “tasselli” di me che forse non riuscirò mai più a ritrovare. E’ il rovescio della medaglia ! E’ il caro prezzo che pago per ottenere gli agognati soldi.

Resisto solo grazie all’amicizia con alcuni clienti (meritevoli di affetto molto più di tanti fidanzati del passato) e grazie alla consapevolezza che non sarò “una bambola in vendita” per il resto della vita! L’obiettivo è di guadagnare una cifra consistente non per vivere di rendita, ma per non essere costretta ad accettare di nuovo qualsiasi impiego perché ho bisogno di mangiare. La disperazione spinge ad accettare situazioni di sfruttamento inammessibili, a piegare la testa di fronte ad ingiustizie palesi. In futuro, voglio essere libera di scegliere un lavoro perché mi piace, non perché ho estrema necessità di guadagnare.

Purtroppo, la mia adorata Italia è una Nazione colma di ipocriti ed è “normale” che io venga attaccata per la mia “scelta” dagli stessi individui che poi telefonano per incontrarmi, dagli stessi personaggi che predicano la moralità, i valori, che frequentano la chiesa e poi, nel buio della mia camera, per 20 secondi di piacere, rinnegano tutto quello in cui affermano di credere alla luce del giorno! Questi “signori” che in televisione, sui quotidiani, via internet esortano al sacrificio, allo studio, all’impegno, sono gli stessi che creano quelle disgraziate condizioni che possono costringere una persona ad accettare di “sporcarsi” per sopravvivere.

Parafrasando la grande Anna Magnani in un noto film: “Sono stufa dell’onestà! Qua si sta morendo di onestà!”. Negli sguardi di alcun e nei commenti che ascolto o leggo in giro sui giornali e sul web, emerge un disprezzo spaventoso verso chi esercita il mestiere più antico del mondo. Come se dicessero: “Fai la prostituta. Che stima posso avere di te?”. La donna che sposa il ricco di turno per farsi mantenere a vita, quella invece come si chiama? Trionfo della falsità!

Io ho tantissimi difetti, ma non accetterei mai di sposare un uomo che non amo solo perché ricco. Il mio cuore non è in vendita. Questo, è uno dei miei valori assoluti! A quanti sostengono che una escort dovrebbe pagare le tasse, rispondo: dovrei versare parte dei miei soldi ad uno Stato che non riconosce la mia attuale professione? C’è un enorme buco legislativo in merito all’argomento. Lo Stato non ha alcun diritto di pretendere denaro da una prostituta, visto che non la considera una lavoratrice. Questa “caccia alle streghe” è insensata. L’evasione fiscale è quella di medici, professori, negozianti (lavoratori riconosciuti dalla legge italiana) che non emettono scontrini e fatture. Il prezzo del meretricio è un indennizzo per la “violenza” subita dal nostro corpo, dalla nostra mente e dalla nostra anima e gli indennizzi non sono tassabili!”

I segreti di una Cam Girl su Chaturbate

I segreti di una Cam Girl su Chaturbate

Ci sono dei servizi che molti uomini usano per guardare belle ragazze, ma da quando esistono le chat e le Webcam, quello delle CamGirl è sempre stato un modo per arrotondare facendo quella che si potrebbe definire “Prostituzione Soft”.

Una moda partita spesso da ragazze e ragazzine giovani che chiedevano una ricarica sul cellulare negli anni 90 in cambio di farsi vedere in lingerie,  molto in più di una ricarica (qualche regalo) per fare vedere qualcosa di decisamente intimo.

Come funziona questo mondo ?

Oggi vi raccontiamo la storia di “Ginetta 21”, camgirl italiana che ci racconta come ha iniziato, perchè e quanto guadagna facendo questo lavoro. L’articolo/intervista vi farà scoprire tutti i retroscena che si nascondono dietro questo mondo e il perchè, anche se non se ne parla tantissimo, è assolutamente fiorente e dove girano ancora parecchi soldi.

L’intervista

“Mi sveglio, faccio colazione, preparo la stanza, accendo il pc e mi connetto al sito. Posto una foto su Facebook o su Twitter per far sapere ai miei fan che sto per trasmettere, indosso un bel completino intimo e inizio. Sto in cam dalle 9 di mattina fino alle 13, poi pranzo e mi rilasso un po’, alle 15 ricomincio e resto online fino alle 18. Una volta chiuso tutto, beh, pulisco, disinfetto ogni cosa e mi faccio una bella doccia. Dopo o resto a casa o esco. Insomma, una vita normale”.

Questa è la giornata-tipo di ginetta_21, una camgirl italiana che abbiamo scovato su Chaturbate, uno dei più frequentati siti di videochat a sfondo sessuale che si trovano oggi sul web – se non addirittura il più interessante, a detta di molti utenti che lo usano per trasmettere e spettatori. Perché qui le chat non si basano sul rapporto uno a uno, ovvero da cam a cam, ma sono pubbliche, aperte a chiunque e soprattutto totalmente gratuite: l’homepage si presenta come un mosaico di finestre dalle cui anteprime è facile immaginare cosa succeda all’interno, basta cliccare per accedere a quei mondi impastati di carne e pixel, desiderio e connessione veloce. Solo in un secondo momento, se vogliamo interagire in chat, è necessaria la registrazione, anche qui tutto gratis. Per trasmettere invece è doveroso dimostrare la maggiore età.

Ma leggete bene cosa ci dice ancora ginetta_21: “In passato stavo online due o tre ore la sera, perché di giorno andavo all’Università. Insomma non avevo molto tempo e guadagnavo circa 1000-1200 euro al mese. Ora che invece è diventato il mio lavoro principale, stando in cam quasi otto ore al giorno tranne il sabato e la domenica, arrivo a guadagnare circa 2.000 euro a settimana” – 2.000 euro a settimana, sì, avete letto bene. E non c’è da meravigliarsi. Ma andiamo con ordine.

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Chaturbate è nato nel 2011 e l’intuizione fondamentale per il suo successo è stata l’introduzione del tip, ovvero la mancia con la quale uno spettatore decide di premiare a propria discrezione chi sta in cam.

Il denaro utilizzato è una moneta virtuale chiamata “token” (100 token equivalgono a circa 10 dollari) acquistabile sul sito. Così quando un’esibizione è apprezzata c’è chi sborsa gettoni per incoraggiare a continuare. Ma non solo, il sito mette a disposizione di chi trasmette tutta una serie di applicazioni tramite le quali è possibile inserire degli obiettivi (ad esempio: togliersi le mutande una volta raggiunti i 100 token) o lanciare veri e propri giochi a premi per invogliare lo spettatore a dispensare tip.

A tal proposito, ginetta_21 ci dice: “OhMiBod è un app nuova, inserita circa sei mesi fa sul sito: ogni tip fa vibrare il giochino [collegato al pc via bluetooth, ndr] che hai nelle mutandine, più è alto il numero di token, più è forte la vibrazione. Una bellissima app che fa guadagnare, e godere, veramente tantissimo”.

Basta entrare in una chat a caso fra quelle situate più in alto nell’homepage (vengono indicizzate in ordine decrescente in base al numero di utenti a esse connessi) per rendersi conto del giro di tip che viene a crearsi all’interno.

Ad esempio, pochi giorni fa nella chat di princess_yasmine abbiamo visto “donare” oltre 15.000 token (150 dollari) in appena 10 minuti, solo per assistere ai dimenamenti con i quali il suo bellissimo corpo nudo si contorceva a ogni tip ricevuta (a botte di 15, 30, 100 token alla volta).

Mettersi in contatto con ginetta_21 non è stato facile, nonostante fosse quasi sempre online e costantemente posizionata nei primi posti in homepage. Al terzo messaggio, inviatole direttamente in chat durante uno dei suoi anal show, ci ha prima chiesto a voce il perché dell’intervista e una volta letta la nostra risposta ha replicato che non era interessata, un po’ gemendo, dato che durante questo breve scambio di battute non ha mai smesso di cavalcare il fallo eretto di un uomo di plastica senza gambe. È il bello della diretta.

Di altre camgirl italiane nessuna traccia: solo in seguito abbiamo scoperto che chi trasmette ha la possibilità di oscurare gli utenti in base al paese dal quale si connettono, così da poter restare invisibili ai propri connazionali. Quindi abbiamo insistito con lei inviandole un tweet, al quale finalmente ha ceduto.

“Ho 25 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione. Professione? Be’, ho fatto molti stage nel mio campo, molti periodi di prova mai apprezzati e mai retribuiti e quindi ora faccio la camgirl a tempo pieno.

Abito in un paese vicino Roma e sono bisex: mi piacciono molto anche le belle ragazze e ho avuto più di qualche rapporto e storia. Ho un ragazzo da quattro anni e una ragazza da uno che ogni tanto condivido anche con lui…”. Così si presenta ginetta_21, una bella ragazza bionda che in cam mostra la sua faccia senza problemi, indossando solo un paio di autoreggenti nere, a volte accompagnate da un perizoma. Anche se il primo piano è quasi sempre monopolizzato dal suo fondoschiena, che infatti rappresenta il motivo principale del suo successo su Chaturbate:

“Perché sono una delle poche che fa anale…Lo adoro, faccio prevalentemente quello, mi piace tantissimo e piace ai miei spettatori. La mia vagina non la uso quasi mai”. Ci racconta che si esibisce da circa cinque anni, ma solo da un anno è passata a Chaturbate (prima trasmetteva su Cam4).

Ci è arrivata così: “Con lo spirito di divertirmi e di guadagnare qualche soldo extra, ma mai avrei pensato andasse tanto bene da farne il mio lavoro principale”. Infatti nella sua pagina ha addirittura stilato un menù dove elenca, tra le altre cose, il costo di uno show privato sia su Chaturbate sia su Skype e anche delle sue mutande, spedite a casa di chi versa 2.000 token:

“Con le sessioni private si guadagna molto, per richiedere un private si paga 60 token al minuto, e più dura più si guadagna. Ad esempio, uno show di 15 minuti frutta 50 euro. Ma molti comprano l’opzione Skype perché vogliono vederti tutta per loro e una volta che sono li ti fanno regali anche su paypal in modo che il sito non prenda la percentuale. Di mutandine a casa, invece, ne avrò spedite circa 100 da quando faccio questo lavoro. C’è un utente che da due mesi mi versa 250 euro a settimana per mandargli il paio che indosso la domenica.

La definisce una droga: le mette in tasca tutto il giorno e quando è a lavoro ogni tanto le annusa”.

Quando non è in compagnia (“ultimamente ho una ragazza che ogni tanto partecipa alle mie trasmissioni e ci divertiamo veramente tantissimo insieme”), le sue esibizioni sono quasi sempre caratterizzate da svariati accessori erotici: “Cose particolari che stuzzicano un po’ la fantasia, come vibratori e palline cinesi.

Ne avevo qualcuno anche prima di trasmettere online, ora ho un armadio pieno: ho speso più di 6.000 euro in oggettistica. La fuck machine mi è costata 500 euro, ma in una giornata di lavoro me ne fa guadagnare 700-800”. Ecco, i soldi. Quando le diciamo che in giro per il web abbiamo letto testimonianze di camgirl che asseriscono di guadagnare anche mille euro a settimana, reagisce così: “Mille euro? Nooooo! Non per vantarmi, ma io guadagno il doppio. Mediamente ricevo un bonifico mensile di 8.000, poi ci sono mesi che va meglio ed altri in cui ne incasso solo 7.000”.

Leggendo il regolamento del sito si evince che Chaturbate trattiene il 50% dei gettoni incassati, cioè paga 0,05 dollari per ogni token (il cui valore è 0,10 dollari). Prontamente arriva la conferma di ginetta_21: “Se un utente paga 100 token, l’equivalente di 10 dollari, a me vengono versati 5 dollari. Ci sono utenti che in 10-15 minuti ti lasciano anche 5.000 token, quindi più utenti hai e maggiore è il guadagno”. Ma come viene effettuato il bonifico?

E, soprattutto, sono soldi tassabili? “Ho una carta Payoneer registrata all’estero. Ricevo i soldi puntualmente il secondo giorno del mese e li ritiro dove voglio, utilizzando l’opzione ‘prelievo internazionale’. E no, non si pagano tasse su quei soldi, in Italia questo lavoro è vietato e paragonato alla prostituzione”.

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Un lavoro vero e proprio con un “salario” ben al di sopra della media, che per ora riesce a scivolare tra le maglie troppo larghe di una legislazione troppo lenta rispetto ai ritmi di internet. Non ci si pagherà la pensione, e non potrà durare per sempre, ma in tempi critici come questi, una cam, una connessione veloce, una bella presenza e una dose di esibizionismo possono davvero sostituire un impiego. A detta di ginetta_21:

“Quello che faccio mi rende felicissima e liberissima. In tre anni ho messo da parte i soldi per comprare una bellissima casa, ho tutto quello che voglio e faccio tutto quello che mi pare. Molti credono che i soldi non facciano la felicità…credimi non è vero: salute e amore stanno al primo posto, ma i soldi rendono felici, eccome”.

Libertà

Più dei “soldi” e della presunta “felicità”, quello che colpisce di Chaturbate è la “libertà”. Non ci sono regole o imposizioni dall’alto (“decido io cosa fare, quando farlo e come farlo. Le uniche regole sono niente animali, niente pee o poo e niente persone in cam non registrate” mi spiega ginetta_21). Non ci sono canoni estetici da rispettare. Non si deve dar conto a nessuno se non a se stessi.

Qualsiasi maggiorenne di qualsiasi nazionalità può trasmettere, che sia maschio, femmina, gay, transessuale, bisessuale, solo o in coppia. E così basta navigare un po’ sul sito per farsi un’idea dell’assortita, colorata e amatoriale fauna che lo popola. Esclusa la parte più alta dell’homepage – monopolizzata dalle camgirl più belle e disinibite o dalle coppie che più si lasciano andare, ma anche da maschi glabri e muscolosi o da seducenti transessuali – le altre pagine del sito sono un tripudio dell’umanità più varia. Ci conducono nelle case di gente comune e ordinaria.

Eccoci nella cameretta rossa della ventenne con i capelli arancioni, gli occhi da cerbiatto, la felpa bianca con i cuori disegnati sopra e le orecchiette da volpe in testa alla ricerca di incontri solo in sessione privata. Un altro click e siamo nel vano doccia dalle piastrelle azzurre di una bionda nuda intenta a farsi riprendere mentre si lava i lunghi capelli.

Più in basso troviamo il pensionato a petto nudo che fuma la sigaretta elettronica immerso nel giallo vintage della carta da parati sulla quale si staglia una credenza marrone con sopra appoggiati due puttini di ceramica bianca. Torniamo indietro e ci imbattiamo in due ragazzini emo transessuali: ciuffi lunghi, occhialini, piercing e outfit bianco e nero. Poi è la volta della signora matura che guarda fissa in cam senza dire niente.

C’è addirittura chi ha posizionato la cam sul pavimento per inquadrarsi i piedi, non si capisce se appartenenti a un uomo o a una donna tanto sono rugosi.

Miriadi di peni, ora in erezione ora afflosciati. C’è chi si masturba mostrando la fede matrimoniale. Donne incinte. Vagine aperte all’inverosimile. Una cinese danza nuda con un ventaglio gigantesco appeso alla parete. Plug anali. Calzini sporchi. Peli. Brufoli. In sottofondo musiche di qualsiasi genere.

Chi si depila. Chi se ne sta beatamente sdraiata in mezzo ai peluche. Una sobria cinquantenne passa ore a raccontare la sua vita. Studentesse appena svegliate. Un ragazzino mangia stando a un palmo dal monitor. Casalinghe nude a quattro zampe in cucina, sullo sfondo frullatori, forno a microonde e stoviglie appena lavate. Una ragazza spiega come risolvere il cubo di Rubik.

Poi all’improvviso sembra di essere in un film di Almodovar: letto disfatto, un cassetto aperto con non si sa quale meraviglia nascosta dentro, tre vasi messi in verticale su una fioriera verde pisello, alla parete poster di Marilyn Monroe e James Dean, un travestito seduto sul letto in canotta nera e short rosa e un cagnolino scondinzolante che gli salta sulla schiena.

Ma chi più di tutti ha attirato la nostra attenzione è Support22, un ragazzo sulla trentina di Nottingham che trasmette ininterrottamente dal suo ufficio mentre lavora in giacca e cravatta: se ne sta lì a lavorare circondato da faldoni, raccoglitori, stampanti con aria seria e impegnata, solo ogni tanto si volta verso la cam e si dimena il membro, per poi riprendere le pratiche lasciate in sospeso, guadagnando – non si sa perché – pure un bel po’ di token.

Trasmetto dunque sono

Quindi sì, c’è una buona parte che sta lì per unire l’utile al dilettevole, come ginetta_21: “È un lavoro ormai e quindi, sì, lo faccio per soldi ma anche perché mi piace, e se non lo fai anche con piacere gli utenti se ne accorgono e non guadagni nulla”. O come Beryl18, una statunitense brunetta del ’95 dall’aria pura e casta con quei suoi grandi occhiali da studentessa: anche se la maggior parte del tempo sta vestita a parlare in chat di libri e film e solo ogni tanto regala qualche momento intimamente caldo, la sua videochat è una delle più visualizzate e gettonate a suon di token.

E così è pure il caso della enigmatica islandese elisadeathnaked, seguitissima sul sito: celando sempre la sua faccia, lasciandola fuori dell’inquadratura o indossando una maschera a forma di muso di cavallo, le sue performance sono veri e propri riti sciamanici invasati, ora in sella a una moto, ora sopra una sedia con l’effigie della Gioconda. In altri casi, invece, seppur non si perda mai un grammo della grana amatoriale, è ben evidente come per alcune ragazze quel lavoro sia diventato routine, meccanico e senza passione.

Ma affacciandosi e curiosando dentro quasi tutte le finestre di Chaturbate si ha l’impressione che la maggior parte degli utenti in trasmissione lo faccia soprattutto per gioco, per svago, noia, se non anche per sfogarsi e trasgredire semplicemente all’ordinarietà o esorcizzare la solitudine. Per sentirsi liberi. Quasi un modo per dire al mondo esterno “esisto pure io, eccomi”. Trasmetto dunque sono.

Per finire chiedo a ginetta_21 se ha paura che qualcuno possa riconoscerla in chat:  “È il mio lavoro, la gente deve finirla di avere pregiudizi e criticare. Non faccio nulla di male, mi esibisco in cam, non sto uccidendo nessuno”.

Ma i suoi famigliari ne sono al corrente? “Non ne sono a conoscenza, ma se lo venissero a scoprire amen, è il mio lavoro, guadagno bene e mi piace farlo, quindi o lo accettano o arrivederci. Io non giudico e critico gli altri per quello che fanno o come lo fanno e non voglio che si faccia con me”. Poi: “Masturbarsi in cam per me non è umiliante, l’ho fatto molte volte da sola sotto le coperte quando non ero fidanzata e farlo davanti a un pc per me è la stessa cosa.

Anzi, sapere che sto dando piacere a me stessa e allo stesso tempo anche ad altre persone è eccitante e gratificante. Troverei assai più degradante dover fare colloqui umilianti per un lavoro che nemmeno mi piace. Qui almeno non si corre neanche il rischio di subire avances dal capo”.

Quando le chiediamo che cosa consiglierebbe a una ragazza appena uscita dalle scuole superiori che guardandosi attorno si sentisse senza futuro e iniziasse a pensare di intraprendere la strada della camgirl, emerge un altro aspetto molto importante: “Di farlo in punta di piedi, di non sentirsi obbligata a fare nulla se non lo vuole e di essere se stessa…Le cose si fanno piano piano, di non essere timida e di fregarsene di quello che pensa la gente di questo mondo, perché tutti poi hanno due facce e quando si trovano davanti un pc e sono soli certi siti li vanno a visitare”.

Il Lato Oscuro del Sesso è un sito nato nel 2012 riservato alle Coppie Scambiste, Esibizioniste, Cuckold e tutti coloro che conoscono le regole di questo fantastico mondo.

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