ILO Forum Racconti Erotici / Hard CLINICA HARD

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    Clinica Hard

    Attraverso la tendina appena scostata l’uomo riusciva a vedere la moglie stesa su un lettino in infermeria. Stava a gambe aperte, in modo che il capo reparto potesse leccare e deliziarsi della sua umida eccitazione, mentre con un mano menava un bigolo barzotto e contemporaneamente mugugnava con la bocca piena di una verga già dura.
    Una infermiera biondina osservava la scena, annotando chissà cosa sulla cartella clinica che teneva stretta a sé.
    «Ma dottore, io credevo che mia moglie soffrisse di depressione!»
    «Infatti. E meno male che l’abbiamo presa in tempo, mi creda.»
    Il trio di infermieri si diede il cambio e Martina, sempre più arrapata, si ritrovò a farsi battere cazzi sulla faccia, cercando di intercettarli a bocca aperta, ora l’uno ora l’altro.
    «Mia moglie mi aveva detto di venire qui per curarsi la testa e non…»
    «Si calmi, la prego. Capisco che lo spettacolo possa scaldarla non poco, ma la verità è una sola: sua moglie è un’inguaribile zoccola!»
    Davvero!
    Il dottore, dopo un rapido e sapiente sguardo, comunicò un ordine ai collaboratori: «Continuate la somministrazione fino a saturazione orgasmica.»
    La paziente ora si faceva prendere e scopare la fica già larga di voglia, continuando a succhiare le sue medicine. L’infermiera la coadiuvava, menando i bigoli e indirizzandoglieli in bocca. Martina godeva, senza ombra di dubbio, come mai il marito l’aveva vista godere prima: sembrava una pazza scatenata, ma evidentemente decisa a prendersi tutto il cazzo che fino ad allora le era mancato nella vita e in mezzo alle gambe.
    La mogliettina, sotto lo sguardo attento e allo stesso tempo allibito del marito, venne e sborrò, a turno, su ognuno dei tre uccelli, ripulendoli e gustando i propri umori spalmati sulle aste vibranti, condividendo le cappelle turgide con l’infermiera, che posata la cartellina e inginocchiatasi, si sprimacciava le tette attraverso il camice aperto.

    «Merito della nostra cura se la sua signora si è ripresa, trovando uno staff preparato e competente nel gestire la situazione e trovare la giusta cura.»
    «Cura…? Qui la cura prevede fare il servizio completo e plurimo a mia moglie!»
    Martina intanto era scesa dal lettino e attendeva istruzioni dai tre specialisti che la circondavano, con i cazzi dritti e le braccia conserte, confabulando in termini medici fra loro. Dopo il rapido consulto i tre la fecero appoggiare al bordo della scrivania, le allargarono le gambe e le schiaffeggiarono il culo, strusciando i bigoli nel solco delle natiche sode.
    L’infermiera le si accucciò accanto, spompinando per inumidire bene di saliva il fortunato che per primo avrebbe preso il buchino più stretto della degente. Poi la biondina sputò sull’ano di Martina, che pulsava preparandosi ad accogliere il miracoloso rimedio alla depressione erotica che l’affliggeva, e puntò la cappella sul bersaglio; questa si poggiò, poi si infilò di un bel pezzo, fermandosi ed uscendo subito dopo. Una mano forte prese per i capelli Martina e le tirò indietro la testa, mentre il pene si infilava con lentezza, fino a scomparire quasi del tutto. Lei si inarcò, gemendo, presa fra dolore e piacere per quella penetrazione tormentosa; la sua bocca, spalancata in un gemito, trovò subito di che riempirsi con gli altri due infermieri, ritti sull’attenti al suo fianco. Il dolore era passato in fretta e, sotto i colpi poderosi del primo sodomita, Martina incominciò a godere della penetrazione anale.

    Il marito camminava avanti e indietro, sudando copiosamente alla vista della moglie sbattuta in tutti i buchi, manco fosse un’attrice professionista impegnata nella ripresa di una scena hard.
    Certo il primo impatto con quella visione lo aveva lasciato senza fiato e con le gambe molli, incapace di protestare perché l’abuso sulla sua compagna cessasse immediatamente; passati i primi attimi di sbigottimento, però, il marito aveva incominciato ad assaporare la sensazione di piacevole cornificazione che gli comunicava la gangbang in atto: in fondo si trattava di una terapia d’urto a fin di bene, non c’era nulla di male, anzi, si trattava di recuperare la salute di Martina, bisognava accettare la situazione e fidarsi della competenza del dottore che aveva diagnosticato il male e il conseguente rimedio.
    Inoltre Martina sembrava essere rinata: agli occhi del cornuto ora sembrava arrapante come quando l’aveva conosciuta prima del matrimonio e prima della lunga discesa della curva della libido fra le lenzuola di casa.
    Nel corso degli anni la moglie si era spenta, si era avvizzita sessualmente, fino a non incarnare più la dea del sesso che gli faceva salire i coglioni in gola ogni volta che pensava a lei; piano piano, da quello di amante, era scivolata nel ruolo di moglie, compagna, amica e ancora fidata confidente, ma dal punto di vista sessuale si era trasformata in una comparsa, pallido riflesso della protagonista di un tempo passato.
    Com’era possibile che tutto questo gli fosse passato sotto gli occhi senza che se ne accorgesse? Ecco perché adesso bisognava intervenire d’urgenza!

    A conferma di queste riflessioni il dottore si avvicinò e gli fece cenno di sedersi, porgendogli un caffè: «Si sieda qui e mi ascolti. Nonostante tutto stia procedendo per il meglio sarà necessario tenerla sotto osservazione anche una volta dimessa. Spero che lei si comporti in maniera responsabile, onde evitare ulteriori ricadute.»
    «Responsabile? Cosa intende dire? Come dovrei comportarmi ora che…?»
    «Non si crucci, segua con attenzione le modalità di somministrazione della terapia, dopo parleremo del decorso post-dimissione.»
    Il marito fece un cenno affermativo con la testa, sorseggiò la bevanda e puntò lo sguardo sulla scena che continuava a tenere impegnata l’intera equipe medica.

    Ora Martina era stesa supina sulla scrivania, con le gambe aperte e poggiate sulle spalle dell’infermiere e il bacino sporto in fuori: mentre l’uccello duro le analizzava le terga, l’infermiera incominciò a leccarle il clitoride, infilandole dita nella fica che non aveva smesso per un attimo di bagnarsi. L’operatore sanitario, evidentemente avvezzo nel curare quel tipo di patologia, se la scopava un po’ nel culo e un po’ nella patatina, passando dalle amorevoli attenzioni della bocca della collega prima di rinfilarsi e continuare a elargire la benefica cura.
    Al terzo cambio l’infermiera prese una provetta, una specie di misurino fatto a bicchiere, e, prima uno e poi l’altro, ci fece sborrare dentro due infermieri. Ne controllò il livello di riempimento e segnò il dato sulla cartella clinica.
    Martina si spingeva contro il bacino del caporeparto, per far in modo che il cazzo la penetrasse fino a fondo corsa, dato che adesso si sentiva completamente aperta e ricettiva. L’infermiera le afferrò il mento e la fece voltare verso di sé, le strinse le guance per farle aprire la bocca e versò il cremoso contenuto sulla lingua, ricoprendola di un bianco lattiginoso, poi le richiuse la bocca e le inclinò la testa verso l’alto. Martina deglutì quasi immediatamente il tutto, leccandosi le labbra; strappò di mano alla bionda lo stretto bicchierino e ci infilò dentro la lingua, ripulendo per bene il recipiente.

    «Non le fate mancare proprio nulla!» Il marito, senza riuscire a staccare gli occhi dalla moglie troia come poche altre al mondo, teneva le mani premute sul pacco, gonfio ormai come un panettone. La sconvolgente erezione si fece ancora più forte alle parole del dottore: «Certo che no: le abbiamo somministrato 5cl di sperma fresco per via orale tre volte al giorno, prima dei pasti. Come può ben vedere sono le 12:00 e siamo in perfetto orario.»
    Il marito ebbe un lungo brivido che si concretizzò in una incontrollabile polluzione di liquido preseminale: Martina non gli aveva mai fatto un pompino con l’ingoio e qui invece si faceva rimpinzare e farcire a volontà!
    L’ultimo donatore le aveva appena regalato un orgasmo e si apprestava a riempire per la sua parte il misurino, ma l’infermiera ritenne che la paziente potesse assumere quella dose direttamente dalla fonte, alla spina, per così dire. Martina lo prese in bocca e lo menò, fino a mischiare il suo sapore a quello dei precedenti due, mandò giù la medicina e ripulì dalle ultime gocce la cappella che fremeva ancora.
    L’infermiera le accarezzò ancora le grandi labbra, con dolcezza, osservandone da vicino il viso prima di baciarla con passione, forse per controllare che avesse inghiottito tutto o per capire quanto fosse buona la medicina somministrata.

    «Ma… E adesso dottore? La dimetterete? E dovrà assumere questa medicina tutti i giorni?»
    «Be’, tutte le volte che ne sentirà la necessità. Ma non si preoccupi, non la lasceremo solo. Potrà trovare aiuto qui per tutte le trasgressioni necessarie per la cura di sua moglie.»
    Il dottore gli porse un biglietto che il marito mirò e rimirò, attendendo che Martina, finita l’impegnativa seduta, si cambiasse e prendesse le sue cose dalla camera prima di raggiungerlo nella hall:
    <p style=”text-align: center;”>Clinica specialistica Voluptas Hospital
    – Day e Night Hospital -</p>
    <p style=”text-align: center;”>Ambulatorio Gang Bang
    (per emergenza/su appuntamento)
    Consulti specialistici LustStand, Dottori iscritti all’Albo Libido&Lussuria</p>
    <p style=”text-align: center;”>Laboratorio Sperimentale Orizzonti Cuckold
    – Dr. Amerigo Dùria –
    Offerta settimanale (con servizio in camera)</p>
    <p style=”text-align: center;”>100 ORGASMI IN 7 GIORNI
    MULTIORGASMICITA’ e SEMETERAPIA</p>
    <p style=”text-align: center;”>La porti da marito, te la riprendi da cornuto*</p>
    <p style=”text-align: center;”>* Garanzia totale “Soddisfatti o Riscopata”</p>

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