Entriamo in un locale per coppie scambiste “selezionate”

Entriamo in un locale per coppie scambiste “selezionate”

I locali per adulti non sono tutti uguali. Il sesso non è solo un atto riproduttivo e segue molto i gusti, le passioni e i desideri di tutte le persone. E’ qualcosa che piace a tutti, ma ognuno di noi ha un’idea diversa su cosa potrebbe renderlo eccezionale.

Ci sono Club con spogliarelliste, Topless Bar dove ti servono al tavolo ragazze senza troppi vestiti, ci sono locali da addio al celibato e ci sono anche Club Privè per scambisti, dove è possibile (e preferibile) andare in coppia con la propria partner e vivere il sesso come un’estensione del proprio rapporto in forma intensa ed estremamente erotica.

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Ma anche i Club per scambisti non sono tutti uguali. Ci sono quelli a entrata libera, quelli che invece richiedono una selezione e verifica prima di potervi accedere, quelli dove anche i singoli sono accettati e quelli dove invece bisogna per forza essere in coppia.

Ma come funziona un Club solo per coppie selezionate a cui ci si può accedere solo se scelti e verificati? Ecco a voi il racconto di una persona che ci ha descritto la sua visita a un famoso Club nel  Lazio.

La strada è male illuminata e io guido piano, fasciato dall’unico abito su misura che possiedo. Il dress code parla chiaro: “black pants and white shirt” per lui, “sexy snowqueen costume o white lingerie” per lei.

Le indicazioni che mi hanno mandato sono molto precise e le seguo scrupolosamente; perdersi qui è facilissimo.

Finalmente, Dietro una curva, due fiaccole incorniciano l’ingresso di una sontuosa villa di campagna. Un cancello di ferro si apre su un lungo viale alberato. In fondo, come in una fiaba appare la luce tremolante del  club.

Mi accoglie il proprietario del locale. 47 anni, porta un piccolo ciuffo alla “Tin Tin” e ha un’aria pacifica. Mi sorride e poi parla veloce con una collaboratrice dando disposizioni precise. La serata non è ancora cominciata ma ci siamo quasi.

Nella vita ha fatto di tutto ed è scambista praticamente da sempre.

“Ormai ho solo amici orizzontali”, dice senza scomporsi. “Chissà, magari fra quarant’anni saremo considerati dalla società quasi normali, come i gay oggi.E in questo, sono sicuro, quello che faccio avrà avuto un ruolo”.

“Quali sono le coppie che frequentano il club?”, gli chiedo.

“Negli ultimi cinque o sei anni l’età media di chi frequenta questo mondo si è abbassata tantissimo? È pieno di ragazzi di ventitré, ventiquattro anni che vengono qui”, è la risposta.

La selezione è abbastanza rigida.

Ma non avviene all’ingresso. I singoli non entrano se non in occasioni molto particolari in cui ogni coppia può portare un amico, e per le coppie che non sono mai venute vale la regola dell’autopresentazione: si manda una foto di entrambi (vestiti), e magari si fanno due chiacchiere al telefono con lui.

“Quando mi chiamano quelli che mi dicono che hanno problemi con la moglie e che magari sperano di risollevare un rapporto in crisi venendo qua, glielo sconsiglio fortissimamente. Qui può venire solo chi ha una relazione sana. Solo coppie solide e con una vita sessuale appagante. Se no la coppia può scoppiare”.

Arriva la prima coppia. Non hanno più di trent’anni. Lei è bionda, alta, gran fisico. Lui occhi piccoli capelli neri, piuttosto atletico.

Il proprietario mi guarda e sorride.

“Scusami ma mi devo ancora cambiare. È tardissimo, dammi cinque minuti”. Poi scompare dietro una porta. Torna poco dopo, vestito di tutto punto. Ci avviamo al bar. Nel locale ci sono ormai una decina di coppie. Chiacchierano e bevono sedute davanti al grande camino al centro della sala.

La coppia che è arrivata per prima se ne sta in disparte, al lato del bancone. Stanno insieme da tre anni, hanno lavori normali e non sono mai stati in un club per scambisti prima d’ora. Ma ne parlavano da un anno.

Ieri sera si sono decisi e sono saliti sul primo aereo . Sono curiosi, si guardano intorno.

Poi ci sono le coppie “storiche” che sono di casa. Salutano il proprietario come un vecchio amico, scherzano fra loro, si chiedono se arriverà quell’altra coppia, o che fine hanno fatto quei due della scorsa settimana.

Le donne indossano tutte intimo bianco sovrastato da mantelli dello stesso colore. In testa, una coroncina. Non distrarsi è difficile.

L’atmosfera è quella di una normalissima festa. Per ora.

Nel locale ci sono adesso una cinquantina di persone. È pronta la cena. Genni attraversa il salone facendo tintinnare un campanellino d’argento. Chi con un calice di prosecco, chi con un cocktail, tutti migrano verso la grande veranda che affaccia sulla piscina esterna.

Tavoli rotondi, cinque coppie per tavolo. Seduta libera. Le domande per rompere il ghiaccio sono quelle di rito: “Venite qui da molto?”, “Come avete iniziato?”, “Siete sposati?”.

C’è un’altra coppia alle prime armi. Mai stata in un privé neanche loro. “L’idea l’abbiamo sempre avuta”, mi raccontano, “ma la decisione di venire qui l’abbiamo presa nel mentre… Cioè, proprio dentro al letto, mentre lo facevamo”.

Le coppie parlano fitto fitto. Si comincia a capire quali sono le sintonie, chi proseguirà la serata con chi.

Risate femminili ogni tanto irrompono nella sala fra il tintinnio di bicchieri e il rumore di stoviglie, e rivelano l’ebbrezza crescente. La conversazione si fa via via più piccante e alla fine del primo piatto l’argomento è diventato “il gioco”.

È così che si chiama.

Il gioco lo conducono le donne. Qualcuna è dichiaratamente bisex, qualcuna ha gusti meno riconoscibili. Poche, pochissime sono esclusivamente etero.

Ma al Club non ci sono solo coppie. Anche qualche donna single, di tanto in tanto si fa vedere. E stasera ce n’è una. È molto bella e molto alta. Lunghi capelli neri. Non è italiana ma vive qui da una vita, fa un lavoro talmente nella norma da risultare quasi banale, è separata. Ha cominciato tardi a frequentare questo ambiente. Un ex fidanzato una volta l’ha portata in un altro club, senza dirle di quale tipo di locale si trattasse. “Appena entrata ho capito da sola che posto era, ma non sono scappata a gambe levate come io stessa mi sarei aspettata di fare”. Ha deciso, invece, di stare al gioco. E quel gioco piano piano è diventato anche suo.

“Mi piace mostrarmi, mi piace che gli altri mi guardino. Sono un po’ matta e purtroppo l’ho capito tardi. Qui mi diverto, sono tutti molto carini”.

Quando mi dice la sua età ho un trasalimento. Sono convinto di aver capito male, invece dimostra semplicemente vent’anni di meno.

Ormai siamo al dolce. Una delle coppie al tavolo ha già iniziato a giocare. Vengono da tanto tempo, sono nel nucleo degli “storici”.

La testa di lui scompare per fra le gambe di lei. Tutti sorridono. Pochi secondi, pochi sguardi e l’atmosfera è già diversa.

La cena è finita, ci si sposta di nuovo verso il bar. Ora la musica è più alta e più ritmata. La pista si riempie e si inizia a ballare. Anche i nuovi si gettano nella mischia. Sono decisamente meno timidi di quando sono entrati.

Le coppie ballano vicine, si toccano, si strusciano. Le donne si guardano fra loro, si accarezzano i capelli, si baciano. Si “sculacciano” l’un l’altra.

Gli uomini sono contorno. Almeno in questa fase. Molti ciondolano ai lati della pista ammirando le proprie compagne giocare.

Sono quasi le due. È a quest’ora che cominciano le vere danze. Per tutti ma non per chi scrive. Professionalità prima di tutto. Qualcuno decide di appartarsi nelle tante stanze che offre il club, che restano aperte per chi volesse partecipare, o anche solo guardare. Come sparate via da una misteriosa forza centrifuga, le coppie si allontanano gradualmente dal centro della pista.

E si allontana con passo lento verso una stanza già gremita anche la coppietta di novellini arrivata prima di tutti.

Qualcuno si è tuffato nella enorme piscina interna riscaldata. Lì, tuttavia, è consentito solo nuotare e rilassarsi. E così, magari dopo una doccia, si sta in acqua a chiacchierare tutti insieme.

È quasi mattina, domenica. Un ragazzo, le braccia aperte sul bordo della piscina e il corpo a mollo guarda la fidanzata e dice “Mamma mia, domani si ricomincia, meno male che ci siamo presi sta vacanzina”.

E domani si ricomincia, in fondo è solo un gioco.