Quando ci si imbatte in un libro che parla di erotismo e sessualità, che sia speciale e sappia dare ai lettori qualcosa che vada oltre a una asettica trasformazione di parole in immagini, non si può fare a meno che cercare Di contattare l’autrice e convincerla a rilascarci un’intervista.
Ciao Marte Miao, innanzitutto grazie per aver accettato la nostra richiesta di intervista. Ti andrebbe di parlarci un po’ di te?
Grazie a voi per avermi riservato uno spazio su ILO!
Inizio subito dicendoti che no, non mi piace molto parlare di me, però mi piace tanto raccontare storie. Infatti sono partita da questa passione e da quella per l’erotismo per creare una raccolta di racconti che si intitola “Vongola vorace”.
La maggior parte sono storie legate all’erotismo, alla sensorialità, alla percezione dell’altra persona, alle chimiche che si instaurano e a come i sensi, il piacere, l’abbandono possano far uscire parti di noi e della nostra psiche che altrimenti farebbero fatica a emergere. Inoltre mi piace tantissimo disegnare, creare, quindi il mio libro è illustrato.
Come ti sei avvicinata al mondo BDSM?
Mi ci sono avvicinata fin da ragazza: avevo 15 anni quando leggevo forum come “BDSM room” e “Manette matte” dal computer della scuola, durante l’ora di informatica. Poi è una cosa che ho esplorato pian piano nel tempo, ma ancora non sono arrivata: il viaggio continua.
Le prime esperienze ti hanno dato spunto a volere sempre di più? Cosa ti spingeva ad andare oltre?
Non proprio. In realtà mi sono avvicinata al mondo del BDSM e del fetish non avendo feticismi specifici, grandi desideri o grandi fantasie da soddisfare e ho semplicemente provato cose diverse, scoperto reazioni sia del mio corpo, che della mia mente, esplorato una sensorialità diversa dal solito. Per me è stata fonte di crescita sia fisica che psicologica, mi ha aperto tantissimi mondi.
Ha influito anche sul mio comportamento quotidiano, definendo meglio ciò che voglio nei rapporti, nella reciprocità. Il fatto di non avere dei feticismi particolari è rimasto, ma non mi impedisce di sperimentare, di mettermi di fronte a me stessa e di voler imparare di più.
L’esperienza più positiva e quella più negativa?
Non esistono esperienze “più positive” o “più negative”.
Esperienze negative ne ho avute soltanto quando ho operato come prodomme, ovvero come Mistress a pagamento, anche se probabilmente non posso definirle “negative” in maniera assoluta.
Mi hanno messo alla prova come professionista, e ho quindi deciso di indirizzare le persone in questione verso altre colleghe, o comunque di chiudere il rapporto. Una professionista non deve per forza prendere qualsiasi cliente, anche perché è un lavoro molto delicato e, se non si crea fiducia, se non si crea una sensazione di conforto di base, di potersi lasciare andare, di poter far emergere determinate parti di sé, non funziona. In un certo senso è vicino al lavoro della psicologa.
È logico che quando assumi una parte professionale c’è meno reciprocità rispetto a quando fai la stessa cosa per un comune accordo, per una comune esperienza, e si crea un’alchimia diversa.
Nella mia vita privata non ho mai davvero avuto esperienze negative e non ce n’è una più positiva, perché ho imparato cose diverse, ho messo alla luce aspetti diversi e stimolazioni diverse, quindi per me sono state tutte belle, positive, importanti, fonte di apprendimento.
Cosa deve avere un Master/una Mistress per essere considerato/a tale? E un/a slave?
Non esistono ruoli fissi: ognuno sperimenta gli aspetti che vuole sperimentare. Non credo nella nomenclatura e nelle classificazioni standard dove ci sono parametri da rispettare. Quella è una cosa che appartiene al pedigree degli animali: se non hai un determinato aspetto di razza non puoi avere il pedigree. Nel BDSM non si va a prendere una certificazione, ma a mettersi in gioco, a esplorare sé stessi attraverso il rapporto con l’altra persona.
Per esigenze pratiche si sono creati dei nomi, ma a me interessa poco: faccio quello che per me è coinvolgente e penso che tutti dovrebbero approcciarsi a questo mondo così. Posso trovare interessante qualcosa, ma questo non mi rende meno o più, mi rende semplicemente compatibile con alcune persone piuttosto che con altre. L’importante è che i rapporti siano sani, sicuri e consensuali.

I tuoi racconti sono tutti di fantasia?
Come dico nel disclaimer del libro: “Ogni riferimento a fatti, luoghi o persone è puramente casuale.
Il libro non si riferisce a fatti realmente accaduti o persone realmente esistite o esistenti.
Questo libro non vuole essere rappresentativo della comunità e cultura BDSM o LGBTQA+, o dell’ambiente dei club privé e degli eventi fetish e BDSM, ma si basa sulle fantasie dell’autrice.
Le illustrazioni non raffigurano persone realmente esistenti”.
A chi consiglieresti di avvicinarsi al mondo del bdsm e leggere il tuo libro?
Consiglierei a chiunque di avvicinarsi al mondo del BDSM perché è prima di tutto una scoperta di aspetti di sé che altrimenti non emergerebbero. Si può trattare di una leggera stimolazione della pelle e di cose definite “soft”, o può evolversi in altro, ma come dicevo non c’è qualcosa che rende giusti o sbagliati, c’è una scoperta di determinati aspetti del proprio essere che altrimenti non verrebbero alla luce.
Molto spesso le persone si aspettano che il BDSM sia andare in un club e farsi frustare o legare. Non è così, non c’è nessun obbligo, e rimanere nei limiti di pratiche più semplici non significa avere qualcosa in meno rispetto agli altri. Il BDSM è scoperta, e come tutte le scoperte è graduale e ci possono essere cose che prenderanno di più, che coinvolgeranno. Poi si può decidere se fermarsi o evolvere, ma comunque si tratta di un processo di conoscenza di sé stessi tramite il rapporto con gli altri.
A chi consiglierei di leggere il mio libro? Di sicuro è interessante per persone che praticano già il BDSM o comunque si sono documentate. Il libro si basa sulle mie fantasie, quindi va letto sapendo che non rispetta perfettamente l’ambiente del BDSM, ma che può essere romanzato, alle volte dando anche per assodati alcuni concetti. Può essere coinvolgente anche per chi non ha ancora sperimentato questo mondo, però bisogna affrontarlo con la consapevolezza di non star leggendo un saggio esaustivo: molte esperienze non vengono descritte nel libro e, come dicevo, ci sono diverse parti romanzate.
Quali parti del libro sono state più apprezzate da chi l’ha già letto?
Di sicuro l’elemento più apprezzato è il lavoro introspettivo-psicologico: non si tratta di un libro nel quale vengono semplicemente descritti atti sessuali, ma esplora a fondo la sessualità e le sue sfaccettature, a volte anche con momenti dolorosi o di profonda immedesimazione. Il mio scopo è sempre stato quello di andare più in profondità e, a quanto pare, ci sono riuscita.
A parte il contenuto, mi vengono rivolti diversi complimenti per la cura generale del volume: la veste grafica e anche l’impegno nel limitare al minimo errori sul testo. Mi sono avvalsa di un’editor e correttrice di bozze proprio perché volevo rendere il libro di qualità superiore, anche se autopubblicato. Molte persone non se l’aspettano.
Prima hai detto di aver creato anche delle illustrazioni per i racconti: ce ne vuoi parlare?
Sì, sono state create in totale 12 illustrazioni, compresa la copertina, più alcuni elementi grafici.
Le illustrazioni sono tutte in bianco e nero, che prediligo rispetto al colore, e rappresentano caratteristiche particolari dei racconti: una scena, un primo piano. Non cercano di rendere tanto una bellezza statica, quanto di dare un carattere, una personalità. Sono illustrazioni fatte di sana pianta a mano libera, e mi hanno permesso di mettere in gioco e sperimentare tecniche che ancora non avevo avuto modo di mettere in pratica. Posso dire di aver sviluppato un nuovo stile della narrazione visiva.
Sei soddisfatta del progetto?
Sono molto soddisfatta del progetto, non tanto per la quantità di copie vendute, quanto perché molte persone che l’hanno comprato hanno avuto voglia di ricontattarmi, pur non conoscendomi prima di aver letto il libro, per dirmi cosa le aveva colpite, in cosa si erano identificate, per complimentarsi sia con me per i contenuti e per la capacità di immedesimazione psicologica, sia con la mia ghostwriter per com’è scritto.
Aver ricevuto riscontri positivi da persone nell’ambito BDSM, Kinky e fetish, ma anche da persone Queer, mi ha emozionata molto. Toccare tematiche delicate come l’identità di genere e sentirsi dire che sono stata brava a farlo rappresenta una grande soddisfazione.
Dove posso acquistare questo libro?
Ovviamente su Amazon. Di seguito il link per leggere l’estratto o acquistarlo direttamente.