ILO Forum Racconti Erotici / Hard LO SPORTELLO VERSAMENTI (SECONDA PARTE)

ultimo aggiornamento Anonimo 2 anni, 10 mesi fa
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    Anonimo
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    Lo sportello versamenti (Parte Seconda)

    Gli ormai già affezionati investitori la annusarono, la aprirono dolcemente mentre lei incominciava ad aggrapparsi ai membri turgidi e ormai liberi dal giogo di boxer e mutande. La lapparono, la scavarono, la esplorarono penetrandola con le dita, quasi fosse la mitica caverna di Alì-Babà: disabitata dai quaranta ladroni, era lei stessa il tesoro per affamati esploratori.
    In molti si dedicarono alle tette sode e turgide, tutte da stropicciare, con i chiodini da mordere, leccare, battere e ribattere di cappella. E poi alle gambe lisce e al pancino ingioiellato da un ombelico minuto e ben fatto. Tutto di lei sembrava affascinare la schiera di investitori e mecenati: il visino, che figurava sempre gioioso e innocente, con su ancora gli occhiali che le donavano davvero tanto… E la lingua, poi! La bocca, che aveva assaggiato quasi con pudore i primi glandi, e che avvolgeva ora tutto un membro, lasciando bave di saliva sui mormorii di approvazione degli astanti.
    Il direttore istintivamente attaccò ad elogiare i servizi offerti dall’istituto di credito, all’avanguardia nel saper soddisfare la propria clientela. Fece da spalla alle battute impazienti di quelli in fila, con ancora un euro in una mano e la patta spalancata sull’erezione che valeva tutta una vita; nessuno di loro, però, staccò mai gli occhi dallo spettacolo.
    Angelica spingeva il bacino su tutte le bocche che le si presentavano, lingue adoranti e guizzanti, continuando a menare e a succhiare a rotazione tre o quattro bastoni. Sospirò soddisfatta quando finalmente sentì bussare una cappella alle sue Porte di Giada. Lo prese dentro tutto, lentamente, tanto quanto quello che le scivolò in gola. Mugolò, sbuffando, quando entrambi i pistoni arrivarono a fondo corsa, e tanto bastò per i più arrapati e i più sensibili, perché i loro testicoli pompassero fuori tutta l’eccitazione della serata e parecchi anni di eiaculazioni mancate.
    Estratto il ciucciotto si offrì a bocca aperta alla bianca pioggia, scossa dall’impetuoso stantuffare avanti e indietro del focoso amante. Alcuni della fila, giunti al limite, si portarono avanti per partecipare a quella prima ondata di sperma: la schizzarono dalla fronte fino al pube, inzaccherandole camicia e gonna, imbrattandole i profumati riccioli di fuoco.
    Il direttore cercò di frenare la calca, ma ormai il rompete le righe era già scattato, e la gente si posizionò ordinatamente secondo lo spazio e l’incipiente necessità di depositare in cassa il proprio contributo. I finanziatori divennero improvvisamente più spavaldi, elargendole commenti pesanti e coloriti, facendosi sotto con voglia crescente, dandosi il cambio più celermente per potersi soddisfare tutti. Più commentavano le sue doti innate di femmina e più lei le sottolineava con sguardi, ammiccamenti, mugolii, deep throath e orgasmi a ripetizione. Alla fine, che la schizzassero da lontano o che le appoggiassero la cappella sulle labbra, o proprio sulla lingua per non sbagliare il centro, tutti avevano avuto il piacere di versare il proprio contributo, cosa che Angelica non solo sembrava gradire, ma bramava ardentemente. Non tutti però riuscirono a resistere alla sua carne, per qualcuno fu impossibile non venire nella lussuriosa cassetta di sicurezza, oppure uscire appena in tempo per imbandirle a festa il sesso e contemplare l’opera pittorica prima di lasciare il posto al successivo artista del pennello.
    Lei inghiottiva tutto lo sperma che riusciva, e quello sfuggitole scivolava nel solco in mezzo alle tette, divenuto ormai un lago bianco e lucido; le lenti degli occhiali si ricoprirono di schizzi al punto che dovette ripulirle più e più volte con la lingua.

    Nonostante questo la coda non si esauriva ancora, e qualcuno protestò formalmente: «Caro direttore, se questo è il livello dei servizi che intende offrire mi vedrò costretto a cambiare banca: troppi utenti per un solo sportello!»
    «Mio caro cliente, venga, la prego: depositi qui», e batté la mano sul banco di fianco alla testa di Angelica, «e quanto prima la dolce Angelica passerà a ritirare il suo versamento!»
    La fecero scendere dal banco e appoggiare piegata in avanti, per prenderla da dietro e farle leccare il piano ancora intonso e pulito; ma già in tre stavano seguendo il consiglio del capo istituto, masturbandosi davanti al suo volto, decisi a imbandire il piano della scrivania.
    Continuarono a farla godere così per un tempo imprecisato, chi schiaffeggiandole le natiche mentre la stantuffava, chi allargandole le chiappe mentre si infilava lentamente e in profondità, chi venendole in bocca, in faccia, chi eiaculando sul tavolo, per poi imboccarla di seme usando la cappella a mo’ di cucchiaio. Lei prese tutto, ringraziando dentro di sé di essere nata donna, disinibita e multiorgasmica, e di aver trovato un posto di lavoro in banca sicuro e gratificante! La fila si esaurì e si riformò più volte, ma d’altronde era stato consigliato di investire con solerzia e fiducia.
    In tanti aspettavano masturbandosi per venire la seconda, la terza, la quarta volta, mentre solo più pochi golosi e perversi continuavano a scopare incessantemente la solerte impiegata. Angelica non avrebbe potuto chiedere di meglio: li prendeva con gusto, li ripuliva per bene prima e subito dopo che la penetrassero, e quando qualcuno dei pippaioli le si faceva sotto, si godeva il nettare caldo e dolce che la faceva sentire così indecentemente troia. Non contò gli orgasmi, non avrebbe avuto senso, le pareva quasi che fosse stato uno solo e unico, orgiastico e onnipresente dalla prima leccata ricevuta all’ultima goccia di sperma assaporato, dal primo colpo ricevuto nel ventre, all’ultimo spasmo eiaculatorio nella fica ormai piena e sciabordante.

    Una volta chiuso lo sportello versamenti, i clienti se ne andarono a gruppetti, per non dare nell’occhio, dopo essersi ricomposti alla bell’e meglio. Salutarono il direttore frettolosamente, come se lo avessero conosciuto solo qualche minuto prima: il giorno dopo tutti avrebbero fatto finta di niente e nessuno avrebbe accennato all’accaduto, almeno in pubblico e ad alta voce.
    Anche Angelica era sgusciata via, forse in bagno per ripulirsi dall’orgia di investimenti a pioggia della arrapata cordata imprenditoriale. Salutato l’ultimo dei clienti, il direttore si slacciò la cravatta e in un sospirò cercò, senza successo, di buttar fuori tutta la tensione e l’eccitazione sessuale accumulata. Sbirciò nel bagno, ma la luce era spenta e il locale vuoto… Ma dove diavolo era finita Angelica?
    La trovò nel suo ufficio, appoggiata alla scrivania, più o meno nella stessa postura con cui si era concessa allo sportello poco prima: mostrava all’uomo il sedere, le gambe strette e chiuse, che dondolava in una dolce nenia ammaliatrice. Girò il volto sorridente: «Sono rimasti soddisfatti i clienti, direttore?»
    «Sì, direi proprio di sì. Ma tu…»
    «Hanno versato tutti e tutto…» Così dicendo allargò le gambe, appiattendosi sul tavolo e sporgendo in fuori il fondo schiena: la sua prugnetta lucida e bagnata si aprì, lasciando defluire un fiotto ialino che bagnò il pavimento, esaurendosi in una colata lungo l’interno coscia.
    «E lei? Lei non versa la sua quota?»
    Gli si accucciò davanti e gli sbottonò i pantaloni: bisognava dargli il merito di essersi comportato da vero direttore, senza cedere alla tentazione, sempre e solo attento al bene e al profitto della banca. Il prepuzio era inguainato da liquido preseminale come se avesse un pigiamino. Angelica lo ripulì con cura, poi mulinò la lingua sul filetto, dando abili e robusti colpi di sega e si godette dalla prima all’ultima goccia una sborrata da vero cavallo, mentre lo sfogo sessuale, maturato e represso per tutta la sera, squassò il direttore, facendogli venir molli ancora una volta le gambe. Ma dopo avere assistito al film porno che era andato in scena proprio lì nella sua banca, il membro gli rimase duro e tosto, senza accennare a rilassarsi dopo eesere venuto.
    «Direttore, ero certa che lei fosse il capo cordata!» Angelica si tirò su e torno ad appoggiarsi a gambe aperte alla scrivania: «Glielo dico perché è rimasta una linea di credito ancora aperta e di cui nessuno ha voluto usufruire.» Si allargò le chiappe e si batté l’indice sull’ano, non prima di averlo pucciato nella fica ancora calda e intrisa di umori. Ne risultò un ciaf ciaf che il direttore non poté ignorare.
    Il capo esaminò con cura l’ipotesi finanziaria che gli veniva prospettata, la analizzò con dedizione e scrupolo, sondò le opportunità che si prefiguravano e decise di investire nell’operazione, ormai certo del soddisfacente ritorno che ne avrebbe ricavato: la penetrò con foga, facendola venire due volte, come un toro da monta, e si unì al suo terzo orgasmo, godendosi il bianco rivoletto che sgorgò dal buco slabbrato una volta che tirò fuori il pene ormai soddisfatto.
    Angelica, ancora scossa dai brividi per quegli ultimi e possenti orgasmi anali, preferì sistemarsi velocemente per ritornare a casa in città, cosa che rese triste il direttore. Lo salutò non appena uscì dal bagno, stupenda seppur sconvolta dalla serata. Lei gli prese una mano, gliela aprì e lasciò cadere dentro una moneta da un euro: Angelica veniva dalla città, e lì sarebbe tornata, ma aveva portato nella tranquilla e sonnolenta provincia il fuoco del desiderio sfrenato, una ventata di lussuria che aveva spazzato via in un attimo resistenze, titubanze e timidezze come un uragano le capanne di paglia. L’investimento risultò essere fruttuoso, la banca prosperò, ma lei non tornò più a lavorare allo sportello di Rocca Turgida, lasciando che il suo ricordo si trasformasse nel corso del tempo in mito e leggenda. Il direttore strinse la moneta nel pugno, decidendo di conservarla gelosamente come portafortuna, insieme al ricordo del profumo dei suoi riccioli di fuoco.

    #12716
    PassionLatina
    Partecipante

    Questo racconto in due parti è molto bello. E’ vostro?

    #12769
    Anonimo
    Inattivo

    Ciao, sì è scritto di nostro pugno e ci piacerebbe sapere se lo avete letto ed è piaciuto a entrambi, giusto per capire con chi sostituire Angelica allo sportello versamenti 🙂
    Grazie per il feedback e buone prossime letture.

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