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- 15/11/2020 alle 12:32 #12286
Anonimo
InattivoUna serata da Lupo (Parte Prima)
L’annuncio sul sito internet era chiaro: “coppia prima esperienza, con lui aspirante cuckold, cerca vero stallone da monta per trasformare una timida moglie in una femmina vogliosa.”
Lupo Nero rispose immediatamente: si trattava di un annuncio Lust Minute, valido per quella stessa sera; uscito dall’ufficio mezz’ora prima del solito, fece un paio di telefonate, cenò velocemente e, fatta una doccia, si recò all’appuntamento.
Fu accolto da una coppia sui quaranta, chiaramente agitata e verosimilmente alla prima esperienza. Ellen era bruna, formosa, una bella donna, dallo sguardo e dalle movenze conturbanti, Mark invece era un mingherlino timido e sessualmente frustrato. Si presentarono, scambiarono banali convenevoli, poi Lupo Nero prese in mano la situazione: «Vorrei rompere subito l’imbarazzo, prima che ci ripensiate: sono a mio agio con chi è alla prima esperienza e prometto che vi pettinerò il primo pelo fino a farvelo lucido, cazzo!»
Si andò a sedere di fianco alla moglie, ricevendo un sorriso di assenso.
«Quindi, Mark, versati qualcosa da bere e goditi lo spettacolo mentre trasformo la tua signora in una vera viziosa: vedrai, stenterai a riconoscerla.»
Il marito deglutì, senza riuscire a rispondere. Lupo passò una mano dietro il capo della donna, poggiandole l’altra sulle gambe. Lei vestiva di un abito corto color crema, autoreggenti in tinta e graziose scarpine décolleté. Lupo incominciò a baciarle il collo, risalendo con la mano in mezzo alle cosce. La limonò con passione, toccandola attraverso le mutandine tiepide; poi le fece scivolare dalle spalle il vestito, liberando le tette dal reggiseno, e le succhiò con gusto i capezzoli, continuando a torturarla attraverso la biancheria intima. Le sfilò le mutandine e, tirandole su il vestitino, le allargò le gambe. Guardò il marito con un ghigno malizioso: percepiva chiaramente il suo turbamento, ma sapeva che era quello che voleva, e che gli stava venendo duro nei pantaloni fino quasi a scoppiare.
«Tu pensi di conoscerla bene questa fica qui, eh? Ma scommetto che con te non si è mai bagnata così tanto!»
Il bull schiuse delicatamente le gambe della donna, rivelando un paradiso lucido e addirittura pulsante, tanta era la voglia. Mark deglutì ancora: stava per fare un complimento alla moglie, quando venne anticipato dall’ospite: «Forza Mark, adesso tocca a te, ti devi riscattare. Voglio che tu venga qui da lei, a quattro zampe, e che faccia quello che dovrebbe fare un marito con la propria moglie: lappala e dissetati da questa bella fichetta!»
Il marito tentennò, ma Ellen lo chiamò con un gesto della mano, annullando la sua volontà, costringendolo a gattonare fino al divano, infilandole la testa in mezzo alle gambe, dove incominciò a leccare titubante, strappandole il primo sospiro di piacere.
«Ok, non sei un granché come lecca passere. Ora prova a scavarla con le dita, esplorala, allargala e intanto guardami. Voglio che tu guardi come me lo succhia mentre tu cerchi di farla godere almeno un po’.»
Lupo si calò pantaloni e boxer, lasciando libero il membro già duro, che rimbalzò letteralmente indietro, tanto fu l’impeto con cui saltò fuori. Lei lo impugno felice e incominciò a gustarselo.
«Ti piace come me lo succhia? Vuoi vederla fare veramente la troia?»
Lupo afferrò il viso della donna con una mano, stringendole le guance e battendole con vigore la cappella sulle labbra. Poi glielo infilò tutto in bocca, costringendola a prenderlo fino in gola, fermandosi per un istante a fondo corsa. Il cazzo uscì lucido di saliva, pulsante e rivestito di filoni di saliva che andavano dalla cappella alle labbra. Ellen tossì e soffocò un conato di vomito, ma si riprese subito, risucchiando il pigiamino di saliva e accogliendo il glande nuovamente in bocca.
«Te lo immagini, Mark, quando riempirò la sua boccuccia di sperma? E quando glielo infilerò tutto dentro, fino in gola, facendo tracimare di fuori tutto quello che non riuscirà a buttare giù? Ti immagini la scossa che proverai quando inghiottirà la mia sborra calda, leccandosi le labbra e desiderandone ancora? Perché ti sei fermato?»
Il marito lo guardava impietrito, combattuto fra l’eccitazione e lo shock che tutto ciò comportava. Aprì la bocca per protestare, ma venne anticipato ancora una volta: «Ellen, ti piacerebbe venirmi in bocca, mentre succhi altri due begli uccelli e il tuo maritino si sega in un angolo? E a te, Mark? Credi che ti piacerebbe? Io credo proprio di sì.»
Tirato fuori il cellulare fece una chiamata, aspettando non più di due squilli, poi riattaccò. Dopo neanche un minuto suonarono alla porta.
«Ci sono ospiti, Mark, sono amici miei. Ti dispiace fare gli onori di casa? Trattali con cortesia, mi raccomando, vengono per farsi tua moglie!»
Sebbene umiliato, il marito fece accomodare i due nuovi ospiti, che entrarono sorridendo ed ammiccando.
«Benvenuti, ragazzi. Accomodatevi, non fate complimenti, ché qui siamo già al bello: abbiamo una bella signora, aperta a nuove esperienze sessuali e un marito che sogna di essere pluricornuto. Ci toccherà esaudire i loro desideri.»
«Come no! Siamo qui apposta.»
Uno dei due si accucciò, annusando il sesso bagnato, e attaccò, con lingua e dita, a gustarne il prezioso nettare. Lupo, sempre in tiro, attese che l’altro compare si liberasse dei pantaloni. Ellen godeva dimenandosi e, afferrati i due bigoli, li coccolò di dolci attenzioni. Mark era rimasto presso l’ingresso, con gli occhi sgranati e fissi sulla figura della moglie, che mugolava di piacere sulle verghe saporite.
«Dai, Mark, segati un po’, altrimenti rischi di non divertirti. Ci pensiamo noi a tua moglie.»
Lei schiacciò il bacino sulla bocca che si stava bevendo il suo orgasmo, inarcandosi, aggrappata saldamente ai cazzi dei due ospiti.
«Brava, Ellen! Ne piscerai ancora tanto di piacere questa sera, vedrai.»
Il tizio che l’aveva leccata si spogliò e si sedette sul divano. La fecero alzare, e la impalarono sul cazzo duro, che affondò come se la vagina fosse di burro fuso. Il marito non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, mentre pompava in fica piacere solido, limonando cappelle gonfie, mentre mani sconosciute la palpavano, le strizzavano i capezzoli, le schiaffeggiavano le natiche e le tette sode e dure. Si sbottonò, avvicinandosi piano al divano.
«Eh no, Mark, non ti abbiamo ancora chiamato. Menati e resta fermo lì dove sei.»
Si diedero il cambio, variando la posizione in una pecorina. Ellen stava godendo come il marito mai l’aveva vista prima, disinibita e violata, e questo gli comportava dolore e piacere allo stesso tempo: Mark prese a massaggiarselo lentamente, perché con qualche colpetto più deciso sarebbe venuto lì seduta stante, sul tappeto. Voleva tenersi per partecipare al gran finale, sborrando insieme a tutti gli altri, voleva vedere la bocca della sua Ellen piena di quattro eiaculazioni, ma non poteva immaginare come sarebbe andata a finire.
«Ti piace il cazzo, eh, Ellen?»
«Adoro i cazzi che mi scopano!»Ellen godeva davvero come non mai, senza inibizioni, senza pudore alcuno; quel tizio così sicuro di sé le aveva immediatamente trasmesso fiducia, l’aveva messa a proprio agio, assumendo il controllo della situazione. E la faceva godere immensamente l’umiliazione che sapeva infliggere a suo marito. Insieme agli amici la stava facendo impazzire dal piacere: aveva già avuto tre orgasmi, compreso quello di bocca, ma nessuno dei tre amanti era ancora venuto.
«Mark, invece di star lì a tirarti una sega, perché non giri un bel filmino?»
A quelle parole Ellen avvampò di voglia: era proprio un diavolo di bull!
«Nella borsa che hanno portato i ragazzi c’è una videocamera. Celebra la tua golosa mogliettina filmandola, dai.»
Il marito ravanò per diversi attimi nella borsa, armeggiò con l’apparecchio, lo accese e finalmente inquadrò la scena.
«Vieni più vicino, voglio che filmi l’espressione soddisfatta di tua moglie mentre mi lucida la cappella di saliva.»
Ellen non aspettava altro: impugnò il cazzo alla base dei coglioni, che si gonfiarono, pronta a dare spettacolo.
«Un momento, ragazzi. E tu, bimba, calmati. Facciamo come se fossimo ad una sorta di provino.» Lupo strappò la videocamera al marito e si inquadrò in volto: «Salve, io sono Lupo, il produttore e il regista di questo filmino. Sarò breve, perché siamo già oltre il dunque, per così dire. Questo è Mark, il marito cornuto», e inquadrò l’omino che, a pantaloni calati, fissò smarrito dentro l’obiettivo, «questi sono Robert e Tom, i miei amici», fece una carrellata veloce sui due complici, «e questa è la splendida Ellen», inquadrandone il sorriso.
«Saluta in camera, Ellen, presentati.» Inquadrò il viso dell’attrice protagonista, ma lei, imbarazzata, non riuscì a dire nulla, seppure eccitata e divertita dalla scenetta in corso.
«Dai, è facile», la imboccò lui, «Sono Ellen, e ho scoperto da poco di essere una vera troia!» Risero tutti insieme, tranne Mark, che sembrava essere sempre più allibito e inerme.
«Mi sono scopata già tutto il cast, tranne mio marito, e voglio godere ancora, voglio ancora cazzi che mi scopino.» Lupo continuava a dettarle il copione, anche se lei non riusciva a spiccicar parola, troppo presa a ridere. «Ora vi faccio vedere come si fa un pompino.»
Il tono di voce di Lupo era variato d’improvviso, assumendo la connotazione di languido suggerimento, irresistibile ordine. Ripassò la videocamera a Mark, perché voleva che fosse lui a doversi concentrare sulla ripresa, perché vedesse chiaramente la moglie in preda al delirio della lussuria. - AutorePosts
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